Ricordati di me è il romanzo d’esordio di Emanuele Bosso. Il testo, pubblicato dalla casa editrice GM press e introdotto da una prefazione scritta da Valentina D’Urbano, è «un romanzo che racconta del rapporto complesso tra un uomo che desidera diventare padre e un bambino che non è mai stato un figlio».
Ricordati di me: il romanzo e la struttura
Attraverso Ricordati di me, Emanuele Bosso più che costruire una trama narrativa – più o meno fitta di azioni, situazioni, contesti diegetici – si dedica, con la sua scrittura, al complesso tessuto delle emozioni umane: trama e intreccio, vicende, azioni e situazioni, infatti, non sono descrizioni dei personaggi, piuttosto intendono farsi voce della “vita” stessa dei personaggi. E allora questi personaggi maturano, crescono, si sviluppano e dalle prime pagine prendono corpo attraverso ciò che caratterizza gli esseri umani: le emozioni.
Le emozioni: inevitabile parlarne, e inevitabile ripetere questa parola, questo concetto, riflettendo sul testo di Emanuele Bosso, poiché è proprio su questa componente umana che il testo si trova sorretto; non a caso, infatti, lo sguardo e l’attenzione ricadono su questa frase all’interno del testo: «[…] eppure adesso sono seduto qui a scrivere […] Ho preferito non chiamarlo “diario” ma “raccolta di emozioni”. Un diario segue il tempo, segna i mesi, scandisce i giorni. Queste pagine invece seguiranno soltanto il cuore e le emozioni».
Emanuele Bosso scandisce il suo testo in tre momenti: un “mentre”, un “prima”, un “dopo”: tali elementi si evincono non soltanto dal logico scorrere della storia e dei suoi tempi narrativi: l’autore separa in tre scansioni “fisiche” il passaggio fra i ricordi e le azioni, fra i pensieri e le speranze, fra presente e futuro. E così si palesano gli avanzamenti, le stasi, gli inciampi, in continue oscillazioni e all’interno del complesso, delicato e per certi versi misteriosissimo tessuto vitale emotivo.
La lettura scorre veloce, sinonimo di una scrittura semplice ma sicuramente attenta alla delicatissima sintassi delle emozioni, e le sequenze narrative si fanno immagine, “consolidandosi” in un affresco linguistico e verbale che non lascia dubbi sullo spessore interiore, intimo, dei personaggi e sulla loro caratterizzazione all’interno del testo. Un composito mosaico: così, potrebbe definirsi, con un’artistica metafora, la complessa struttura del testo, in cui vicende, azioni, pensieri, emozioni, avanzamenti, ritorni, ripensamenti, si fanno strada, sul percorso tracciato da Emanuele Bosso per il cammino dei suoi personaggi; sullo sfondo, un paesaggio che, forse, si fa anch’esso “personaggio” ulteriore, determinando con la sua forte carica suggestiva gli sviluppi della trama.
Ricordati di me: fra vive presenze e dolentissime assenze
Nel campionario delle emozioni umane che emerge dalla lettura del romanzo di Emanuele Bosso, ciò che colpisce – fra evidenti e intensissime presenze – è stata sicuramente la presenza in penombra – eppure vivissima nel proprio inesprimibile dolore e profondissimo – della protagonista femminile, Silvia; e chissà se interpretazione personale o volontà autoriale, il ricordo che immediatamente suscita il nome: la Silvia di leopardiana memoria. Un dolore, una felicità che fugge: le emozioni hanno una voce universale, benché il più delle volte inesprimibili e mute.
Fonte dell’immagine in evidenza: https://www.gmpress.it/prodotto/ricordati-di-me/