Libri di Isabel Oyarzábal: 3 da leggere

Libri di Isabel Oyarzábal: 3 da leggere

Isabel Oyarzábal nasce a Malaga il 12 giugno del 1878. Fu una traduttrice, attrice, giornalista, scrittrice e diplomatica spagnola. La sua è una figura poliedrica, la cui importanza ha iniziato a ricevere la giusta attenzione solo negli ultimi anni. Quali sono i libri di Isabel Oyarzábal che vale la pena leggere?  Vi consigliamo i tre che rappresentano meglio il suo pensiero.

Libri di Isabel Oyarzábal:

El alma del niño

El alma del niño è un saggio di letteratura infantile che rappresenta il risultato delle inquietudini di carattere pedagogico dell’autrice che, prima ancora di essere un’intellettuale poliedrica, era una donna che stava sperimentando, sulla propria pelle, i cambiamenti e le innovazioni appartenenti agli anni venti del XX secolo. All’interno del saggio, pubblicato nel 1921, l’autrice descrive ed elenca qualità, virtù, difetti e vizi infantili, partendo dalla tenera età ed analizzandoli da un punto di vista empirico. Inoltre, dispensa una serie di consigli indirizzati alle figure genitoriali e agli educatori, sottolineando l’importanza e la necessità di stabilire un rapporto basato sulla comunicazione, al fine di crescere la prole nel migliore dei modi. Isabel de Palencia si dedica alla scrittura di quest’opera destreggiandosi magistralmente tra metodi propri della psicologia sperimentale e naturalista e quelli che, invece, rientrano nel ramo della psicologia evolutiva. Tra i libri di Isabel Oyarzábal, El alma del niño è tra quelli che possono essere collocati nella sfera didattica.

El sembrador sembró su semilla

El sembrador sembró su semilla, pubblicato nel 1923, è un romanzo che si sviluppa attorno ad un nucleo tematico principale, ovvero l’eredità biologica nella discendenza: quella proprietà, appartenente agli esseri viventi, di trasmettere ai propri discendenti il patrimonio genetico e le caratteristiche specifiche. La maternità rappresenta il soggetto centrale dell’opera di Isabel de Palencia, una maternità fallita, evento che sarà la causa di un cambiamento travolgente nella vita della protagonista, Mónica. Dopo solo poche ore di vita, infatti, il neonato muore. Il dolore di Mónica è ancora più grande, perché, inizialmente, le persone accanto a lei non le comunicano la terribile notizia e decidono di occultare la morte del figlio; inoltre, quando viene a conoscenza della notizia, era convinta che tale evento non si sarebbe verificato se lei avesse avuto la possibilità di prendersi cura del bambino, il quale le era stato strappato dalle braccia appena nato. È in questo preciso punto che inizia a prendere forma l’assunto dell’opera.

Diálogos con el dolor

Diálogos con el dolor vide la luce editoriale nel 1944 ed è considerato, tra i libri di Isabel Oyarzábal, il suo tentativo narrativo più moderno. Si tratta di nove racconti drammatici introdotti da un prologo in cui l’autrice esplora ed amplia il concetto di dolore e, dall’interno, ne esamina due forme differenti: la prima è il dolore fisico, quello del corpo, mentre la seconda consiste nel dolore spirituale, quello dell’anima. Conclude, poi, affermando che, mentre il dolore fisico viene attenuato dallo scorrere del tempo, la sofferenza spirituale non si può attutire, perché neutralizzarla significherebbe «smettere di sentire». Per non rischiare di sperimentare il dolore dell’anima, sarebbe necessario privarsi della possibilità di amare e di nutrire qualsiasi tipo di illusione sentimentale. Tuttavia, Isabel de Palencia spiega che il dolore non doveva provocare paura ed essere oggetto di timore, basta accettarlo e l’unica maniera per poterlo accettare era vivere. L’essenzialità della vita risiedeva, quindi, nell’amore e nel dolore. Quest’ultimo è il concetto principale attorno al quale ruota Diálogos con el dolor, opera in cui viene reso esplicito dal racconto di nove situazioni specifiche, che vedono protagoniste, per la maggior parte, donne: l’amore non ricambiato, l’impossibilità di dare alla luce, la perdita di un figlio, il dolore del corpo, il disamore, la giovinezza andata via e la malattia, l’incomprensione e l’esperienza della guerra. Tutti questi concetti, tuttavia, vengono analizzati e raccontati utilizzando un approccio positivo, volto alla speranza.

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