Kaledo presenta PLOP! Esce in libreria il nuovo lavoro letterario di un’artista a tutto tondo: un volume che racchiude in sé stili diversi di scrittura, dalla narrativa finto-autobiografica alla Slam Poetry, fino alle citazioni di grandi artisti che hanno accompagnato il suo percorso formativo. Nel panorama napoletano, Kaledo è noto per essere un artista poliedrico: rapper, autore, sceneggiatore e, inoltre, è l’ideatore e curatore della rivista antologica indipendente Sight Hell’zine, in cui dà spazio a scrittori, illustratori, fumettisti, ricercatori nel campo medico e scientifico, musicisti e tanto altro ancora. Lo abbiamo incontrato in occasione dell’imminente uscita del suo nuovo libro: PLOP!
Partiamo dal tuo nome: come nasce e si evolve Kaledo?
«Il nome Kaledo nasce da varie desinenze, affonda le radici in varie culture: dall’antico testamento (un po’ come Superman con Kalel) all’italiano, dall’arabo al greco antico passando per il portoghese, perché, proprio come mostra un caleidoscopio, volevo imprimere un’eterogeneità attuativa, a tutte le idee che ho in gestazione nella mia testa. Ho scritto la mia prima storia horror quando avevo otto anni. Sempre tra i nove e i dodici anni, più o meno, ho inviato vari racconti e disegni ad alcune case editrici ed un paio di festival, concentrandomi di più sulla scrittura, non mi ritengo bravo in disegno. In parallelo ho iniziato un percorso musicale, all’epoca registravo le mie canzoni sui nastri dal “boom box”- radio e registratore orizzontale tipico degli anni ‘80 e ‘90 – non so che fine abbiano fatto quelle cassette, in verità. C’è anche un floppy disk, perso in qualche cassetto di casa, con delle canzoni che ho registrato a 14 anni. Ho partecipato alle battle di rap, prima come concorrente e poi come giudice nel corso degli anni, ciò mi ha dato la possibilità di conoscere una vasta gamma di artisti. Sono stato tra i fondatori del gruppo ANEURO (poi diventato TARTAGLIA&ANEURO), ma ho lasciato il progetto per divergenze artistiche, ho fatto parte della crew CIANURO PROD, ho militato nel collettivo campano UFO R.A.P. TEAM e girovagato per un paio di anni con la formazione BUSTY BROS. Anche se al momento sono concentrato sulla scrittura e sullo “studio”, stanno per uscire diverse tracce da me incise in passato, ma anche del materiale nuovo. Anni fa, per questioni economiche ed a causa di due incidenti d’auto, in cui ho rischiato la vita, ho dovuto lasciare gli studi di filosofia all’università poco più che ventenne».
Sappiamo che hai viaggiato molto nella tua vita e ciò ha contribuito alla formazione di Kaledo!
«Ho fatto innumerevoli lavori in giro per il mondo: Corea del Sud, Costa D’Avorio, Spagna, Francia, Portogallo e per qualche tempo ho vissuto anche a Cagliari ed a Torino. A volte in auto, altre in camper, altre ancora in autostop (in Francia) tutte esperienze che mi hanno dato molto su cui riflettere, pensieri che posso riversare copiosi nei miei testi. Dopo aver vissuto a Lisbona, durante la Pandemia, tre anni fa, ho deciso di riprendere gli studi, puntando però a dare forma ai miei scritti di musica, di filosofia, di narrativa etc, attraverso il media che più si avvicina alla sintesi delle arti: il Cinema. Akira Kurosawa diceva “Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica.” Ho raccolto moltissimo materiale negli anni, registrazioni, quaderni e agende piene di storie, sceneggiature, testi di canzoni, che riflettono la mia idea di Pensiero Obliquo Eterodosso, come percezione altra della realtà rispetto alla diffusione eccessiva di informazioni dati dall’accelerazione consumista. C’è una mia canzone, intitolata Come l’olio (Vademecum, 2017), che fa riferimento a questa mia visione: Non penso ciò che voglio, ma voglio ciò che penso. Oltre la questione personale, è un consiglio a me stesso e agli altri a non seguire per forza qualcosa solo perché propinato come dogmatico. Con lo stesso imprinting nasce anche l’idea della rivista antologica Sight Hell’zine e la creazione di collaborazioni che attraversano più generi, media e gusti. Nell’ultimo periodo, ad esempio, sto collaborando attivamente con l’artista napoletano Arte A Morte (che modifica, o meglio scarnifica, le proprie opere con bisturi ed altri utensili) e l’illustratore milanese Paolo Orlandi, con cui ho avviato la lavorazione di un nuovo fumetto. Per quanto riguarda il cinema, collaboro con il Premio Fausto Rossano: un festival che ogni anno raccoglie corti, documentari, testimonianze, animazioni da tutto il mondo insieme a progetti che mirano al sociale».
