Guerra di Infanzia e di Spagna, di Fabrizia Ramondino | Recensione

Guerra di infanzia e di Spagna

 

Fazi riporta in libreria Guerra di infanzia e di Spagna, di Fabrizia Ramondino: sullo sfondo della paradisiaca Maiorca la piccola Titita scopre la meraviglia e i conflitti che dominano il mondo e la vita.

Cos’è l’infanzia se non una guerra privata e personale che ognuno ha combattuto contro se stesso? L’infanzia di Titita, piccola protagonista di Guerra di infanzia e di Spagna, è la storia anche della sua autrice Fabrizia Ramondino, anche lei figlia di un diplomatico cresciuta seguendo i viaggi del padre, cosmopolita e curiosa. Titita è il dono che Fabrizia fa a se stessa, ricamando il mondo pieno di libertà e fantasia che alberga nella mente dei bambini.

Il mito fondativo dell’infanzia

Maiorca, 1937: la guerra civile spagnola è in corso mentre l’isola sembra distante ed estranea al conflitto, come un luogo paradisiaco colorato e vivace in cui i sogni prendono vita in scoperte meravigliose e spaventose. Come in un tempo sospeso, eterno ma cangiante, Titita vive le sue giornate nella natura lussureggiante e fiabesca che i suoi occhi vedono, riuscendo a delineare una sorta di mito fondativo della vita tutto personale.

Attraverso la voce di bambina di Titita, Fabrizia Ramondino è in grado, in Guerra di infanzia e di Spagna, di comporre la sinfonia di crescente meraviglia e stupore che solo la scoperta può suscitare. Lo sguardo sul mondo offerto da Titita è un caleidoscopio di personaggi vividi, pulsanti, dolcissimi e spietati, a volte grotteschi e meschini, ma sempre tridimensionali e assolutamente realistici. 

Non c’è innocenza né purezza nella piccola Titita: è capace di distinguere il bene dal male, la giustizia dall’ingiustizia, l’affetto dalla violenza, e di ricordarsene. Come per Elsa Morante, anche per Ramondino i bambini non sono essere minori da proteggere, ma piccoli uomini, cittadini e osservatori acuti e privilegiati della Storia, perché incontaminati. 

E lo sguardo di Titita è ancora più privilegiato: è la figlia del console italiano sull’isola di Minorca, c’è un conflitto civile in corso e uno mondiale sta per deflagrare. Come concilia, come interpreta un bambino lo scontro apparentemente incomprensibile tra quella natura lussureggiante, che esplode di vita, e il mondo degli adulti, immersi in codici di volta in volta diversi ed imprevedibili? È la violenza il motore immobile del mondo: Titita lo sa e lo teme quanto ne è affascinata, inseguendo la gioia e lasciandosi sedurre dalla paura dell’ignoto. È una piccola Arturo a Maiorca, che con il suo sguardo allo stesso tempo lucido e fiabesco disvela piccoli e grandi misteri, cerca e inventa i nomi delle cose della vita, mescolando reale e immaginario fino a creare un mondo davvero autentico. Guerra di infanzia e di Spagna non è solo un romanzo di formazione ma anche un manifesto per la vita adulta che ritorna sui suoi passi, come ha fatto Fabrizia Ramondino con la sua stessa infanzia, con grazia e profondità.

 

Immagine di copertina: Fazi 

 

 

 

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