L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta, Omer Friedlander | Recensione

L'uomo che vendeva l'aria

L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta, pubblicato nella collana La Stagione di NNEditore, è una raccolta di racconti ambientati in Israele che sancisce l’esordio letterario di Omer Friedlander. Con la traduzione italiana di Irene Abigail Piccinini, il lettore viene trasportato in un mondo intriso di magia e legami indissolubili, connesso alle tradizioni di un paese in cui la storia e il cinico presente si intrecciano inevitabilmente. 

L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta è una costellazione di fiabe capovolte che strizza l’occhio agli amanti delle atmosfere de Le Mille e una notte e dei romanzi di Eshkol Nevo, in cui è possibile scrutare i percorsi intimi di uomini e donne accomunati da un dolore profondo generato dagli eventi geopolitici, desiderosi di sfuggire alla violenza. 

I personaggi provano a distaccarsi dal contesto attuale nel quale vivono, mescolando le propria quotidianità ai ricordi di un passato ormai cancellato dall’inarrestabile vento degli eventi storici come accade alle precarie abitazioni costruite dai beduini, le quali prive di solide fondamenta, si smaterializzano nel deserto. Tali destini sono accomunati da una malinconia dolceamara la quale, posta sullo sfondo come il paesaggio di un quadro esotico, non impedisce ai personaggi di condurre le proprie vite all’insegna della speranza, aiutandosi con una fervida immaginazione che concede loro un tocco di colore e tridimensionalità. 

L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta: uno sguardo ai racconti

Il racconto che dà il titolo alla raccolta, L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta, descrive gli sforzi di un padre che arriva a inventarsi espedienti assurdi per riuscire a guadagnare dei soldi per non deludere le aspettative della figlia Lali, inconsapevole dello stato di povertà nel quale versa il protagonista. Nella cornice dei vicoli di Tel Aviv, Simcha raggira i turisti creduloni vendendo loro delle bottiglie contenenti aria catturata in Terrasanta, facendosi aiutare dalla figlia, la quale crede sia tutto un gioco, ai limiti del verosimile, inscenato dal padre per intrattenerla e mostrarle le sue doti da abile venditore. Tra le pagine della raccolta è possibile imbattersi in personaggi  avvolti da un’aura di mistero e rimpianto come l’anziano proprietario ebreo di un aranceto di Giaffa, il quale dovrà fare i conti con il senso di colpa che lo ha accompagnato per tutta la vita, guardando negli occhi la nipote di un amico d’infanzia palestinese. Inoltre, il lettore potrà conoscere le insolite abitudini del collezionista di sabbia, un contrabbandiere beduino che si innamora di una giovane ragazza sionista e conserverà la loro storia d’amore all’interno di barattoli di sabbia con delle etichette che riportano alla mente i momenti più felici di un legame destinato a spezzarsi. 

Dunque, L‘uomo che vendeva l’aria in Terrasanta è una raccolta di racconti che ha il sapore di tempi e atmosfere ormai svaniti, i quali grazie alla penna di Omer Friedlander ritrovano spazio in un mondo in cui i sentimenti più puri sono dimenticati nei meandri dell’animo umano.

 

 

Fonte immagine di copertina: NNEditore

 

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