Le cose che non ci diciamo (fino in fondo) è il recente libro scritto da Ferruccio de Bortoli (ex direttore giornalistico de Il Corriere della Sera e de Il Sole 24 ORE, presidente della casa editrice Flammarion S.A., vicepresidente dell’Associazione italiana editori, editorialista e scrittore), pubblicato dalla casa editrice Garzanti nello scorso novembre.
Le cose che non ci diciamo (fino in fondo): il testo
Con Le cose che non ci diciamo (fino in fondo), Ferruccio de Bortoli si propone in una duplice impresa: la prima, un’analisi di fatti vicini e lontani; la seconda – strettamente connessa alla prima – un’indagine di coscienza – personale e civica – che trae spunto dal novero e dell’investigazione di quegli stessi eventi vicini e lontani. Fatti di cronaca, sociali, civili che hanno scosso – o continuano a scuotere – l’attenzione pubblica delle cronache e che mai dovrebbero cessare di scuotere le coscienze (non fosse altro perché il ricordo ci permette di non ricadere più negli stessi errori del passato, nefasti): de Bortoli scrive e vede tutto con la penna e con l’occhio del giornalista e con una scrittura veloce e secca, in linea con la sua professione, si inserisce nei fatti di cronaca “tagliandoli di netto”, mettendoli sotto gli occhi dei lettori, crudamente; ma la sua è una cronaca oggettiva mista al pensiero soggettivo: c’è, insomma, la cronistoria trascritta dal professionista e c’è la personalissima riflessione dell’uomo; emerge a più riprese questo doppio filo di scrittura e di interpretazione ed è questo, ad esempio, il caso – per citare una porzione del testo – del pezzo Le ferite aperte e i troppi silenzi milanesi in cui, con la frase «sicurezza granitica – e un po’ spavalda ammettiamolo» l’autore lascia parlare l’orgoglio di una parte di popolazione italiana di fronte alla feroce oggettività del reale.
Parole e pensieri su sanità, politica, convivenza civile, attenzione alle questioni urbane, sociali, panoramiche sul governo – assetti, opere, potenzialità, mancanze –, inviti ad agire su questioni economiche e fiscali, sull’istruzione: ecco alcuni fra i temi trattati da Ferruccio de Bortoli nel suo testo; una riflessione che – come è giusto che sia – apre le porte della mente permettendo alla stessa di percorrere le vie di ulteriori riflessioni, di ulteriori ragionamenti che rimandano ad altre meditazioni, invitando i lettori a fare i conti con la realtà e a prendere le proprie responsabilità di coscienza.
«Uno dei momenti più drammatici e significativi del 2020 è stata la preghiera di papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro, spettralmente vuoto, il 27 marzo. È il tempo di scegliere», disse […] «che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è […] La cura della casa comune è al centro dell’enciclica Laudato si’ […] Ora si tratta di non disperdere quell’immenso capitale sociale ritornando a coltivare i difetti di sempre. E dimenticare così le virtù sprigionate dall’emergenza. Questo è uno dei pericoli che abbiamo davanti. Se vogliamo scongiurarlo non dobbiamo nasconderci molte verità amare che in questo libro ho tentato di raccontare».
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