La bambina di Auschwitz è un libro di Malcom Brabant e Tova Friedman edito da Newton Compton.
Trama
Tova Friedman è una delle più giovani sopravvissute ad Auschwitz. Aveva solo quattro anni quando riuscì a scampare alle esecuzioni di massa nel ghetto della città polacca dove viveva con la sua famiglia. A sei anni fu fatta salire su uno dei treni diretti nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Nonostante la giovane età, la bambina fu testimone delle atrocità attuate in quel luogo, un vero e proprio inferno. In questo libro, Friedman racconta la sua terribile storia.
La bambina di Auschwitz è un libro che racconta verità agghiaccianti, quelle che la storia riporta dettagliatamente, descritte da una bambina che ha vissuto quelle atrocità. La protagonista del libro è una sopravvissuta e parla di una realtà nella quale sono stati brutalmente assassinati milioni di ebrei, omosessuali, anziani, donne, bambini e diversamente abili.
Tova Friedman racconta le brutalità dei campi di concentramento, con gli occhi di una bambina che, nonostante la giovanissima età, ha purtroppo visto tutto quell’orrore.
Una realtà piena di violenza, dalle voci dei soldati tedeschi ai tantissimi ed accurati dettagli che contraddistinguono lo scenario dove si svolge tutto.
La bambina di Auschwitz: storia di ciò che è stato
Tova visse nel ghetto di Tomaszόu Mazowieki con altri 13.000 ebrei. Alla fine della Seconda guerra mondiale sopravvissero solo in 200; appena 5 erano bambini e lei era tra questi.
Leggendo La bambina di Auschwitz sembra quasi che si riesca a percepire la rabbia della protagonista, così piccola ma così grande al tempo stesso. Come imprigionata in una dimensione nella quale né lei, né nessun altro sarebbe dovuto essere. Là dove venne offesa e deturpata ogni forma di dignità.
Un romanzo pungente, commovente e fortemente intenso che racconta ciò che è stato. Una vera e propria testimonianza non solo storica, ma anche e soprattutto morale. La protagonista decide di raccontare affinché tutto ciò possa essere ricordato, sempre. Tova, all’interno del romanzo, incarna colei che ha il “compito” di narrare quanto avveniva nei campi di concentramento, le proprie paure- che erano anche quelle degli altri, gli sguardi impauriti dei deportati, il freddo, il lavoro, la fame, i rumori, le grida. Un insieme di fattori dei quali il lettore prenderà man mano consapevolezza.
Ciò che avvenne all’interno dei campi nazisti è risaputo, ma leggerne attraverso la descrizione dettagliata di una sopravvissuta, è tutt’altra cosa.
La narrazione è suddivisa in due diverse fasi temporali ed utilizza la tecnica del flashback per descrivere la situazione dei territori occupati dai nazisti.
C’è tensione emotiva.
C’è paura, e allo stesso tempo una insaziabile voglia di fare giustizia…
La bambina di Auschwitz racconta non solo dei campi di sterminio, ma anche dell’incredibile fatica vissuta da quanti sono usciti vivi da quel terribile sistema di selezione umana.
Tova e la mamma verranno deportate, ma riusciranno a sopravvivere. Ma, come sarà ricominciare una vita normale, quando tutto sarà finito? Fuori dai campi di concentramento il clima di odio si sarà attenuato?
Nella stesura del testo Tova viene aiutata da Brabant, giornalista inviato di guerra. Inoltre, la protagonista, in seguito si è approcciata a studi di tipo psicologico, per capire come sia stato possibile tutto ciò. Come potessero delle persone, uccidere altre persone, inseguendo un ideale assolutamente folle.
Forte e vivida è la ricerca storica che accompagna Tova, prima della stesura del libro. Ne La bambina di Auschwitz ogni cosa è perfettamente descritta, “Con gli occhi di una bambina che ha metabolizzato quell’orrore”, si legge in un importantissimo quanto significativo passo dell’interessante romanzo. Tutto si rivelerà straziante ma indiscutibilmente vero; la stessa descrizione dei personaggi, oltre degli elementi, anche sonori ed ambientali di cui prima si è fatta menzione, è accuratissima, e trasuda di dolore.
Sicuramente La bambina di Auschwitz è un libro emozionante e da condividere, da consigliare, affinché non si dimentichi mai che cosa è successo.
Un libro che a differenza di altre testimonianze storiche e letterarie che si sono succedute negli anni, riesce, grazie a Tova, a dare voce prima alla famiglia, poi al ghetto e infine a un popolo intero.
Non una vicenda personale, ma una “voce collettiva”. Una dimensione limpida di ciò che accadde in quegli anni, che non deve assolutamente essere dimenticato, affinché certe brutalità non si ripetano e che hanno segnato per sempre la vita dell’umanità.
Così come La bambina di Auschwitz, grazie ad una scrittura scorrevole, tensione emotiva, realtà e suggestione, riuscirà ad entrare nel cuore di tutti.
Immagine in evidenza: Newton Compton Editori