Chi sono gli Artisti che hanno influenzato la vita e le opere di Kaledo?
«Davvero difficile. Potrebbe non finire mai questa lista… Sono appassionato di narrativa, fumetti, filosofia, artwork ed illustrazioni in generale. Ho avuto la fortuna di avere a che fare continuamente con artisti di diversa fattura, età e linee di pensiero. Posso dire, però, che la prima sceneggiatura, avuta tra le mani, è stata quella di Trainspotting, di John Hodge e Danny Boyle, che ho letto a sedici anni: tanto semplice quanto ostica. Altri autori, per quanto riguarda la nona arte, che mi hanno ispirato sono Alan Moore, Neil Gaiman e Robert Kirkman. Tra i registi che mi hanno colpito negli ultimi anni, invece, ci sono Ari Aster e Robert Eggers. Sono cresciuto con Charles Bukowski e William Burroughs (due geni assoluti), ma sono nato anche lo stesso giorno di Louis-Ferdinand Céline: mi sia concesso un minimo di mitomania in merito» – ride.
Parliamo di PLOP!
«Questo libro nasce dall’esigenza di mettere insieme vari scritti, racconti, impressioni, testi vecchi e nuovi. Da storie come Capodanno, Un Bacio Tenace e Totem si passa poi alla slam poetry di Sono, che avevo scritto nel 2016, dopo aver vissuto un periodo di occupazioni, non proprio legali, ad uso abitativo ed aver vissuto le personalità multiple della ragazza di cui ero innamorato. E’ stata un’esperienza devastante, ma ha prodotto questo testo. Oltre a Sono, avevo anche già pronta la bozza di Capodanno e poi sono arrivati i sogni ricorrenti, che hanno dato la svolta alla narrazione: avevo il mio file rouge».
Raccontaci il sogno che ha dato origine a PLOP!
«Non è stato uno solo e non era sempre lo stesso, un animale però era sempre presente… Sognavo un gabbiano! L’elemento ricorrente era il gabbiano! Un animale che non è proprio tra i miei preferiti – Kaledo ride – piuttosto amo vederlo da lontano. Ogni volta si palesava, facendo qualcosa di diverso: una volta mi indicava una strada, un’altra mi piombava addosso, un’altra ancora addirittura mi parlava. Mi sentivo carico di idee ed ho iniziato a scrivere “Un bacio tenace” e, contemporaneamente, ho fatto delle ricerche sui gabbiani ed il loro significato, sia dal punto di vista onirico che scientifico. È venuto fuori che il gabbiano è il mio animale guida e che, nei miei sogni, cercava di inviarmi messaggi ben mirati, che ho cercato di riassumere nelle pagine di PLOP!».
Kaledo, qual’è il messaggio insito di PLOP! ?
«Il messaggio che traspare è il voler dare uno scossone al pensiero “perbenista”, costruendo un’immagine diversa della vita quotidiana, da coloro che vedono il mondo con superficialità e assuefatti alla consuetudine, perdono curiosità e desiderio di voler approfondire la propria esistenza e ciò che li circonda. “Sorrisi”, l’altro momento di violenza poetica, è una riflessione riguardo la negligenza dell’intelletto. Un valido esempio di ciò che significa abbattere la superficialità, attraverso una falsa analisi di se stessi, per quanto falsa si possa credere essere la razionalità di un momento letterario. “Un Bacio Tenace” gira attorno ad un’esperienza personale arricchita, però, sia dal collage di mie relazioni passate sia dalla pura finzione letteraria. In pratica, PLOP! è una sorta di falsa autobiografia, un “racconto di formazione” che ho espresso con più di un linguaggio, attraverso i versi, la prosa in prima persona, in modo crudo e sincero».
Kaledo è un artista geniale ed unico nel suo genere, ma resta soprattutto fedele a se stesso: un ragazzo semplice ed umile, che non dimentica eventi e persone che lo hanno accompagnato nel suo percorso di crescita personale ed artistica. Ha citato moltissimi artisti, cineasti, scrittori, filosofi, musicisti ed addirittura scienziati e matematici, poiché tutti hanno contribuito a essere parte della sua crescita personale. Partendo da storie di vita quotidiana, PLOP! trasporta il lettore verso la riflessione personale, per arrivare poi alla cosmogonia degli argomenti trattati: che ci sia in PLOP! una nuova e “colorata” teoria della nascita dell’universo? Sta a voi lettori/lettrici scoprirlo.
La presentazione del libro si terrà mercoledì 3 Aprile presso il locale Perditempo, Libri, Vini e Vinili, S. Pietro a Majella 8, Napoli, alle ore19.
Fonte immagine in evidenza: Kaledo