Nuvole di fango, l’esordio di Inge Schilperoord

Nuvole di fango, il romanzo di esordio di Inge Schilperoord

Nuvole di fango, recensione del romanzo di Inge Shilperoord –

Nuvole di fango, opera prima della psicologa Inge Shilperoord edito da Fazi, è un romanzo che cattura e travolge il lettore, guidandolo nella mente di un criminale: Jonathan, un pedofilo. Non vi sono altri termini per definire la morbosa attenzione che riserva alle bambine che, a poco a poco, diventano l’oggetto dei suoi pensieri più nascosti ed erotici. Per questo, il ragazzo ha affrontato un periodo in carcere dal quale è uscito per mancanza di prove schiaccianti a suo carico.

Eppure, il lettore che si accosti a Nuvole di fango non riesce a odiare davvero questo giovane che ci appare così umile, così spaventato dal mondo tanto da vivere una vita defilata, chiuso in un isolamento autoinflitto che gli permette di innalzare barriere insormontabili tra sé e il resto della comunità in cui vive.

Il romanzo ruota tutto intorno a Jonathan o, meglio, intorno al suo tentativo di redenzione da una colpa che non sente davvero sua. Egli è, in fondo, un bravo ragazzo che si è sempre preso cura della madre e della casa, che ha sempre lavorato per portare avanti la famiglia. È un ragazzo che ama pescare in solitudine e prendersi cura del suo acquario. Un ragazzo normale che ha commesso un errore, uno stupido errore e ne ha pagato le conseguenze.

Questo è quello che Jonathan si ripete ogni giorno, mentre esegue gli esercizi assegnatigli dallo psicologo del carcere e disegna grafici per tenere il passo dei suoi progressi. Il ritorno di Jonathan al mondo reale è segnato da una serie di tentativi di riabituarsi a vivere secondo quella routine all’interno della quale si sente calmo e protetto, e tutto sembra procedere bene, sebbene un po’ a fatica, fino a che un pesce e una bambina irrompono nella sua quotidianità fatta di gesti e di parole sempre uguali.

Nuvole di fango nel cuore e nella mente

Jonathan, la tinca ed Elke. Tre elementi fondamentali di Nuvole di fango appaiono intrecciati non solo per il ruolo che essi svolgono nella trama, ma anche a livello più profondo. Jonathan pesca la tinca, quasi morta, in un laghetto nei pressi della sua casa e decide di portarla a casa, nel suo acquario ormai vuoto e desolato come il resto del villaggio. Con il passare dei giorni, si convince che salvando il pesce dalla morte fisica salverà se stesso dalla morte interiore; così si impegna anima e corpo in questo progetto, instaurando un rapporto quasi morboso con la tinca: nel pesce, costretto a vivere lontano dal suo habitat per non morire, Jonathan rivede se stesso, obbligato a restare nell’ambiente triste e claustrofobico del suo paesino per non dover affrontare il mondo di fuori, pronto a puntare il dito contro i suoi errori.

L’autrice ci informa su una caratteristica importante della tinca: d’estate si immerge nella melma dei fondali e, quando poi torna a muoversi, inevitabilmente solleva nuvole di fango. Questo, ancora di più, accomuna il pesce a Jonathan, un ragazzo “difettoso” che cerca di rendersi invisibile al mondo ma che solleva nuvole torbide ad ogni movimento. Se l’incontro con la tinca sembra dare momentaneamente non solo uno scopo ma anche una possibilità di espiazione alla vita di Jonathan, sarà tuttavia un altro l’evento che lo segnerà in via definitiva.  Qualche giorno dopo il fortunato evento, Jonathan conosce Elke, una bambina magra e trasandata che vive nella villetta di fronte alla sua completamente abbandonata a se stessa. Elke, che nonostante la sua età ha dovuto abituarsi a cavarsela da sola, trova in Jonathan e nel suo pesce spiriti affini.

Ricerca la loro presenza, vedendo nel ragazzo che tutti ritengono strano, un confidente e un amico di giochi. Si apre a lui, credendo di poter trovare quel conforto che le manca nell’ambiente familiare e di cui necessita. Anche Elke, come la tinca, sta morendo lentamente a causa dell’indifferenza che la circonda e Jonathan trova in lei un nuovo soggetto da aiutare. Si convince di poter essere per Elke tutto ciò di cui ha bisogno. Si convince di poterla salvare e, allo stesso tempo, dimostrare di essere diverso dal mostro che tutti credono. Si convince di riuscire a starle vicino senza fagocitarla nelle sue nuvole di fango.

Nuvole di fango è un romanzo struggente, bellissimo e inquietante allo stesso tempo. Un esordio straordinario che lascia col fiato sospeso e con l’amaro in bocca per gli eventi che segnano questo personaggio, il quale nella sua umanità riesce a suscitare pietà nonostante tutto.


Nuvole di fango

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A proposito di marianna de falco

Marianna è nata ad Avellino 28 anni fa, si è laureata in Filologia Classica. Ama la musica, i cani, il gelato e la scrittura. Ha sempre con sé un taccuino per poter appuntare i suoi pensieri volanti

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