Recensione de La profezia delle pagine perdute, il nuovo capitolo della saga di Marcello Simoni dedicata ad Ignazio da Toledo e alla sua famiglia, questa volta sulle tracce di un antico volume.
La profezia delle pagine perdute (Newton Compton editore) è il quinto volume della saga del mercante di libri nata dalla penna di Marcello Simoni. In generale, si può dire che La profezia delle pagine perdute sia un romanzo ricco di potenziale, in grado di attrarre l’attenzione degli appassionati del genere storico-misterioso e, in particolare, di chi già conosce l’autore e le sue opere.
Tuttavia, essendo parte di una saga, è presente il rischio che non potrebbe fare ugualmente presa sul lettore che non conosce i capitoli precedenti. Anche lo stile di Simoni, che in alcuni punti si può quasi definire prolisso, può contribuire a scoraggiare chi sia abituato ad altro genere di scrittura. Se però ci si abbandona alla trama, pensando al romanzo come ad un’opera a sé, ci si troverà coinvolti in una vicenda appassionante e ben costruita.
Al centro del nuovo romanzo di Marcello Simoni vi è la ricerca di un testo, la Profezia di Merlino, fonte di enorme conoscenza per chi lo possegga, ma anche di numerosi problemi per coloro che vogliono trovarlo. Lo sa bene Uberto da Toledo che, suo malgrado si ritrova coinvolto in una serie di intrighi alla corte siciliana. L’ambientazione principale, infatti, è costituita dalle strade e dai monasteri di Palermo, dove si muovono i tanti caratteri abilmente delineati dalla penna di Simoni: durante la narrazione, infatti, le vicende dei personaggi di fantasia si intrecciano con quelle di personaggi storici tra i quali spicca la figura di Michele Scoto. Magister dell’Imperatore Federico II, lo Scoto è un personaggio ambiguo sulla carta quanto lo è stato nella realtà, attratto dalle arti magiche e alchemiche. È proprio lui a spingere Uberto sulle tracce della Prophetia Merlini, obbligandolo all’obbedienza grazie ad un ricatto.
Tra colpi di scena, inseguimenti e lotte armate, questo filone principale si interseca con un secondo piano narrativo, ancora una volta basato su una ricerca e su un testo misterioso. Spostandoci in Oriente, infatti, seguiremo Al-Qalam, un prigioniero senza passato, sulle tracce della fantomatica Arca del re Salomone.
Sinossi de La profezia delle pagine perdute
Ignazio da Toledo è morto. O almeno questo è ciò che racconta Uberto, suo figlio, quando, nel luglio del 1232, raggiunge la corte di Sicilia nella speranza di riabbracciare la sua famiglia. Palermo, tuttavia, sarà per lui l’inizio di un nuovo incubo. Se di sua madre si sono perse le tracce, sua moglie e sua figlia sono tenute prigioniere in un luogo ben celato. Il loro carceriere è Michele Scoto, astrologo personale dell’imperatore Federico II, convinto che il mercante gli abbia sottratto e nascosto un libro misterioso, la leggendaria Prophetia Merlini.
Uberto ignora che le sue disavventure siano intrecciate a quelle di un uomo senza passato che sta navigando su una nave di pirati barbareschi lungo le coste dell’Africa settentrionale e del mar Rosso. Il suo nome è Al-Qalam e, obbedendo gli ordini di un crudele capitano, è alla disperata ricerca di un tesoro inestimabile e capace di legare Dio all’uomo, un tesoro donato in tempi remotissimi da re Salomone alla Regina di Saba. Mentre Al-Qalam lotta per ritrovare la sua identità e Uberto per salvare la madre, Sibilla tenta con ogni mezzo di ricongiungersi alla famiglia e di sfuggire all’acerrimo nemico di Ignazio da Toledo, lo spietato frate domenicano Pedro González.
Immagine di copertina: Newton Compton Editore