La trilogia di MaddAddam è composta da tre romanzi, che narrano di una realtà distopico-apocalittica, scritti e pubblicati dalla scrittrice canadese Margaret Atwood in un arco temporale compreso tra il 2003 ed il 2013. Secondo il “Los Angeles Time”, Atwood è stata in grado di creare un universo immaginario immenso, in grado di raccontare la ripopolazione del pianeta in seguito al verificarsi di un disastroso evento che compromette l’esistenza umana. Nell’ordine abbiamo: L’ultimo degli uomini (Orix and Crake, 2003); L’anno del diluvio (The Year of the Flood, 2009); L’altro inizio (Maddaddam, 2013).
L’ultimo degli uomini
Il protagonista del primo romanzo della trilogia di MaddAddam è quello che si presuppone essere l’unico sopravvissuto ad una tremenda epidemia, Jimmy. L’avvenimento più importante raccontato nel corso della narrazione è l’incontro che avviene tra Jimmy e un brillante studente di nome Glenn, a cui Jimmy affibbierà il nome Cracker, dal nickname con cui era conosciuto nel videogame Extinctathon. In virtù delle conoscenze di bioingegneria acquisite durante gli anni accademici, Cracker sarà in grado di dar vita a degli umanoidi, che prendendo spunto dal suo nome verranno soprannominati Crackers. Lo scopo dello scienziato è quello di sostituire gli essere umani con degli umanoidi da lui creati, in quanto ritiene che l’umanità sia ormai diventata troppo corrotta e violenta: invece di vivere in armonia con il Creato, l’uomo si è posto al di sopra di quest’ultimo, pensando di poterlo gestire come se fosse di sua proprietà. Il suo piano è quello di sterminare il genere umano facendo ingerire ad ognuno di loro la pillola BlyssPlus: questa viene presentata come una pillola capace di far ottenere salute e prosperità a chiunque la ingerisca; la verità è però ben diversa, in quanto la sua assimilazione provoca una pandemia distruttiva.
L’anno del diluvio
Le principali protagoniste del secondo romanzo della trilogia MaddAddam sono Toby e Ren, entrambe accolte nel loro quartier generale dai Giardinieri di Dio, il cui intento principale è quello di ritornare al primigenio attaccamento alla Natura. La prima è una ragazza il cui passato è stato segnato da un lato dalla violenza misogina perpetrata ai suoi danni da Blanco, il proprietario della catena di fast food per la quale lavora, e dall’altro dalla terribile morte a cui non sono riusciti a scampare i suoi genitori. Ren, invece, trascorre l’infanzia e l’adolescenza presso il quartier generale dei Giardinieri di Dio insieme alla madre. In seguito al loro allontanamento, Ren inizia a lavorare come ballerina in un night club per poter sopravvivere. Il personaggio di Blanco prima e l’incombente epidemia scatenata da Crake rischiano di risultare fatali alle due giovani donne, le quali però, anche grazie all’aiuto di Jimmy e dei Giardinieri di Dio, proveranno a sfuggire alle numerose insidie.
L’altro inizio
Toby e Ren fanno ritorno al loro rifugio con l’obiettivo di rinforzare le difese per prevenire attacchi da parte di pericolosi nemici. Insieme a loro iniziano a vivere i Crackers, la specie pacifica composta da umanoidi e creata in laboratorio dallo scienziato Crake. Tuttavia, la convivenza tra questi mondi si rivelerà precaria, in quanto negativamente influenzata da incomprensioni e sospetti reciproci. Intanto Zeb, un esponente del gruppo dei MaddAddam, composto da scienziati disertori e ribelli, cercherà di entrare in contatto con i Giardinieri di Dio, insieme ai quali tenterà di opporsi alla volontà distruttiva dei CorpSeCorps, la forza contendente avversaria.
Margaret Atwood ha dato vita ad un racconto edificante, con l’obiettivo primario di metterci in guardia dinanzi alle possibili conseguenze negative che sia noi, intesi come appartenenti alla specie umana, sia il mondo di cui siamo parte integrante ci ritroveremo ad affrontare nel caso in cui quella prevalente dovesse continuare ad essere una prospettiva eccessivamente antropocentrica. Sembra quasi che solo l’avvento di una distruzione di massa possa realmente farci rendere conto del fatto che, se le cose non dovessero cambiare nel breve-medio periodo, vani potrebbero essere i nostri futuri tentativi di voler preservare l’unità planetaria, assicurare la salvaguardia del globo e garantire la nostra stessa sopravvivenza. Quello di Margaret Atwood diventa, quindi, un monito per continuare a nutrire la speranza che un cambiamento, in un futuro si spera non troppo lontano, possa avvenire per il bene di tutti.
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