La torre è un romanzo distopico dello scrittore coreano Bae Myung-hoon, pubblicato da Add Editore a maggio 2022 e tradotto in italiano da Lia Iovenitti. Si tratta di una raccolta di sei racconti di storie differenti, ma con un fattore comune: si sviluppano all’interno di un grattacielo di 674 piani chiamato Beanstalk, una torre riconosciuta come stato sovrano.
Uno degli aspetti più interessanti del libro è sicuramente lo stile di scrittura dell’autore sudcoreano, con una prosa fluida, lineare e coinvolgente. Bae Myung-hoon utilizza un linguaggio preciso e tagliente, senza mai esagerare con gli aggettivi o le descrizioni. La narrazione risulta efficace, capace di trasportare il lettore nella realtà che l’autore ha ideato: ogni racconto, presentando diversi punti di vista, si configura come uno spaccato delle dinamiche di potere della torre, che è emblema dello spietato capitalismo contemporaneo.
La lotta di classe nella Torre. La distopia raccontata da Bae Myung-hoon
All’interno della Beanstalk immaginata da Bae Myung-hoon si susseguono le vicende più disparate e a tratti surreali, come quella del gruppo di ricercatori che, a valle di esami sui dati raccolti, deve rivelare al proprio capo che una delle figure più influenti della nazione è un cane.
Un’altra storia racconta le vicende di un operaio del Sindacato Lavoratori Trasporti Orizzontali che vince un concorso e viene assegnato alla Sorveglianza, diventando un verticalista responsabile delle esercitazioni degli ascensori volte a sventare attentati. In questo racconto, l’autore evidenzia le dinamiche di classismo che sono presenti nella società beanstalkiana. Gli orizzontalisti lavorano nell’industria orizzontale che trasporta i materiali da costruzione in orizzontale, attraverso i marciapiedi mobili installati in vari punti. Questi lavori richiedono la forza fisica e, come affermato dal protagonista del racconto: “non richiedono particolari conoscenze o investimenti”. Al contrario, i verticalisti lavorano nella Cooperativa Trasporti Verticali, dove sono presenti invece ascensori e montacarichi, e la forza fisica non è così importante rispetto alle macchine e le attrezzature. La Cooperativa Trasporti Verticali, per il concetto stesso di gerarchia e di ascesa verso l’alto o caduta verso il basso, ricorda il capitalismo, mentre il Sindacato Lavoratori Trasporti Orizzontali, che si basa sulla collaborazione tra gli individui coinvolti, riflette dinamiche e idee da associazione sindacale.
Ancora un altro racconto di Bae Myung-hoon, Il Buddha in piazza, narra le vicende di un elefante gentile, denominato “Il Buddha”, utilizzato suo malgrado contro la popolazione, in contrasto col proprio pacifico e sereno nome, per sedare le rivolte: il brano offre interessanti spunti di riflessione sulla censura e sulla manipolazione delle informazioni, tipiche dei regimi totalitari.
La vera forza de La Torre sta nell’abilità di Bae Myung-Hoon di creare un’atmosfera suggestiva e inquietante, in cui ogni racconto si interconnette con gli altri, creando un universo complesso e affascinante, caratterizzato da una rigida gerarchia e da uno spietato classismo, che si riflette nel concetto di suolofobia, presente in molti dei racconti: la paura di scendere al piano terra, emblema della paura del fallimento e simbolo del classismo insito alla società della Torre, mostrando al contempo le dinamiche di potere dei piani alti, la cui gestione si riflette sulla qualità della vita di tutti. In un mondo sempre più tecnologico e urbanizzato, la paura di scendere al suolo diventa quasi una patologia, che mette in discussione la capacità dell’uomo di adattarsi e sopravvivere al cambiamento. La torre si configura come microcosmo della società, dove le persone sono gerarchicamente divise, il potere è nelle mani di pochi e tutti hanno paura di ciò che è al di fuori della loro zona di comfort. La Torre di Bae Myung-hoon è un libro affascinante e coinvolgente, che affronta con sarcasmo temi di grande attualità come il classismo sociale e le dinamiche di potere nel mondo contemporaneo, creandone una visione dissacrante e oscura allo stesso tempo.
Immagine in evidenza dell’articolo “La torre di Bae Myung-hoon”: Ufficio Stampa