Pubblicato nel 1954, Il disprezzo di Alberto Moravia si presenta come uno dei romanzi più significativi della narrativa italiana del dopoguerra. La stesura del romanzo è affiancata ad un periodo travagliato a livello artistico e personale dell’autore. Moravia, infatti, in quest’anni stava riflettendo in tono pessimistico sul ruolo della borghesia nella società italiana. Inoltre, si pensa che molte delle dinamiche matrimoniali affrontate nel romanzo riflettano il rapporto difficile con sua moglie, Elsa Morante.
In questo contesto di crisi sociale e personale, Moravia indaga sui rapporti personali e sulle tematiche che li circondano, raccontando l’amaro sgretolarsi del rapporto di Riccardo ed Emilia.
Trama
Riccardo Molteni è un giovane sceneggiatore romano che sta vivendo un forte momento di crisi personale ed economica. Riccardo, infatti, è costretto, per motivi economici, a lavorare per Battista, uno sceneggiatore cinematografico, nonostante desideri lavorare nel mondo del teatro, una realtà che egli considera più pura e affine alla sua personalità. In questa cornice non affatto semplice, il matrimonio tra Riccardo ed Emilia va a deteriorarsi sempre di più. Emilia, inizialmente follemente innamorata di Riccardo, nota progressivamente la crescente fragilità del marito, che si sottomette sempre di più al mondo dell’industria, con ripercussioni anche sul suo spirito. Riccardo viene scelto come sceneggiatore per un film su Ulisse, e i due coniugi si recano a Capri, luogo in cui il film verrà girato. Proprio nella splendida isola, si assisterà alla fine della loro relazione, segnata da tradimenti, silenzi e promesse non mantenute.
Il fallimento del dialogo
Il tema principale dell’opera di Moravia è l’incomunicabilità. Il disprezzo affronta questa tematica non solo in modo evidente nel rapporto tra Riccardo ed Emilia, ma anche in maniera più sottile nell’approccio del giovane sceneggiatore con i suoi datori di lavoro. Le parole non dette e i pensieri inespressi spesso ci appaiono come la via di fuga più semplice, nell’illusione che il tempo o il lasciar correre possano cambiare le cose o farcele dimenticare. In questo romanzo, Moravia cerca di darci una visione più cruda e reale, sottolineando come i silenzi spesso segnino più di crude realtà e siano strumenti di distruzione dei rapporti; evidenziando come i sentimenti riecheggino in modo sopito, ma paradossalmente in maniera più assordante ed ossessiva.
L’Odissea di Riccardo
Il disprezzo si sviluppa attraverso due filoni narrativi principali: il matrimonio tra Emilia e Riccardo e il rapporto di Riccardo con il suo lavoro. Ulisse diventa l’alter ego del protagonista, un uomo alla ricerca di risposte e verità in un mondo dominato dalla superficialità. Riccardo, in modo fallimentare ma sincero, tenta di riavvicinarsi a Emilia, mentre, sul piano lavorativo, prova timidamente a imporre la propria visione dell’arte, scontrandosi però con il muro invalicabile dell’industria cinematografica. Riccardo e Ulisse sono certamente due personaggi con temperamenti e gesta molto diversi, ma l’odissea di Riccardo, nonostante le apparenze, non è meno complessa di quella del mitico eroe greco.
Conclusione
Il disprezzo di Alberto Moravia è un’opera straordinaria: non è solo il libro di un racconto intimo, ma anche la descrizione spietata della nostra società, in particolare del cinema. È impossibile non amare la scrittura di Moravia, con il suo stile asciutto e senza fronzoli, ma ugualmente tagliente. Il disprezzo è un libro senza lieto fine, anzi, che costringe il lettore a confrontarsi con alcune delle domande più inconfessate e forse più dolorose della nostra vita. Restano a distanza di anni un capolavoro da leggere, che ti tocca nel profondo, mostrandoti la fragilità di quegli equilibri che separano l’amore dall’odio.
Fonte immagine: Bompiani