La signora delle merci è un saggio di Cesare Alemanni, edito da Luiss University Press. Il libro si incentra sul ruolo preponderante della logistica nel sistema di produzione capitalistico: dalla sua configurazione, come una delle principali tecniche di guerra, alla sua smaterializzazione contemporanea.
L’autore
Cesare Alemanni nasce nel 1982, è scrittore e giornalista. Si occupa principalmente delle questioni relative all’intersezione tra la tecnologia e le relazioni internazionali. Da poco tempo cura la newsletter Macro (https://macroo.substack.com/). La signora delle merci. Dalle caravelle ad Amazon, come la logistica governa il mondo (Luiss University Press, 2023) è il suo secondo libro.
Dalle caravelle ad Amazon
La signora delle merci si apre con una domanda: «Perché scrivere di logistica?» In effetti, tale concetto sembra banale. Chiunque ha un’idea approssimativa di cosa sia un container o un magazzino ricco di scatoloni. Tuttavia, il libro indaga in maniera approfondita il legame fra il sistema di produzione capitalistico e la razionalità intrinseca agli spropositati flussi di oggetti che quotidianamente si muovono nel mondo per scopi economici e non solo.
È lo stesso Marx, nel primo libro de Il Capitale, a sostenere che «Il modo di produzione capitalistico si presenta come una immane raccolta di merci». Esse costituiscono, quindi, una componente fondamentale del capitalismo sin dalla sua ascesa come sistema sociale. La logistica, ci spiega Alemanni, è la ragione delle cose – un’affermazione per niente azzardata. L’organizzazione dei flussi di scambio delle merci funge da vero e proprio ingranaggio che consente al sistema-mondo capitalistico di restare in moto.
L’arte della guerra
La signora delle merci ripercorre la storia della logistica, partendo dal suo uso militare sino ai giorni nostri dove viene data per scontata. Il XVIII secolo ha visto un’ampia espansione del sistema-mondo; il processo di mondializzazione sistemico concerne non solo l’aspetto prettamente economico, ma anche quello bellico – non a caso si parla di rivoluzione della guerra. Con la costruzione del sistema nazionale, e conseguentemente di eserciti nazionali, sorge la necessità di standardizzare ed organizzare le truppe militari; la rivoluzione della logistica degli eserciti è, di conseguenza, una componente fondamentale dell’edificazione dello Stato occidentale moderno.
Mare
Giovanni Arrighi spiega, nel suo capolavoro Il lungo XX secolo, che la storia del sistema mondo capitalistico si è articolata nel susseguirsi di ben quattro cicli egemonici: un ciclo genovese, uno olandese, poi britannico e statunitense. Questi entrepôt erano accomunati da un aspetto cruciale ai fini della loro affermazione egemonica: il mare. Esso ha garantito la formazione di uno spazio-di-flussi di mercanti banchieri che ha trionfato costruendo organizzazioni imprenditoriali non territoriali di dimensioni mondiali. La signora delle merci ripercorre quindi tutto il percorso storico di formazione del sistema capitalistico, ponendo particolare attenzione alle prime forme embrionali di multinazionali: la VOC e la Compagnia delle Indie Orientali.
Perché leggere Il libro?
Il 29 marzo 2021 la nave container Ever Given si incaglia nel canale di Suez; le immagini fanno il giro del mondo, infatti sui vari social vengono diffusi meme sull’evento. Questo colosso della logistica incastrato in uno snodo cruciale del commercio globale genera una certa sorpresa nello spettatore, abituato a considerare i processi commerciali come immateriali, dipendenti esclusivamente dal tasto che egli preme per acquistare su Amazon.
Questa schadenfreude verso il processo di scambio delle merci è una conseguenza dello sviluppo della logistica, infatti, spiega l’autore, la storica capacità di «camuffare enormi infrastrutture dietro l’immediatezza di un gesto o di una semplice interfaccia è parte della sua natura». La logistica vive spesso ritirata nell’invisibile. La signora delle merci consente al lettore di ri-materializzare un processo fatto di sabbia, fango, container, metallo e carne umana.
La sfida che si apre per l’umanità del futuro, immersa nel cosiddetto capitalismo immateriale, è proprio quella di restituire concretezza alle nuove tecnologie apparentemente smaterializzate – dall’intelligenza artificiale al mero acquisto di un articolo su Amazon – e di discuterne gli effetti concreti, spesso devastanti, sull’ambiente e sui lavoratori.
Fonte immagine: Luiss University Press