Joan Didion e il ricordo ne “L’anno del pensiero magico”

Joan Didion

L’anno del pensiero magico di Joan Didion è un romanzo in cui l’autrice mette a nudo il dolore che vive in seguito alla morte improvvisa del marito.

Joan Didion è nata a Sacramento nel 1934 ed è una giornalista, scrittrice e saggista statunitense, vincitrice del National Book Award per la saggistica con il libro L’anno del pensiero magico. Nel 1956 si è laureata presso l’Università della California, Berkeley con un Bachelor of Arts in Lettere. Durante il secondo anno di studio ha vinto un concorso di saggistica sponsorizzato dal mensile di moda Vogue, che le ha affidato un lavoro come assistente alla ricerca presso la rivista. Autrice di vari romanzi, ha scritto inoltre svariati saggi, opere teatrali e sceneggiature.

Vincitrice di diversi premi e riconoscimenti, nel 2009 le è stato conferito il titolo onorario di Dottore in Lettere dalla Harvard University. L’università di Yale le ha conferito un altro titolo onorario di Dottore in Lettere nel 2011. Nel Luglio 2013, la Casa Bianca ha annunciato che Didion era tra i beneficiari della National Medal of Arts and Humanities, conferita dal presidente statunitense Barack Obama in persona.  Attualmente vive a New York. Il marito John Gregory Dunne, deceduto nel 2003 e della cui morte parla nel libro L’anno del pensiero magico, è stato anch’esso uno affermato scrittore.

L’anno del pensiero magico di Joan Didion, trama

L’anno del pensiero magico di Joan Didion è una sorta di memoir investigativo, in cui l’autrice narra al lettore le tecniche adoperate al fine di superare e accettare i due eventi destabilizzanti che in pochi giorni hanno completamente stravolto la sua quotidianità: la grave malattia della figlia e la morte improvvisa del marito. All’interno del romanzo troviamo inoltre molteplici riferimenti letterari e frammenti estrapolati da testi scientifici.

Siamo nel Dicembre del 2003 e pochi giorni prima di Natale l’autrice e il marito John Gregory Dunne assistono al peggioramento dell’influenza della loro unica figlia Quintana, che da polmonite si trasforma in choc settico. Pochi giorni dopo, tornati dall’ospedale in cui erano appunto stati per fare visita alla figlia, John cade a terra all’improvviso e pochi minuti dopo, muore d’infarto.  La vita dell’autrice precipita in un vortice di cui fa il resoconto in questo libro.

Didion racconta in maniera nuda e cruda, senza poesia, ciò che vive dall’instante in cui comprende di aver perso il marito, l’incapacità iniziale di accettare la perdita, il fallimento quotidiano nel metabolizzare l’assenza della persona amata, il cadere perennemente nel vortice dei ricordi. La morte è un attimo: è l’attimo in cui cambia tutto, è l’attimo a cui non si è mai preparati.

Mille ricordi le si ripropongono quotidianamente davanti agli occhi, altrettanti quesiti le sorgono nella mente. Eppure non può abbandonarsi all’impeto del dolore che prova: deve andare avanti per la figlia, per l’unica figlia che ha e che ancora non è a conoscenza della morte del padre.

Autoanalisi quotidiane, analisi del passato, del presente e del futuro che la vedrà sola, ormai privata dalla vita della persona con cui aveva condiviso tutto fino ad allora. Ma assistiamo anche alla razionalità di una donna forte, di una donna capace di scavare nel dolore che prova, di analizzarlo a fondo, al fine di superarlo. Una lettura disperata, che farà versare indubbiamente qualche lacrima al lettore.

Fonte immagine copertina: Ufficio Stampa

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