Infinito Moonlit – Sara Gamberini | Recensione

Infinito moonlit NN Editore

Infinito Moonlit di Sara Gamberini, edito NN Editore, è stato definito un libro “per chi corre sotto il temporale per bere la pioggia, per i viaggi in macchina cantando L’ombra della luce di Battiato, per chi ama riparare i brutti ricordi e per chi ha capito che un vuoto è un vuoto e possiede una sua sacralità, un’intima ragione che apre all’esperienza del sublime”. 

Infinito Moonlit narra la storia di una madre e di una figlia che grazie al pensiero magico trovano un modo nuovo di vivere e vedere il mondo, in comunione con l’amore che unisce ogni cosa, gli esseri umani alle cose, la meditazione alla vita. Sara Gamberini, con la sua scrittura onirica, conduce il lettore in una dimensione fantastica e poetica dove la magia si dispiega nelle piccole sfaccettature quotidiane e non attraverso potenti incantesimi, con la capacità di non risultare eccessiva o troppo distante dalla concretezza del reale.

Dopo l’esordio narrativo intitolato Maestoso è l’abbandono, Sara Gamberini, si cimenta in un secondo romanzo, Infinito Moonlit, che pare riprenda le fila del primo, in quanto il fil-rouge consiste in una narrazione intima, filtrata dalla visuale personale della protagonista, la quale affronta le disavventure della vita con un approccio consapevole. 

Teresa, la protagonista narrante, crede nei mondi invisibili e nelle entità, ma le sue convinzioni sono sempre state ambivalenti, a causa dei genitori anarchici e atei. Teresa crede anche nell’amore come fosse un patto stretto con la madre Dea, una donna eccentrica e scostante. Il destino, però, le ha messo sulla strada Moussa, il padre di sua figlia Maria, un uomo di origine senegalese e animista e poi la stessa Maria una bambina silenziosa e magica, che vive secondo ritmi e alfabeti tutti suoi. Teresa, in seguito alla fine della storia d’amore con Moussa, attraversa un periodo di sofferenza e non sa quale sia il suo posto nel mondo. D’altro canto, anche Maria sta vivendo un momento complesso: si trova male a scuola, non va d’accordo con la maestra e i compagni e avverte l’inquietudine della mamma. Dunque, è lecito chiedersi: “Chissà se una madre che è stata una bambina infelice può crescere una figlia felice”. Teresa trova la spinta a reagire proprio per sua figlia, scegliendo di trasferirsi con lei in una casa circondata dai boschi, dove ricomporre i pensieri e i desideri a contatto con la natura. 

É proprio in questo contesto che Teresa e sua figlia iniziano a sperimentare un nuovo approccio etereo e sognante nei confronti della vita, dando maggior spazio alla propria interiorità, coltivata con estrema cura e attenzione dalla madre per il benessere della bambina. Tra le due si crea una connessione talmente profonda da permettere loro di sviluppare un rapporto simbiotico che si manifesta anche mediante la condivisione dei sogni.

Avevo letto che l’aura delle persone quando dormono insieme si unisce, diventa un’unica grande cupola immateriale che io immagino come una bolla di sapone molto resistente. Ho sognato che la nostra casa nel bosco andava a fuoco, le braci volavano ovunque leggere. Lei ha sognato che sulla nostra casa nevicava“. (Infinito Moonlit)

Oltre lo strato onirico e poetico che caratterizza integralmente la narrazione, il lettore percepisce i temi dolorosi trattati all’interno dell’opera, per citarne alcuni: le insicurezze di una donna, la fine di un amore, l’estrema fatica compiuta da un genitore nel tentativo di non far pesare ai figli le proprie sofferenze. Dunque, siamo in presenza di un romanzo promettente che trattando dei temi dalle fattezze quotidiane permette l’identificazione del lettore nella protagonista, intenta a ritrovare sé stessa.

Fonte immagine di copertina: NN Editore.

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