La premessa è quella di mettere nelle mani dei cittadini “un racconto a carattere narrativo”, che fa porgere lo sguardo verso luoghi, monumenti, punti focali che spesso passano inosservati. Angelo Giardiello ha integrato con grande creatività storie di personaggi, luoghi e simboli partenopei con delle colorate tavole da egli stesso disegnate, cosicché Il Regno di Napoli fosse il più possibile interattivo col singolo esploratore e con la città.
La presentazione del libro è avvenuta questo 24 giugno, a cura della prof.ssa Angela Cioffi e con la partecipazione di tre relatori – il prof. Roberto Battinelli, la prof.ssa Angela Papale e il prof. Giovanni Buonocore – i quali hanno introdotto per macroaree i tre periodi storici caratterizzanti appunto Il Regno di Napoli.
Ne Il Regno di Napoli, Angelo Giardiello parte proprio dalle origini: come evidenzia il prof. Battinelli, la città di Napoli vanta delle origini antichissime e «quando le fonti si fermano inizia a parlare il mito». Napoli si fonda sul mito della sirena, alla quale monumenti ci mostrano che siamo legatissimi. I riferimenti partono da Omero, ma è Licofrone di Calcide nell’Alessandra, che ci racconta delle tre sirene Leucosia, Ligea e Partenope, la quale morta per l’amore non corrisposto di Ulisse si spiaggiò sulle nostre coste. E allora la creazione mitologica di Napoli, ci fa notare Battinelli, parte già da una matrice di certo tragica, ma romantica. Esempi monumentali in città che riportano questa simbologia sono ad esempio gli obelischi di Piazza S. Domenico e piazzetta Sforza, la statua nella stazione centrale, la fontana Spinacorona e molte altre su cui Giardiello pone attenzione.
Storicamente, invece, la fondazione di Napoli risale a Cuma, insediamento greco nel VI secolo a.C.: i cumani utilizzarono inizialmente Partenope, poi Neapolis, come uno scalo commerciale. La cartina stradale di Napoli, disegnata e spiegata ne Il Regno di Napoli, mostra benissimo l’influenza della civiltà e cultura greca nell’impianto urbanistico. La città fu orientata a seconda della direzione del sole: matematicamente alle 7,30 del solstizio d’estate da San Martino il raggio solare attraversa tutto il decumano maggiore. E c’è di più: strade, mura, porte, ogni luogo porta con sé un bagaglio e il processo di espansione urbana, ben visibile oggi a cielo aperto grazie ai tanti ritrovamenti, è riportato e illustrato da Giardiello.
Della Napoli ducale dell’Alto Medioevo, ci introduce la prof.ssa Papale, viene riportata ne Il Regno di Napoli una preziosa cartina che rappresenta i famosi “casali”, che ancora oggi sono dei comuni, come Casoria, Afragola o Villaricca che si chiamava Panicocoli, poiché era famosa per i forni e la cottura del pane. Quasi tutti i giorni, gli abitanti dei casali venivano a Napoli a vendere le proprie merci; ciò rendeva chiaramente la città un vivido porto commerciale.
E ancora si parla del periodo angioino e poi borbonico, raccontando effettivamente che apporti e contributi ha dato a Napoli, pur essendo esso un periodo di sfruttamento. La Napoli di Carlo III di Borbone è definita “il regno più importante d’Italia”: iniziano gli scavi di Ercolano, viene fatta costruire la Reggia di Caserta e fondato il Teatro San Carlo, per riportare alcuni esempi.
Il prof. Buonocore racconta del momento in cui si è affermata l’Alta Borghesia napoletana: la cacciata dei gesuiti dalla Francia, dalla Spagna e da Napoli fece si che lo Stato, e poi i borghesi si impossessassero di tutti i beni una volta proprietà della Compagnia di Gesù. La borghesia vinse contro l’aristocrazia ma il feudalesimo come mentalità non avrà una conclusione fino a Gioacchino Murat.
In più, molti non sanno che un evento fondamentale contribuì all’unità d’Italia: la fallita rivoluzione napoletana, raccontata ne Il Regno di Napoli, determinò la cacciata degli intellettuali, e dalle file dell’Intellighentia, che poi andò a Milano, nacque l’idea di Unità.
Di personaggi borbonici, apporti alla città e di come poi tutti gli avvenimenti portarono alla nascita del Regno d’Italia si racconta ne Il Regno di Napoli di Giardiello. Il libro è edito da Edizioni Melagrana, un’associazione no profit che si occupa attivamente di pace nel mondo. Può essere una preziosa guida da avere fra le mani camminando per le strade, scritto da un amante della città per gli amanti della città.
Crediti Copertina: Edizioni Melagrana