I Monologhi della vagina: nuova edizione del capolavoro di Eve Ensler

Monologhi della vagina

I Monologhi della vagina, di Eve Ensler | Recensione

A vent’anni dalla prima pubblicazione, ilSaggiatore presenta la nuova edizione dei “Monologhi della vagina” con una nuova prefazione, nuovi contributi e testi mai letti prima. I “Monologhi” si sviluppano intorno agli argomenti naturalmente associati alla protagonista del libro (sesso, mestruazioni, parto) come a quelli, dolorosi e scottanti, dell’attualità (violenze, pulizia etnica).

La riedizione de “I Monologhi della vagina”

Il libro si apre con un interessante prefazione di Jacqueline Woodson, in cui, fin dal primo momento, si evincono le differenze culturali e temporali che dividono eventi e storie di ieri ed oggi. Ad illustrare tali differenze è senz’altro il discorso sul ciclo mestruale. La Woodson, infatti, evidenzia un fatto fondamentale: se prima l’arrivo del ciclo era un fatto increscioso e di cui vergognarsi, col tempo, come è successo con sua figlia, è diventato un evento il cui festeggiamento sembrerebbe essere d’obbligo. Il passaggio da tabù a risorsa di vita, come possibilità di mettere al mondo un figlio e di diventare una donna, è stato lungo e doloroso ma di fatto oggi appare come una realtà stabile.

Il libro si pone come obiettivo principale quello di sdoganare il concetto vagina, o la parola stessa, dai tabù sociali autoimposti. La parola viene spesso ripetuta, talvolta appare quasi ridondante, ma il suo essere così presente in diverse pagine svela tutta la forza e la voglia di essere considerata normale, alla stregua di tutte le parole usate nei discorsi pubblici. La Ensler sembra raggiungere il suo scopo, poiché, se all’inizio del libro c’è un po’ di disorientamento nel ripeterla più e più volte, arrivando alla fine il termine diventa di uso abituale.

La prima rappresentazione de “I Monologhi della vagina”, che nasce come spettacolo teatrale, si è tenuta al Downtown a Manhattan. Le prime degli spettacoli iniziali erano seguite da poche persone in piccoli teatri ma, col tempo, la potenza dell’opera ha raggiunto le vite di molti, diventando di fatto uno spettacolo di fama mondiale.

Interessante è il risvolto sociale legato al V-Day. All’interno del libro ci sono diversi momenti dedicati alla nascita dell’organizzazione, un movimento attivista globale, nato da un’idea di Eve Ensler, rivolto ad abbattere ogni forma di violenza su donne e bambine, che ha accolto, nel tempo, il sostegno di persone di ogni sesso ed etnia. Il V-Day promuove eventi di sensibilizzazione e consente esibizioni gratuite ispirate a “I Monologhi della Vagina“. La data in cui ricorre l’anniversario della creazione dell’organizzazione è senz’altro iconica. Infatti, il 14 Febbraio, se da un lato è testimone di orde di innamorati che festeggiano San Valentino, dall’altro vede milioni di persone celebrare la causa femminista.  La V sta per Vittoria, Valentino e Vagina.

All’interno de I Monologhi della vagina c’è anche un racconto specifico sul flash mob internazionale “One Billion Rising”. La campagna OBR invita a levarsi ed insorgere contro la violenza attraverso l’atto liberatorio della danza. Ogni anno, il flash mob ha un tema preventivamente scelto.

La narrazione si divide in capitoli intensi e capitoli quasi informativi. L’intestazione -alcuni fatti, ad inizio capitolo, introduce il lettore in storie di vita quotidiana, a volte tragiche e dolorose. Duro è il discorso sulla mutilazione genitale. Quello sulla negazione del piacere sottolinea la durezza di alcune culture ed etnie nel volere estirpare dalla donna il piacere sessuale e il godimento personale, punendo attraverso la violenza e la mutilazione le donne che hanno avuto “il lusso di giovare dei piaceri del sesso” al di là di una gestazione.

Interessante è poter leggere un termine diverso da -prostitute. Nel libro, infatti, si leggerà più volte “donne di conforto”. La questione cala il lettore in un ambiente devastante, dove la donna vende il suo corpo, talvolta nemmeno per un ricavo economico personale.

