Ivana Leone: Forza e Libertà. Attraverso Alda Merini

Ivana Leone: Forza e Libertà. Attraverso Alda Merini

Intervista ad Ivana Leone, autrice cilentana di “Forza e Libertà. Attraverso Alda Merini”.

Cilentana, con un animo partenopeo, affascinata dai profumi e dai sapori di Milano, in cui ritrova sfumature e sentori cilentani, come il mare palpitante della terra e la creatività per impugnare la sua penna.
Ivana Leone, autrice cilentana dal rapporto viscerale con la scrittura, si racconta a Eroica Fenice, e ci parla della sua creatura letteraria, Forza e Libertà. Attraverso Alda Merini, dedicata alla poetessa dei Navigli, alla piccola ape furibonda che nacque il ventuno a primavera.

1) Innanzitutto grazie per aver accettato di rilasciare questa intervista. Chi è Ivana Leone, se dovesse raccontarsi a chi non la conosce?
1) Il piacere è mio. Diciamo che non sono molto brava a descrivermi ma ci provo. Sono una sognatrice…amo il mare, il vento sulla pelle, la gioia, i sorrisi (quelli veri), le emozioni. Amo ridere, piangere, leggere, scrivere…Insomma, amo la vita, Tutta! Sono nata ad Agropoli ma ho vissuto a Roccadaspide fino all’età di 18 anni, piccolo paese del Cilento, con cui ho sempre avuto un rapporto di odio e amore. Gli studi universitari mi hanno portata lontana da casa e ho avuto modo di apprezzare maggiormente la mia terra, il Cilento è una terra magica fatta di profumi e acque cristalline. E’ proprio vero che quando si va via, si apprezza maggiormente ciò che abbiamo lasciato.

2) Che rapporto ha Ivana Leone con la scrittura?
2) Con la scrittura ho un rapporto viscerale. Non riesco a pensare alla mia vita senza di essa, rappresenta tutto, il mio modo di essere, il mio modo di esprimermi insomma un’amica con cui condividere tutto. Ho ancora tanto da imparare, mi piacerebbe sperimentare diverse forme di scrittura. Fino ad ora mi sono occupata principalmente di poesia e saggistica ma in futuro non escludo altro. Insomma, mi piacerebbe mettermi in gioco con altri progetti. C’è sempre da imparare, no!?

3) Quanto ha influito e influisce ancora il Cilento sulla tua attività creativa?
3) Come ho accennato prima, il Cilento è una terra magica, insomma sono una cilentana con un’anima partenopea. Spesso mi capita durante le mie passeggiate notturne milanesi, di sentire i profumi della mia terra e spesso addirittura sogno il mare ad occhi aperti. Tutto questo mi aiuta a mescolare i colori del Cilento con la magia nascosta di Milano. Anche Milano ha i suoi lati magici che bisogna saper cogliere. Insomma il Cilento e Milano per me rappresentano un mix perfetto di esplosione e creatività.

4) Perché hai scritto un libro legato ad Alda Merini? Cosa ti lega a quest’autrice?
4) Ho conosciuto per la prima volta Alda una sera in riva al mare; leggevo i suoi versi insieme all’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam e così è nata l’idea di scrivere la mia tesi di laurea sul tema della follia nella letteratura italiana. Da quel momento Alda mi è entrata “dentro” e non mi ha più lasciata. Dopo la laurea nel 2013 ho continuato a leggere e ad approfondire i miei studi sulla poetessa dei navigli e man mano mi sono resa conto quanto mi ritrovassi nei suoi pensieri. La sento vicina, il suo grido di follia è anche il mio; ho trovato un’alleata con cui condividere la mia voglia di esplodere in una società fatta di finti perbenisti. Questo saggio rappresenta me stessa, la consapevolezza che la libertà si conquista poco a poco e che bisogna tenersela stretta. Il mio è un “grido” alla libertà delle donne, alla conquista di se stesse e alla propria identità ed è proprio dalla Merini che inizio a parlare di libertà, donna geniale nella sua sana pazzia.

5) Cosa ne pensi del fatto che, al giorno d’oggi e con i social network, la figura di questa poetessa sia stata quasi “banalizzata”, trattata con superficialità e quasi ridotta ad aforisma sotto le foto di chi nemmeno la conosce? Stessa sorte che è capitata anche ad altri autori. Quale pensi sia il modo giusto di recuperare l’eredità ancestrale che ci ha lasciato la Merini?
5) Purtroppo i social network ci stanno succhiando come sanguisughe. Penso che, forse, se da un lato contribuiscono a dare l’informazione, dall’altro raccontano frottole e notizie assolutamente false. Dobbiamo essere noi a farne un uso corretto. Per quanto riguarda i grandi poeti come Alda Merini, ma non solo penso che per conoscere uno scrittore, un artista, bisogna leggere, documentarsi e sentire il profumo della carta quello che ci riporta alle nostre origini. Si è persa la voglia della curiosità, della conoscenza, dell’importanza della cultura. Ma siamo ancora in tempo per correre ai ripari; tutti noi dobbiamo fare riflettere su chi siamo, da dove veniamo e per farlo dobbiamo conoscere prima il nostro passato, ritrovare la nostra identità proprio attraverso i grandi autori.

6) Cosa ne pensi della cultura in Cilento?
6) Negli ultimi anni l’importanza della cultura sta facendo passi da gigante nel Cilento. Ci sono diverse iniziative che stanno dando lustro al territorio. Ad esempio, basti pensare alla libreria Argolibro che promuove almeno una volta a settimana un evento (presentazione di libri, mostre, rappresentazioni teatrali); i templi di Paestum dove ogni weekend si possono visitare gratuitamente fino a tarda sera con l’aiuto di una guida. E ancora la nascita sul territorio di diverse associazioni culturali, una di queste si chiama Liberamente donne, di cui faccio parte e dove ci stiamo impegnando in diverse iniziative.

7) Progetti futuri?
7) Sicuramente il desiderio di continuare a crescere nell’insegnamento (insegno italiano e latino in un liceo scientifico di Milano, IIS Cremona in cui il team docenti e la Dirigenza mettono al primo posto il bene dei ragazzi. Abbiamo bisogno di realtà così) e fare sempre qualcosa di più per i ragazzi adolescenti, ne hanno bisogno, ne abbiamo bisogno affinchè nessuno di noi si perda. E poi ho un grande desiderio, quello di riuscire a scrivere un romanzo coinvolgente, intenso, ricco di pathos e perché no che magari abbia da protagonista una bella storia d’amore, tutti noi abbiamo bisogno di “perderci” per ritrovare quelli che sono i sentimenti autentici.
Grazie mille
Grazie per questa bella chiacchierata. E’ sempre bello confrontarsi e parlare di cultura.
A presto!

fonte foto: infocilento.it

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A proposito di Monica Acito

Monica Acito nasce il 3 giugno del 1993 in provincia di Salerno e inizia a scrivere sin dalle elementari per sopravvivere ad un Cilento selvatico e contraddittorio. Si diploma al liceo classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e inizia a pubblicare in varie antologie di racconti e a collaborare con giornali cartacei ed online. Si laurea in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e si iscrive alla magistrale in Filologia Moderna. Malata di letteratura in tutte le sue forme e ossessionata da Gabriel Garcia Marquez , ama vagabondare in giro per il mondo alla ricerca di quel racconto che non è ancora stato scritto.

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