La Metamorfosi è forse il più noto racconto dello scrittore praghese, che ha ben trattato il disagio dell’uomo moderno di inizio Novecento, avvolto dal grigiore di città che diventano sempre più frenetiche e sempre meno accoglienti per coloro che non riescono ad inserirsi in questa nuova ottica di frenesia. Tanti autori hanno delineato l’uomo di inizio Novecento, e i maggior tratti sono state caratteristiche prima sconosciute: la comparsa, o più probabilmente la presenza mai raccontata di tic, nevrosi, manie, ansie per il futuro e per il presente. I cambiamenti, i progressi di un nuovo secolo, che invece di spingere gli uomini ad essere propositivi e a guardare tutto con ottimismo, li rendevano più deboli, svelando le loro fragilità, che non potevano e non dovevano essere più nascoste. L’uomo di inizio Novecento si sente soffocato da una società che sembra non adattarsi più a lui, da un futuro promesso e auspicato che però invece si rileva instabile e temibile. Tutto questo è presente ne La Metamorfosi di Kafka, i suoi temi, leggendoli oggi, non sembrano affatto di un secolo fa, ma sono quanto mai attuali e comprensibili da chiunque li legga.
La storia de La Metamorfosi di Kafka
La storia de La Metamorfosi di Kafka è nota: Gregor Samsa è un commesso viaggiatore, abita con la famiglia, il suo lavoro è quello di viaggiare in treno portando sempre con sé tessuti vari, suo impegno è quello di svegliarsi all’alba e prendere tutte le giuste coincidenze dei treni. Ma un giorno Gregor non si leva all’alba come sempre, al contrario rimane a casa nella sua stanza, perché è diventato un enorme insetto. La cosa più evidente oltre al suo cambiamento fisico, è l’impossibilità di comunicare, essendo diventato un insetto, non riesce più a farsi comprendere dalla famiglia, né dal datore di lavoro, che, nonostante sia la prima volta che Gregor tarda, è subito giunto a casa sua per rimproverarlo, ma vedendo la sua nuova condizione scappa via turbato.
I problemi dell’uomo moderno
L’uomo moderno ne La Metamorfosi di Kafka è il lavoratore oppresso e represso, che può far parte della società solo quando rispetta il ruolo impostogli o autoimpostosi. Appena esce fuori dalla routine di lavoro, impegni e responsabilità, diventa subito inutile se non deleterio, perché dimostra le sue fragilità, diventa un outsider, non compreso e non accettato. Ne La Metamorfosi di Kafka, nonostante non sia colpa di Gregor la sua nuova condizione, la sua stessa famiglia non lo comprende, non cerca di capire la causa del problema, ma preferisce tenerlo confinato nella sua stanza, comportarsi come se Gregor non esistesse più solo perché non è più quello che si aspettavano da lui. La fragilità dell’uomo moderno, le sue crepe, più sono evidenti e più non devono essere viste.
Sarà proprio Freud in questi anni a trattare delle difficoltà dell’uomo, il quale non è integro e ed equilibrato, ma è fatto di volontà e desideri repressi, bloccati nell’inconscio, che comportano disagi, nevrosi, tic. L’uomo vive una lotta interna, il suo Io è conteso tra Es e Super Io, ossia tra una forza pulsionale estrema e il rigore etico e morale, e spesso non riesce a destreggiarsi tra i due e finisce sconfitto. È questa l’incomunicabilità di Gregor diventato insetto, che è in realtà un’incomunicabilità già presente prima, solo meno evidente. Gregor, ne La Metamorfosi di Kafka, rappresenta l’individuo, che quando si allontana da quello che è il suo dovere per indagare e riconoscere le proprie crisi, diventa incomprensibile e estraneo, in una società che sembra distaccata e indifferente.
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