Le Macerie prime di Zerocalcare e i nostri demoni

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Edito da Bao Publishing, Macerie prime è il nuovo libro di Zerocalcare che torna in vetta alle classifiche dopo i successi di Dimentica il mio nome e Kobane calling.

Zerocalcare, al secolo Michele Rech, è uno dei fumettisti italiani più apprezzati. Negli ultimi anni, grazie ai suoi lavori, migliaia di lettori si sono avvicinati ai “disegnini”, come li definisce lo stesso autore, capendo che le tavole di una graphic novel possono essere belle quanto le pagine di un romanzo. Il successo di pubblico è stato poi consacrato dal riconoscimento della critica quando Dimentica il mio nome è stato preso in considerazione per il Premio Strega. Chi ha letto tutti i lavori di Zerocalcare sa bene quanto le opere siano progressivamente migliorate negli anni constatando una crescita artistica notevole. Dopo aver dimostrato una maturità artistica, Zerocalcare torna al racconto della quotidianità per riflettere su quanto sia difficile crescere e cambiare.

Cosa sono le Macerie prime? «Se penso che le persone con le quali sono cresciuto – persone migliori di me che ancora adesso, quando parlano, prendo appunti per segnarmi le cose da dire nelle interviste – fanno l’inventario di notte nei supermercati, l’unico modo che ho di rappresentare le loro vite è questo: un mondo di macerie». Sebbene l’intento dell’autore non sia quello di comporre un ritratto generazionale, Macerie prime è il miglior modo per capire la precarietà di chi ha dai venti ai quaranta anni. Non si pensi però ad una lettura noiosa ed angosciante, perché Zerocalcare non si sofferma su stereotipi o complesse dinamiche sociali ma propone dialoghi semplici e diretti.

Il punto di forza di Macerie prime sono i personaggi che, esprimendo desideri e aspirazioni individuali, intercettano  sentimenti, paure e gioie che sono universali. A tal proposito l’autore ha dichiarato: «Ho intervistato i miei amici per fare questo libro ed è stato imbarazzante. Ho il pallino di non voler mettere in bocca alle persone cose arbitrarie o che non pensano o che non dicono. Poi i personaggi sono stati mescolati, alcuni racchiudono anche tre personaggi insieme, oppure ho cambiato dei dettagli in modo tale che tutti possano dire alla loro madre, “Ahò, guarda che questo non sono io!”».

Mentre nelle opere precedenti la presenza di un narratore che filtrava gli eventi era costante, in Macerie Prime Zerocalcare fa un passo indietro per dare vita ad un’opera corale. Finalmente il lettore ha la possibilità di capire chi sono realmente Secco e Cinghiale, personaggi storici che in questi anni sono cresciuti e cambiati. Il pretesto per conoscere meglio tutti gli amici di sempre è il matrimonio di uno di loro che porterà Zerocalcare a riflettere su quanto il successo e gli impegni rendano difficile dedicare le dovute attenzioni agli affetti più cari. È difficile trovare un equilibrio tra persona e personaggio soprattutto a causa delle aspettative altrui.

Tra le Macerie si aggirano i demoni che Zerocalcare vuole affrontare

Macerie prime è il racconto dei demoni che ognuno di noi deve costantemente affrontare per crescere. Ma di cosa si nutrono i nostri demoni? Si nutrono della «paura di tutto ciò da cui non si può tornare indietro» come una scelta che nell’aprire una porta ne chiude tante altre, delle frustrazioni che ci spingono a riversare la rabbia contro vittime innocenti e di un egoismo frutto della necessità di sopravvivere alla percezione di un mondo che ci sfrutta.  Macerie prime racconta tutto ciò e lo fa con una leggerezza che non sfocia mani nella superficialità. Si ride tanto e in alcuni passaggi ci si commuove.

Si tratta di un’opera divisa in due parti: il secondo capitolo sarà pubblicato a maggio 2018 con i personaggi invecchiati di un semestre. Riusciranno quelli che percepiamo un po’ come nostri amici a sconfiggere i loro demoni e a superare le loro crisi? Non ci resta che aspettare sperando che sia così perché, in fondo, in quei personaggi ci rispecchiamo.

A proposito di Salvatore Tramontano

Studia Mass Media e Politica presso l'Università di Bologna. Scrive per capire cosa pensa.

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