I fiori di Monaco, di Carolina Pobla | Recensione

I fiori di Monaco, di Carolina Pobla | Recensione

Il racconto di una famiglia che affronta il periodo più buio della storia dell’ umanità: la Seconda guerra mondiale. 

I fiori di Monaco è il nuovo romanzo della scrittrice catalana Carolina Pobla, pubblicato da Garzanti e disponibile nelle librerie a partire dal 31 Marzo 2022. Una saga familiare, tratta da una storia vera, che ci fornisce un punto di vista particolare attraverso cui ripercorrere le tragiche e dolorose vicende della Germania nazista e della Seconda guerra mondiale: la storia di una famiglia e dei suoi membri, soprattutto delle sue donne straordinariamente forti e coraggiose, dal 1942 al 1946. La traduzione è di Vera Sarzano.

L’autrice, nata a Barcellona nel 1962, ha studiato Pedagogia presso l’Università di Barcellona, per poi lavorare per oltre trent’anni nel mondo della danza come docente, coreografa e regista. Per Garzanti, Carolina Pobla ha pubblicato, nel 2020, anche il suo romanzo d’esordio, I gerani di Barcellona, conquistando le classifiche letterarie sia italiane che straniere.

I fiori di Monaco: la recensione

La trama

Siamo a Barcellona, in epoca moderna. Il racconto, infatti, prende avvio il giorno della morte di Victor, uno dei fratelli di Violetta, la figlia più giovane di Ilse Mahler. Ed è proprio il dolore della perdita del fratello che spinge Violetta a raccontare alle sue figlie la storia, rimasta fino a quel momento segreta, della sua famiglia di origine. Una storia che affonda le proprie radici nella Germania nazista e nei terribili e catastrofici anni del secondo conflitto mondiale. I Mahler vivono a Monaco, in una bella casa e conducendo una vita particolarmente agiata. A seguito, però dei primi bombardamenti degli Alleati sulla città, nel 1942, Ilse, ormai vedova, decide di trasferirsi insieme ai suoi sei figli in un piccolo paesino di campagna poco distante da Monaco, dove un tempo sorgeva la residenza estiva della sua famiglia, ora trasformata in ospedale militare. L’arrivo nel paesino è particolarmente difficile: non avendo più la sua vecchia casa, Ilse e i suoi figli devono adattarsi a vivere dapprima in una baita in montagna per poi spostarsi in città nei mesi invernali e, per un breve periodo, prendendo la triste decisione di separare la famiglia stessa: le tre figlie femmine, Margot, Betina e Violetta devono trasferirsi momentaneamente in convento e i tre maschi Daniel, Nils e Tom con la madre nella casa dei due domestici dei genitori di Ilse, Johann e Ramona che si prendono cura di loro. Tra restrizioni, la necessità di adeguarsi al regime nazista senza rischiare di compromettersi troppo con gli ideali coercitivi propagandati dalle istituzioni, i Mahler cercano di sopravvivere alla distruzione della guerra, sostenendosi l’uno con l’altro, aiutati dagli abitanti del paese e ricambiando a loro volta l’aiuto. Si crea, così, una vera e propria rete di solidarietà che trionfa sull’orrore e sulla violenza che imperversano intorno al villaggio e che dona la speranza di un domani migliore anche quando tutto sembra perduto.

Un romanzo corale

I fiori di Monaco è un racconto appartenente al genere della narrativa storica, in cui fatti realmente accaduti si intrecciano con la finzione romanzesca e la fantasia immaginativa dell’autore. Nel caso del romanzo di Carolina Pobla ci troviamo dinanzi a fatti e personaggi fittizi che però ripercorrono una storia vera: quella della nonna dell’autrice, tramandata a lei tramite la madre. Il patrimonio dei ricordi familiari diventa quindi, attraverso il romanzo, un viaggio nella memoria per noi lettori, chiamati a ricostruire, pagina dopo pagina, una parte di un passato non troppo remoto e forse ancora difficile da raccontare e comprendere, come quello della Seconda guerra mondiale.

