Madonna col cappotto di pelliccia di Sabahattin Ali (Recensione)

Madonna col cappotto di pelliccia, in uscita il 10 Gennaio per la casa editrice Fazi Editore, può essere definito “il romanzo dimenticato di Sabahattin Ali“.

Pubblicato per la prima volta negli anni ’40, è stato a lungo relegato nell’oblio e solo nel nuovo millennio è tornato alla ribalta grazie alla predilezione che gli hanno riservato i giovani che occupavano Gezi Park nel 2013. Il romanzo, ristampato in milioni di copie, da allora è divenuto un oggetto di culto non solo in Turchia ma in moltissimi altri Paesi sia occidentali che orientali,acclamato dalla critica e dal pubblico.

La forza di questo romanzo, apparentemente romantico e politicamente disimpegnato, sta non solo nella scrittura limpida, pulita e, allo stesso tempo, forte: l’aspetto che colpisce più di ogni altro è quello della caratterizzazione dei personaggi, che tendono a ribaltare gli stereotipi sociali e di genere, profondamente radicati nella società turca degli anni ’40.

I due protagonisti di Madonna col cappotto di pelliccia si muovono in un mondo fortemente patriarcale, in cui gli uomini devono essere forti e le donne possono abbandonarsi alla debolezza. Maria e Raif, invece, sovvertono tale equilibrio naturale, mescolando le carte e mostrando, più o meno liberamente, caratteristiche che vanno  oltre la solita stereotipia.

Maria, giovane pittrice berlinese, è indipendente, fiera, un po’ sopra le righe. Raif Effendi, turco, sembra apparentemente un uomo mite, quasi estraneo al mondo che lo circonda. Eppure, guardando oltre le apparenze, si scopre un animo sensibile, capace di emozioni alte, vere e totalizzanti. Con la figura di Raif Effendi, Sabahattin Ali mette anche in evidenza che troppo spesso non riusciamo a considerare la profondità degli altri, limitandoci solo alle apparenze, semplicemente perché non abbiamo il tempo e l’interesse di conoscere le persone che abbiamo davanti. È proprio questo voler guardare in profondità le cose che, forse, ha reso questo romanzo tanto caro ai giovani turchi, che cercano di resistere ad un regime repressivo grazie ad un approccio romanticamente eroico alla vita.

Madonna col cappotto di pelliccia. La trama

Madonna col cappotto di pelliccia è scritto come un “romanzo nel romanzo”. La sua struttura a cornice ricorda un po’ quella delle scatole cinesi, nelle quali l’involucro più interno nasconde un gioiello prezioso, in questo caso, il racconto della vita giovanile di Raif Effendi e del suo amore eterno per Maria Puder.

La voce narrante della cornice esterna è quella di un anonimo impiegato di Ankara. Siamo negli anni ’30 e il giovane, impiegato di banca disoccupato, viene assunto da una ditta che commercia macchine industriali. Come ultimo arrivato, si trova a condividere l’ufficio con Raif Effendi, il cui compito è tradurre in tedesco i documenti.

Uomo solitario e schivo, Raif colpisce subito il suo compagno per la sua apparente mediocrità. Tutti lo trattano con sufficienza, tanto al lavoro quanto in casa. Nonostante ciò, i due entrano sempre più in confidenza, e il giovane comincia a sospettare che, dietro quell’apparenza così dimessa e subalterna, possa nascondersi dell’altro. Ma quale può essere la ragione di vita di una persona simile?

Il taccuino di Effendi, consegnato in punto di morte al collega, contiene le risposte, raccontando una storia tutta nuova: dieci anni prima, un giovane e timido Raif Effendi lascia la provincia turca per imparare un mestiere a Berlino. Visitando un museo, rimane folgorato dal dipinto di una donna che indossa un cappotto di pelliccia, e ne è così affascinato che per diversi giorni torna a contemplare il quadro. Finché una notte incrocia una donna per strada: la stessa donna del dipinto. Maria. Un incontro che gli sconvolgerà la vita.

Amore e solitudine

La storia tra Maria e Raif è potente e intensa. È un incontro tra due mondi che, diversi e distanti, sembrano non doversi incrociare mai. Tanto è libera, aperta, carnale Maria, quanto è timido, silenzioso e timoroso Raif. Entrambi, per motivi diversi, hanno paura di ciò che li circonda e rispondono a questa paura con le armi che hanno a disposizione: l’una mostrandosi più forte di quanto non sia in realtà, l’altro lasciandosi trasportare dalla corrente.

Nel loro amore, Maria detta le regole, innalzando barriere e scavando fossati in modo da non rischiare di essere ferita; Raif, con costanza e dolce determinazione, ricopre i fossati e distrugge le barriere emotive di Maria. È grazie alla sua determinazione che i due mondi distanti si possono incontrare, sebbene per un periodo breve. Come scrive lo stesso Raif “tutti gli incontri, tutti i legami sono illusori. Le persone possono avvicinarsi solo fino a un certo punto, adattandosi a vicenda superficialmente“.

L’amore, anche quello vero e immenso, non basta, e la sostanziale solitudine a cui tutti, volenti o nolenti, siamo destinati, rompe i legami e separa i mondi. La grande malinconia di Madonna col cappotto di pelliccia sta nel guardare a ciò che avrebbe potuto essere e non è stato: Raif, solo e sconfitto eppure gelosamente ancorato al ricordo dolceamaro di quell’amore, diventa l’ultimo eroe romantico in un mondo in cui c’è ancora bisogno di speranza. 

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