La fotografa degli spiriti di Desy Icardi | Recensione

La fotografa degli spiriti di Desy Icardi

La fotografa degli spiriti è un romanzo pubblicato da Fazi Editore e scritto da Desy Icardi nel novembre 2022. L’annusatrice di libri (2019), La ragazza con la macchina da scrivere (2020), La biblioteca dei sussurri (2021), e La fotografa degli spiriti (2022) fanno parte della raccolta di volumi dedicati ai cinque sensi, e l’ultimo in questione e dedicato al senso della vista.

Desy Icardi nasce e vive a Torino, si è laureata in Teatro d’animazione e opera come formatrice aziendale e scrittrice. I suoi romanzi godono di grande successo e sono stati tradotti e pubblicati anche in Spagna, Columbia, Messico e Bulgaria.

La trama del romanzo

La fotografa degli spiriti si dirama in due racconti; da un lato ci troviamo a Torino e conosciamo il signor Edmondo Ferro, trentasette anni, unico discendente maschio di una rispettosa famiglia di avvocati. Non ha né moglie né figli, e, sfortunatamente, non gode di invidiabile bellezza, che sa compensare con l’onestà e la gentilezza. L’uomo è tenuto sotto il rigido controllo dello zio Eugenio Ferro, il quale ha alte aspettative per lui in ambito lavorativo. Purtroppo, però, Edmondo ha altro per la testa, ovvero i suoi amatissimi romanzi, che di nascosto legge con dedizione. Le persone a lui più care sono la cugina Eloise e l’amico Raniero, personaggi che nel corso del racconto vedranno i loro destini intrecciarsi.

Dall’altro lato della storia ci troviamo nelle campagne piemontesi e conosciamo una famigliola di umili origini, composta da madre, padre, due sorelle e un fratello. I genitori, per conto del fotografo Bardella e sua moglie, spediscono la figlia Pia Martinot in Argentina, una giovane donna di vent’anni, bella, ma non al pari della sorella minore Amedea, poiché affetta da strabismo. Durante il viaggio, conosce altre donne, lì per il suo stesso motivo: Nerina, Lena e Secondina, le ultime due convinte d’essersi maritate con uomini di prestigio. Sulla nave, Pia ha occasione di diventare assistente del fotografo Bardella, che le insegna i trucchi del mestiere. Dopo una serie di sfortunati eventi, il destino la porterà a Genova, insieme ad una simpatica scimmietta e la sua preziosa attrezzatura fotografica.  

Sarà proprio lì che Edmondo Ferro e Pia Martinot s’incontreranno. 

“Ognuno diventa la migliore versione di sé quando può fare ciò che ama. Fortunato chi può permettersi tale lusso”, afferma Nita, personaggio alla quale Pia si affezionerà molto. Ed è forse su questa frase, che il libro si vuol basare. La grande passione di Edmondo Ferro, talvolta vera e propria ossessione, non è fare l’avvocato. Ciò che ama è leggere, per cui farà in modo di mettere la sua professione al servizio della sua vocazione. E così anche Pia, superata la paura del giudizio, asseconderà i propri istinti.   

La fotografa degli spiriti: lo stile

Il racconto è molto delicato e ben scritto. Le vicende dei personaggi principali si alternano di capitolo in capitolo e non appesantiscono la lettura, anzi incuriosiscono molto e portano a domandarsi in che modo le vicende s’intrecceranno. È una scrittura semplice, ma carica di significato e profonda nel messaggio che vuole trasmettere. Tramite la fotografia, Pia riesce a scovare l’animo delle persone, vede una realtà totalmente differente rispetto a quella che soltanto l’occhio sa offrire. Tutti i personaggi, primari e secondari, sono caratterizzati molto bene, ed è inevitabile affezionarsi ad ognuno di loro, data la loro autenticità. La fotografa degli spiriti è un romanzo che conquista e che sprona il lettore ad inseguire la propria vocazione; è un libro di speranza e riscatto, nel quale in molti possono senz’altro indentificarsi.

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A proposito di Martina Calia

Classe 1997, laureata in Mediazione Linguistica e Culturale e attualmente specializzanda in Lingue e Letterature europee e americane presso L'Orientale di Napoli. Lettrice accanita di romance in ogni sua forma, che a tempo perso, si cimenta nella scrittura creativa sia in italiano, ma soprattutto in inglese.

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