Il Sangue degli Elfi di Adrzej Sapkowski | Recensione

Il Sangue degli Elfi | recensione

Il Sangue degli Elfi è il terzo libro della saga fantasy The Witcher ideata da Andrzej Sapkowski ed è il primo romanzo vero e proprio della saga in quanto le prime due opere che lo precedono, vale a dire Il Guardiano degli Innocenti e La Spada del Destino, sono delle antologie di racconti che hanno il compito di introdurre il lettore nell’universo della saga e accompagnarlo alla scoperta dei personaggi. Ovviamente, con l’uscita del primo romanzo c’è anche un cambio radicale nella struttura della narrazione. Se prima il lettore era abituato alle storie brevi e autoconclusive, si passa ora a un approccio che vede un arco narrativo più ampio ma soprattutto più complesso. Il Sangue degli Elfi è sicuramente uno di quei libri che, seppur non in tutte le sue parti, sa come catturare l’attenzione di chi legge, e ciò è reso possibile grazie alla penna di Sapkowski e alla sua abilità nel dare spessore ai personaggi. Lo stile della narrazione ne risulta fluido e lo scrittore polacco si dimostra abile maestro nell’alternare momenti d’azione ad altri in cui è la riflessione su tematiche delicate a far da padrona. Per quanto concerne il linguaggio utilizzato, il romanzo si distingue sia per la semplicità dei termini utilizzati sia per il tratto distintivo del fare dei dialoghi uno degli elementi di punta. Infatti, a proposito di questi ultimi, si può dire che ne emergano particolarmente profondi e taglienti. Tuttavia, non mancano alla storia anche dei momenti in cui l’umorismo riesce ad alleggerire delle situazioni abbastanza drammatiche.

Trama de Il Sangue degli Elfi

Attenzione: spoiler!

La trama de Il Sangue degli Elfi ruota interamente attorno alle figure di Geralt e  Ciri, la giovane principessa di quello che una volta era il regno indipendente di Cintra. Ciri si troverà ad affrontare un percorso di crescita sotto la protezione e la guida del Witcher della scuola del lupo, a cui è legata dal destino, e della maga dai capelli corvini Yennefer di Vengerberg.

In seguito allo sterminio di Cintra a opera del regno di Nilfgaard, Geralt, consapevole della responsabilità che comporta il proteggere Ciri, decide di portare la ragazza alla fortezza di Kaer Morhen, luogo in cui lui e i pochi rimanenti witcher della scuola del lupo cercheranno di addestrarla e prepararla ai difficili giorni che la attendono. Diverso tempo dopo, giunge a Kaer Morhen la maga Triss Merigold la quale assiste, con suo stupore, a una manifestazione dei poteri della giovane Ciri. Dopo alcuni momenti, i witcher confessano alla maga che dietro la sua convocazione c’era in realtà l’intento di scoprire quale fosse l’origine dei poteri della principessa di Cintra e di aiutare quest’ultima a controllarli. Purtroppo l’unica cosa che Triss può fare è evitare che Ciri finisca per essere vittima delle sue stesse abilità e, successivamente, consiglia di rivolgersi ad una maga più esperta, ovvero Yennefer. Dopo un susseguirsi di eventi, Ciri giunge al tempio di Melitele dove incontrerà Yennefer e, sebbene inizialmente le cose tra le due non vadano nel migliore dei modi, finiranno comunque per sviluppare un legame molto simile a quello che lega una madre a una figlia. Nel frattempo, Geralt decide di mettersi in viaggio dopo aver saputo delle torture subite da Ranuncolo, fedele amico e a volte compagno di viaggio del witcher, ad opera di un certo Rience, un mago a cui è stato impartito l’ordine di trovare la giovane principessa.

Conclusioni

In conclusione, Il Sangue degli Elfi, nonostante alcuni momenti un po’ lenti, è un romanzo fantasy in grado di catturare l’attenzione del lettore grazie al magistrale uso della penna da parte di Sapkowski. Inoltre, con buona pace di molti fan della saga che gli hanno preferito le prime due raccolte di racconti, il primo romanzo ufficiale delle avventure di Geralt costituisce la base necessaria alla costruzione di un mondo che diventerà, romanzo dopo romanzo, sempre più affascinante.

Fonte immagine in evidenza: pagina Amazon 

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