Pubblicato a maggio 2020 per ZeroUnoUndici Edizioni, Giallo Solidago è il terzo romanzo di Simone Censi e il secondo con cui l’autore sperimenta schemi e intrecci della narrativa gialla. La vicenda si svolge a Borgo Alba, uno sperduto paesino dell’entroterra marchigiano da cui partono e verso il quale si ricongiungono tutti i fili narrativi. Uno sconosciuto viene ritrovato, privo di sensi e di identità, su una panca della chiesa dal prete e dal suo cappellano; all’alba il cadavere di un senzatetto e del capostazione vengono rinvenuti alla stazione poco lontana dal centro abitato; la ricerca dei colpevoli del duplice omicidio getta luce su una lunga scia di delitti commessi lungo la linea ferroviaria tirrenica e su loschi traffici che hanno attirato gli autori di quei crimini sul versante adriatico facendo di Borgo Alba, punto cardine degli scambi. Ad indagare sul duplice omicidio e sui traffici criminali che vi si celano dietro, l’improbabile commissario Morelli che avanza nelle sue indagini in maniera maldestra e apparentemente inconcludente, tanto da apparire spinto più da colpi di fortuna che da una lucida e logica strategia investigativa.
Morelli è l’anti-eroe e l’anti-commissario, come il suo stesso ideatore ammette, irrompendo frequentemente nel racconto. A differenza dei suoi immaginari colleghi, Morelli non ha uno stile investigativo che lo identifichi nel panorama narrativo poliziesco né un luogo iconico che diventi per lui casa e identità. A differenza dei altri commissari che affollano le pagine dei romanzi gialli, Morelli non ha il culto della buona cucina, bensì si nutre esclusivamente di cibo d’asporto. A differenza di tanti altri commissari, Morelli non è circondato da belle donne che finiscono ammaliate dal suo fascino, lui ha una sola donna, la moglie Pina che lo detesta per il trasferimento a Borgo Alva ma che lui non può fare a meno di amare.
Eppure Morelli ha tutti i numeri per diventare un personaggio iconico o perlomeno per suscitare nel lettore quell’empatia che si trasforma in affezione e familiarità. L’ironia con cui affronta i piccoli fallimenti che si affollano lungo il suo cammino, il carattere spigoloso e restio alle regole che gli sono costati il confino in un paesino sperduto e la felicità coniugale, l’occasione di riscatto che può valergli la rivincita sugli odiati superiori, il ritrovato amore di Pina, e infine la consapevolezza, insita in ogni evento, che alla fine il successo per uno come Morelli non arriva quasi mai. Sono tutti ingredienti che rendono Morelli un umanissimo uomo comune, di quelli a cui si perdona qualche sbavatura e con il quale si auspica un nuovo incontro.
Giallo Solidago è un racconto a più livelli come a più livelli va cercata la verità sui crimini che il romanzo descrive. Personaggi e fatti sembrano dapprima molto evidenti e quasi banali negli stereotipi che rappresentano, ma proseguendo nel racconto si scoprono nuove sfumature e nuovi dettagli che ce li restituiscono incredibilmente complessi e densi di significati. Alla fine il quadro si riappropria di tutti i suoi tasselli e la sensazione che trasmette appaga la curiosità che sempre anima chi si accinge a leggere un giallo.
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