Gli inganni di Pandora di Eva Cantarella | Recensione

Gli inganni di Pandora

Il saggio Gli inganni di Pandora di Eva Cantarella rintraccia l’origine delle disuguaglianze di genere nella cultura occidentale antica, in modo particolare quella greca.

Quella della Grecia antica si è distinta per essere stata la prima cultura umana ad aver avanzato  le prime riflessioni sulla natura umana, sulle relazioni sociali ma anche sulle gerarchie di potere. Essa viene considerata la fondatrice di molti dei principi culturali e filosofici che ancora oggi influenzano il nostro modo di vivere e di pensare e che hanno plasmato interi principi dell’intera cultura occidentale postuma.

Uno degli aspetti più rilevanti della cultura greca è il contributo che essa ha dato nel modo in cui, fin dall’inizio, è stato concepito il rapporto tra i generi. Questo è il punto cruciale su cui si basa il saggio di Eva Cantarella, Gli inganni di Pandora, pubblicato per Feltrinelli nel 2022. Cantarella evidenzia come proprio nelle antiche narrazioni greche si può rintracciare l’origine culturale che ha determinato la storia della disparità di genere nel mondo occidentale.

Il mito di Pandora, citato già nel titolo, è un punto di partenza importante che ha permesso di giustificare l’inferiorità delle donne rispetto agli uomini: Pandora, la prima donna creata da Zeus, era solitamente evocata nei racconti a lei dedicati come “un male così bello” da essere quasi irresistibile. La donna, secondo questo mito, è perciò fonte di pericolo e di inganno, una creatura da cui è meglio tenersi alla larga. 

Tuttavia, Gli inganni di Pandora va oltre la semplice analisi del problema a partire dai riferimenti mitologici, ma si addentra nel comprendere anche come il contributo dei medici e dei filosofi greci sia stato cruciale nel definire e giustificare le differenze di genere. Il saggio esplora alcuni scritti di figure al tempo indiscutibilmente autorevoli del mondo scientifico come Ippocrate e Aristotele; anche questi personaggi hanno fornito una vera e propria base teorica e scientificamente dimostrata (secondo i mezzi a disposizione in quell’epoca storica) per la gerarchizzazione dei generi e per i diversi ruoli sociali che coinvolgevano le donne, ruoli che occupavano inevitabilmente un posto molto più inferiore rispetto a quelli della controparte maschile. Le concezioni elaborate da questi pensatori hanno sfruttato la cultura giuridica e sociale greca per consolidare ulteriormente l’indiscutibile superiorità maschile e l’inferiorità del genere femminile.

Il saggio di Cantarella invita a riflettere su questo passato, sul successo che determinate idee hanno riscosso nel corso di interi millenni, e a prendere le distanze da concezioni obsolete e discriminatorie. Il saggio invita a comprendere questo lascito nel tentativo di superare queste idee ancora radicate nella nostra cultura ed elaborare un futuro sempre più equo. Riconoscere l’origine storica delle disuguaglianze di genere, riflette l’autrice, è il primo passo per superarle e per promuovere una società basata sulla parità e le pari opportunità. 

Lo stile del saggio di Cantarella è semplice, diretto, adatto ad un pubblico eterogeneo, a cui l’autrice propone una lettura concisa e che è in grado, in poche parole, di mettere in luce come dalla prima grande cultura occidentale sia derivato un pensiero in rapporto alla differenza di genere che ancora oggi, molto spesso, domina la nostra realtà. La brevità del testo e l’immediatezza della sua prosa incuriosiscono il lettore, lasciandogli il compito di approfittare dei numerosi spunti per approfondire in autonomia le tematiche affrontate. Infatti, grazie alle continue citazioni e riferimenti, può essere sicuramente uno strumento per incuriosirsi e magari andare a leggere le opere dei grandi filosofi citati, permettendo ai lettori, in poche parole, di farsi un’idea generale dei soprusi, le discriminazioni a danno delle donne greche, donne messe in secondo piano e spesso dimenticate. Gli inganni di Pandora non si limita a esaminare il passato, ma ci invita anche a riflettere sul presente e a considerare come queste antiche concezioni continuino a influenzare le nostre strutture sociali e culturali moderne. 

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Fonte immagine: Feltrinelli.

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