La moda, lo stile, la creatività, un viaggio che ha origini lontane e che si rifà ai primi anni di vita della persona, all’osservazione di stoffe, colori, dettagli e forme irregolari, capacità di raccontare un contenuto, un messaggio, una storia. Questo incipit riassume egregiamente il percorso personale e accademico di Valeria Magistro, Fashion Designer e insegnante di moda presso la scuola secondaria di II grado Léon Battista Alberti di Roma e autrice del libro “Styling and the city. Percorsi di ricerca per la progettazione del prodotto moda”, pubblicato da Edizioni Efesto.
Valeria, come nasce la tua passione per la moda?
La mia passione per la moda è nata come un dialogo tra creatività e osservazione del mondo intorno a me. Fin da piccola, ero affascinata da come i vestiti potessero raccontare storie senza bisogno di parole: i tessuti, i colori, le forme sembravano sussurrare segreti di culture, emozioni e tempi lontani. Il mio primo approccio con la moda è stato quasi istintivo, disegnando abiti su fogli di carta, ispirata dalle figure che osservavo nella mia quotidianità.
A quali stilisti ti sei ispirata?
La mia visione si è raffinata nel tempo grazie a figure che non solo hanno rivoluzionato il settore, ma hanno incarnato per me dei veri modelli di innovazione e coraggio. Alexander McQueen, ad esempio, mi ha insegnato che la moda può essere teatro, un’opera d’arte vivente capace di toccare corde profonde. Guardare le sue collezioni era come immergersi in un sogno, dove ogni capo non era solo un abito ma un pezzo di poesia.
Allo stesso modo, Issey Miyake mi ha ispirato con il suo approccio ai tessuti, trasformandoli in qualcosa di più di semplici materiali: opere architettoniche in movimento. È stato grazie a lui che ho iniziato a vedere la tecnologia come alleata della moda, un ponte tra tradizione e innovazione.
Un’altra figura cruciale è stata Coco Chanel, per la sua visione audace e rivoluzionaria. Mi ha insegnato che rompere le regole con eleganza è la chiave per creare qualcosa di intramontabile. Il suo esempio mi ha dato il coraggio di cercare sempre uno stile personale e distintivo.
Valeria, c’è un movimento artistico che ha influenzato il tuo lavoro?
Non posso dimenticare l’influenza di movimenti artistici come il futurismo o la passione per le texture della natura, come quelle dei tessuti cellulari osservati al microscopio, che mi ricordano quanto la bellezza risieda nei dettagli più invisibili.
Oggi, il mio lavoro nella moda si nutre di queste ispirazioni, ma è anche un viaggio continuo verso nuove scoperte, nuove storie da raccontare. La moda per me è più di uno strumento estetico: è un linguaggio universale, capace di trasformare un’idea in qualcosa di tangibile e di connettere le persone. E questo sogno, che nasce da una scintilla iniziale, continua a guidarmi ogni giorno.
Fonte immagine per l’intervista a Valeria Magistro: ufficio stampa