Il romanzo inizia molti decenni dopo gli avvenimenti degli anni Quaranta del Novecento che hanno sconvolto il mondo intero, così come hanno completamente smantellato il piccolo mondo della famiglia Mahler, portando, ognuno dei suoi componenti, a dover compiere notevoli cambiamenti e scelte difficili, a volte dolorose nella propria vita. Per questo motivo, forse, i membri della famiglia hanno nascosto per molto tempo la storia di quegli anni, perché solo chi come loro aveva vissuto quei momenti drammatici avrebbe potuto capire ciò che era accaduto. Quando però i ricordi riemergono, riportano alla luce un racconto tanto travolgente quanto drammatico, in cui gli stessi legami familiari vengono messi a dura prova dalla tragedia storica della Seconda guerra mondiale.

La narrazione attraversa tante sfumature emotive all’interno di vivide descrizioni di ambienti e situazioni. L’elemento che più risalta all’interno del romanzo, tuttavia, è il sistema dei personaggi, ognuno con una propria storia alle spalle e con una precisa identità caratteriale. L’autrice ci guida attraverso i fili del destino di ognuno di loro e, che siano personaggi principali o secondari, che siano i membri della famiglia Mahler o gli altri abitanti del villaggio, tutti creano e vivono i propri sviluppi narrativi all’interno dello scenario drammatico in cui si trovano a cercare di sopravvivere e ad andare avanti nonostante tutto. È impossibile non entrare in empatia ed immedesimarsi con ciascuno di loro. Un romanzo corale, dunque, in cui i personaggi mantengono la propria individualità ben definita pur confrontandosi, però, continuamente con gli altri e creando tra loro legami profondi che resistono anche in un’ “epoca in cui nessuno osava esprimere i propri pensieri e tutti si guardavano con sospetto”.

Al centro della narrazione ne I fiori di Monaco c’è sicuramente Ilse, la protagonista del racconto. Ilse è una donna coraggiosa e combattiva, che ha come unico obiettivo quello di proteggere i propri figli, che lotta con tutta sé stessa per superare la bufera della guerra, entrata prepotentemente nella sua vita e in quella dei suoi figli. Con un matrimonio burrascoso alle spalle, Ilse si trova tutta sola a gestire sei figli di età diverse in un’epoca di precarietà e privazioni, a dover nascondere la sofferenza e le difficoltà della vita in guerra ai più piccoli, impegnandosi a far vivere loro tutto come un gioco e a sostenere i figli più grandi che, invece, si ritrovano a dover diventare adulti troppo in fretta e a doversi confrontare con concetti terribili come la morte e la violenza. Ilse, dunque, riesce a non far sgretolare i legami familiari sotto il peso della sofferenza e del dolore ma è anche una donna capace di un’umanità e di un senso di solidarietà che la rendono ancora più straordinaria. Lo vediamo quando decide di accogliere in casa sua, Samuel, un bambino ebreo scampato ai campi di concentramento, poi ribattezzato Victor, e di nasconderlo crescendolo come se fosse figlio suo, o quando decide di aiutare Dante, il dottore dell’ospedale militare e colui che le farà battere di nuovo il cuore, a prendersi cura dei soldati feriti.

I fiori di Monaco è un romanzo che, nonostante ripercorra l’orrore della guerra, lascia nel cuore un profondo senso di speranza nella vita, nell’amore, nella famiglia, nel senso di fratellanza e solidarietà verso il prossimo. Valori che non devono essere mai visti come scontati e che è necessario mantenere in vita, soprattutto ora che la guerra e la sua portata catastrofica stanno a entrando di nuovo nelle nostre case attraverso le immagini drammatiche che giungono dall’Ucraina. La letteratura però, con il suo grande potere, può aiutarci a non dimenticare e a ricercare un futuro migliore, come fa Ilse per i suoi figli.

Fonte immagine: Garzanti

A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

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