Alcune storie saranno accennate, mentre altre raccontate con minuzia. Emozionanti i monologhi che rimandano al titolo. Due in particolare sono quelli che risaltano sugli altri. Il monologo che riguarda le donne che indossano il Burqa e quello sui transgender. In entrambi gli scritti si è investiti da una dolorosa esperienza di vita. Se da una parte le donne vedono il mondo attraverso una piccola fessura, con il caldo o con il freddo, sotto le spinte di sconosciuti o di uomini che non sanno amare, dall’altra c’è il racconto di un bambino che diventa ragazzo, dal quale si cerca in tutti i modi di strappare il lato più autentico, quello femminile, imponendogli di vivere da uomo. Nel secondo scritto c’è anche un accenno sottile al processo di riassegnazione di genere e al percorso di transizione.

Ad affiancare monologhi di tale spessore, ci saranno anche quelli più leggeri, che raccontano esperienze diversificate del ciclo mestruale, diverso per ogni donna, le “strane inondazioni” pre-orgasmo e le volte in cui per ogni donna fare del sesso risulta diverso.

All’interno del libro Monologhi della vagina, due sono le domande più frequenti: “cosa indosserebbe la tua vagina?” e “cosa direbbe se potesse parlare?”

Le due questioni, se prese con minuzia analitica, procurano al lettore un sorriso sornione ma, leggendo le risposte di diverse donne, si evince che attraverso i due interrogativi si arriva ad un punto focale. La parte sessuale di ognuno di noi non è un pezzo esterno montato con professionalità ma uno dei luoghi più importanti del nostro corpo, collegato a tutta la persona. Diverse sono le repliche, alcune comiche, altre più serie, ma tutte accomunano le donne nel disperato tentativo di essere -viste e non -guardate e basta-.

Controversa è la questione che concerne la sezione intitolata “The Little Coochie Snorcher that Could”. In questa parte dell’opera, successivamente anche presente nel libro, c’è il racconto di una ragazza di 13 anni incitata ad ubriacarsi da una 24enne, che poi avrà un rapporto sessuale con lei. Alla fine del racconto, la tredicenne, ormai cresciuta, ricorda con affetto l’evento subito, affermando che il rapporto l’aveva aiutata a crescere come donna ed aggiungendo che, se si fosse trattato di –stupro-, sarebbe stato un ottimo stupro. La sezione non solo fu criticata per il contenuto raccontato ma anche perché fu fatto presente che la Ensler avesse adottato due pesi e due misure, vedendo nello stupro maschile un atto da punire e in quello femminile una donazione benevola.

Il libro si chiude con un concetto basilare: “Città della gioia”. Le V-Girls, ed anche tutte le donne che non conoscono ancora l’attivismo del V-Day ma che sentono la necessità di essere -difese- da qualcosa di più grande, sono tutte alla ricerca della Città della gioia. Qui le leggi principali si rifanno alla verità, al coraggio di fare, ai diritti, al donarsi e alla gentilezza di agire con essa, ma anche al desiderio di riceverne. Tale concetto sembra rifarsi a quello più conosciuto della -terra promessa-, un luogo dove non esistono i soprusi e dove ognuno, alla ricerca della felicità, cerca di arrivare.

Lo spettacolo, diventato poi un libro e in seguito la spalla di un gruppo di attivismo, celebra i desideri delle donne, la loro condizione, talvolta disagiata, e i loro bisogni.

Strizza, inoltre, l’occhio anche alla comunità LGBT+, la quale, spesso, è vittima di violenza e sopraffazione.

I “Monologhi della vagina”, il cui titolo suscita una risata o uno spasmo di vergogna, si propone di educare il lettore –al mondo delle donne-, riunendo chiunque ha una -vagina-, o sente di averla, sotto un’unica grande ala, dove la parola d’ordine è libertà.

Non è commedia e non è dramma. È un libro adatto ad una generazione intera e anche a quella successiva. È il libro delle donne, per le donne ma anche un libro che si adagia al fianco di tutte le donne.

Note Biografiche

Eve Ensler (1953), una delle 150 donne che hanno cambiato il mondo secondo Newsweek e una delle 100 donne più influenti secondo il Guardian, è una scrittrice e attivista statunitense. I suoi libri sono tradotti in 50 Paesi e le sue opere teatrali rappresentate in 140. È fondatrice e direttrice del V-Day e di One Billion Rising, movimenti globali contro la violenza sulle donne. ilSaggiatore ha pubblicato le sue opere Nel corpo del mondo (2015), I monologhi della vagina (2018) e Chiedimi scusa (2019).

Immagine in evidenza per la recensione di Monologhi della vagina: https://www.amazon.it/monologhi-della-vagina-Eve-Ensler/dp/884282464X

A proposito di Miriana Kuntz

Vedi tutti gli articoli di Miriana Kuntz

One Comment on “I Monologhi della vagina: nuova edizione del capolavoro di Eve Ensler”

Commenta