L’ora della stella: il romanzo di Clarice Lispector e il film di Amaral

L'ora della stella: il romanzo di Clarice Lispector e il film di Amaral

L’ora della stella (A hora da estrela) è l’ultimo libro della scrittrice ucraina naturalizzata brasiliana Clarice Lispector. È stato pubblicato nell’ottobre del 1977, due mesi prima che la scrittrice si spegnesse a causa di un cancro. A febbraio dello stesso anno, Clarice Lispector accenna alla sua opera durante l’ultima famosa intervista da lei concessa a TV Cultura.

Il romanzo e la storia di Macabéa

L’ora della stella racconta la storia di Macabéa, una ragazza di diciannove anni nativa dello stato di Alagoas, nel Nordest, che si ritrova a rappresentare tutti i nordestini che si trasferiscono a Rio de Janeiro alla ricerca di un futuro migliore.

Macabéa è orfana di entrambi i genitori, ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza con una zia che la maltrattava convincendola che le percosse fossero qualcosa di positivo, ha una scarsa istruzione ed è povera, “tão pobre que só comia cachorro-quente” (talmente povera che mangiava solo hot-dog), come dirà la stessa autrice. A Rio trova lavoro come dattilografa e, nonostante le continue sbavature di inchiostro sui fogli il suo capo, seu Raimundo, non la licenzia, provando compassione per lei.

Macabéa è vittima di “uma inocência pisada” (un’innocenza calpestata); nel momento in cui inizia a frequentarsi con un tale Olímpico de Jesus, un ragazzo ambizioso e anche lui proveniente dal Nordest, egli viene sedotto dalle avances di Glória, l’avvenente collega di lavoro della protagonista, su consiglio di una cartomante che aveva visto per lei un futuro raggiante. La rottura della frequentazione non suscita alcuna reazione nell’animo di Macabéa, la accetta passivamente perché la sua ingenuità non le porta a vedere il male in nessuna situazione. Continua a vivere la sua esistenza di persona inesistente, noncurante delle avversità.

Glória si sente colpevole e consiglia anche alla sua collega di andare dalla cartomante, Madama Carlota. Una volta lì, si conferma il filo conduttore di tutta la storia quando Madama Carlota dice a Macabéa “Che vita orribile!”; in questo momento, per la prima volta, la giovane nordestina impallidisce perché non si era mai resa conto prima che la sua vita fosse così brutta.

La cartomante però, improvvisamente, le racconta che nella sua vita sta per esserci una completa svolta; incontrerà un uomo dai capelli biondi e gli occhi azzurri che si chiama Hans e i due si innamoreranno perdutamente. Inoltre, aggiunge che brillerà come una stella, per la prima volta nella sua misera esistenza. Felice, Macabéa ringrazia la donna, esce e in strada viene colpita da un’automobile di lusso, una Mercedes, guidata da un giovane uomo, ovvero il famigerato Hans, e perde la vita; il destino di Macabéa, così come predetto da Madama Carlota, si compie, siccome la stella che farà brillare la protagonista non è altro che quella dello stemma della Mercedes.

Rodrigo S.M., il narratore del romanzo, ha un atteggiamento ambivalente; dapprima sembra quasi essere disinteressato al raccontare la storia della povera Macabéa, preferendo dedicarsi alla spiegazione di varie digressioni filosofiche legate soprattutto alla sua carriera di scrittore, mostrando disprezzo verso la ragazza e la sua vita; nell’ultima parte, invece, il narratore inizia a provare compassione per Macabéa, rattristandosi per quella che lui chiama la sua “antieroina”, ma non potendo evitare di raccontare le sue disavventure.

L’adattamento cinematografico

Nel 1985, la regista Suzana Amaral ha realizzato un adattamento cinematografico de “L’ora della stella”, dal titolo omonimo. Tra gli attori che vi hanno preso parte abbiamo Marcélia Cartaxo, nei panni di Macabéa, e la nota attrice Fernanda Montenegro, che ha interpretato Madama Carlota.

Il film ripercorre molto fedelmente le disavventure di Macabéa che, però, in questo caso, non sono raccontate da un narratore onnisciente come avviene nel romanzo. Qui si insiste sul ruolo della fedele amica della protagonista, ovvero Rádio Relógio, che è la sua unica compagnia; inoltre, si dà maggior risalto ai sentimenti della giovane nordestina: infatti mentre ascolta alla radio una canzone di Caruso, si commuove e scoppia in lacrime, lasciando quindi intravedere un lato di lei genuino e, in un certo senso, anche raffinato. Nel film si nota maggiormente, rispetto al libro, che viene maltrattata da quasi tutti quelli che la circondano che, infatti, non valorizzano la sua innocenza, ma bensì la deridono perché priva di identità; in realtà, il fatto che Macabéa sembra che viva in un mondo a sé stante, potrebbe derivare dalla mancanza di affetto ed empatia durante la sua infanzia, chiudendosi in una sorta di corazza per non affrontare la crudeltà del mondo.

Nella scena finale, dopo l’incontro con la cartomante, Macabéa non va subito in strada, ma si ferma in un negozio a comprare un vestito azzurro: la ragazza è felice, per la prima volta la si vede sorridere, si trucca e si pettina per bene, noncurante del destino che di lì a poco la aspetterà.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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