Perché leggere i classici di Italo Calvino: 3 opere nell’opera

Perché leggere i classici di Italo Calvino: 3 opere nell'opera

Perché leggere i classici è l’opera che contiene le opere per eccellenza. Questa matrioska, di Italo Calvino, fu pubblicata postuma nel 1991. La ricercatissima selezione di saggi che l’autore propone, offre un campo di lettura ampio e variegato, permettendo allo stesso tempo una possibilità conoscitiva delle opere, romanzi, novelle, che hanno fatto la storia della letteratura non solo europea, ma globale. Rimane, però, la questione più importante di tutte: cos’è un classico? Come lo si fa a definire tale? Cosa distingue un classico da una semplice libro? Tra l’infinita opportunità di scelta presentata dai classici di Calvino, da Omero fino a Montale, Hemingway o Balzac, ecco tre opere “nell’opera” a molti forse sconosciute, ma che per lo scrittore ligure sono veri e propri classici intramontabili.

Perché leggere i classici: Charles Dickens, Our mutual friend

Pubblicato nella Londra vittoriana del 1864, e a puntate su un giornale dell’epoca, Our mutual friend di Charles Dickens rappresenta un must have nella collezione letteraria di Calvino. All’interno di questa storia con una trama ricca e complicata, degna del suo secolo, il protagonista John Harmon è un viaggiatore perspicace, il quale dovrà ricevere tutta l’eredità lasciatogli dal padre morente; date le condizioni dettate da quest’ultimo prima di morire, quelle di sposare la giovane ragazza  Bella Wilfer, pena l’esclusione di John dall’ingente somma di eredità, il protagonista è intenzionato a trovare uno stratagemma per riuscire a conoscere la sua futura sposa prima del matrimonio combinato. Non poche disavventure si metteranno sul cammino di John, ma il romanzo crede proprio a questo: superare le difficoltà e arrivare all’obiettivo prefissato, seppur con qualche incidente di percorso. In parallelo, Dickens riesce anche a sviluppare un’altra storia all’interno del racconto, quella dell’innamorato Eugene Wrayburn; vittima anch’egli di non poche sfortune, l’insegnamento dell’autore, però, alla fine salverà tutti: la forza di un amore voluto.

Perché leggere i classici: Denis Diderot, Jacques le fataliste

In italiano Jacques il fatalista e il suo padrone, Jacques le fataliste è un romanzo filosofico del filosofo e scrittore francese Denis Diderot. Simbolo massimo dell’epoca in cui è stato redatto, quest’opera illuminista del 1796 è ispirata dal romanzo inglese dello scrittore Laurence Sterne, Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo. Secondo il modello antico della velata satira e critica alla contemporaneità, Diderot si prende gioco della forma romanzesca, secondo la sua forte morale filosofica, facendo fuoriuscire dai racconti, il più delle volte umoristici, del protagonista Jacques, questo suo pensiero “fatalista”. Il titolo completo è in realtà Jacques le fataliste et son maitre, conosciuto però anche solo come Jacques le fataliste, poiché è il racconto del viaggio che il protagonista compie con il suo padrone, il quale rimane durante tutta l’opera senza un nome: un bel capovolgimento di importanza e status sociale. Sebbene Jacques sia sempre preso nel raccontare i suoi vari episodi e sventure amorose, il pregnante tono sarcastico di Diderot esce ogni volta fuori, attraverso le mille interruzioni di altri personaggi che il servo protagonista è costretto a subire. In questa immensa contraddittorietà di pensieri, il filoso settecentesco illumina le menti e i cuori dei lettori con l’andare oltre dei ruoli prestabiliti dalla società.

Perché leggere i classici: Mark Twain, L’uomo che corruppe Hadleyburg

Ambientato nella cittadina americana di, per l’appunto, Hadleyburg, questo racconto mira alla forte critica della corruzione della società americana di fine Ottocento. Mark Twain pubblica la sua opera nel 1899, la quale tarderà ad arrivare in Europa e in Italia e affermarsi come classico della letteratura, ma arriverà ad avere edizioni curate e tradotte senza precedenti, come quella redatta dal grande poeta e scrittore italiano Eugenio Montale. La storia presenta la piccola cittadina americana come onesta e con una popolazione incorruttibile: a simbolo di ciò, vivono a Hadleyburg 19 notai, celebri per il loro essere sempre veri e trasparenti. Il tutto, dal formidabile Twain, verrà smentito attraverso una semplice busta di dollari, quarantamila per l’esattezza, la quale, inviata per anonimato, spetta solo al cittadino più caritatevole che un giorno donò venti dollari ad un pover’uomo. Tra inganni, bugie e misfatti, verrà a galla la reale virtù degli abitanti della cittadina, quella di qualunque uomo dei nostri giorni: la fame per i soldi.

Perché leggere i classici: il classico dei classici

Racconti, romanzi, novelle, saggi, critiche, l’operazione che Calvino compie con questo libro intramontabile è grandiosa. La sua scrittura lineare, la sua saggezza nel prima scegliere e selezionare, e poi analizzare ogni singola opera e autore, fa capire come siamo stati fortunati e siamo tutt’ora a possedere nel panorama della nostra letteratura nazionale un’artista di questo calibro, un classico che scrive dei classici.

Fonte immagine: Archivio personale

 

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