Pubblicato da Rizzoli Editore nel novembre del 2014, I tre giorni di Pompei (23-25 ottobre 79 d.C.: ora per ora, la più grande tragedia dell’antichità) è il dettagliato romanzo, scritto dal noto giornalista e divulgatore scientifico Alberto Angela, della tragedia che colpì la città di Pompei quasi duemila anni fa.
L’attenzione dello studioso, tuttavia, non è rivolta alla sola Pompei ma anche alle altre zone limitrofe colpite dall’eruzione del Vesuvio come Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Terzigno e Stabia, delle quali non manca di fornire descrizioni ricche di particolari.
Attraverso le voci di sette sopravvissuti a questa catastrofe che costò la vita a migliaia di persone, Angela riporta i lettori indietro nel tempo proiettandoli sensorialmente in queste cittadine ricche di storia e tradizione spazzate via, nell’arco di poche ore, dalla furia implacabile del vulcano. Alcuni anni prima, un violento terremoto aveva provocato altri ingenti danni nella zona, ma sarà il Vesuvio a seppellire per sempre queste rigogliose civiltà consegnandole ai posteri come si possono “ammirare” recandosi sul posto: luoghi silenti, costruzioni in rovine, oggetti inutilizzati e corpi immobilizzati nelle posizioni più disparate nell’ultimo, disperato e vano tentativo di proteggersi dalla sciagura che si abbatté su di loro uccidendoli.
I tre giorni di Pompei : cronaca di una fine inevitabile
Quello di Alberto Angela è un vero e proprio viaggio, seppur virtuale, tra le strade, le splendide domus e tutti gli esercizi commerciali e di ritrovo dell’epoca. Si tratta, come lo stesso autore precisa, di ricostruzioni verosimili di ciò che videro, fecero e provarono le genti di quei luoghi prima, durante e dopo la catastrofe a cui pochi, pochissimi riuscirono a scampare. In questo modo, grazie alla variegata gamma di personaggi presentati e incontrati sfogliando le pagine del libro – dalla nobildonna Rectina, al famoso scrittore latino Plinio il Vecchio, dal liberto di Stabia Flavio Cresto, alla famosa attrice Novella Primigenia, dall’usuraia Faustilla al tribuno Tito Suedio Clemente – si viene a conoscenza degli usi e dei costumi vigenti nell’impero romano.
Angela sceglie e utilizza i termini più appropriati alla delicatezza dell’argomento trattato nella sua opera, senza mancare di inserire aneddoti e commenti personali che riescono anche a far sorridere. Tante, inoltre, sono le spiegazioni rivolte ai non competenti del settore per quanto riguarda i fenomeni naturali verificatisi, segno del suo voler far comprendere a chiunque quanto riportato nel libro.
I tre giorni di Pompei è un romanzo storico che cattura l’attenzione sin dalle prime battute senza mai annoiare ma, al contrario, continuando ad appassionare fino alla sua drammatica e funesta conclusione che, a distanza di secoli, è sempre presente, impressionandoci e affascinandoci, nella nostra memoria.