La letteratura italiana è considerata da sempre una delle più belle e ricche letterature del mondo, e presenta una miriade di opere letterarie che trattano i temi più disparati, cristallizzando nella storia della letteratura classica mondiale nomi di grandi autori come: Dante, Leopardi, Manzoni, Pirandello, Svevo, ma anche nomi più attuali come Ammaniti e Ferrante, che nonostante facciano parte della letteratura contemporanea, hanno grosse probabilità di rientrare un giorno nella sfera dei classici. Grande pagina della storia italiana, che si riflette anche sulla letteratura, è quella sulla Resistenza italiana durante il periodo della Seconda guerra mondiale; non mancano infatti numerosi romanzi e racconti partigiani che hanno contribuito a sensibilizzare il pubblico moderno su un tema così importante.
Vediamo quindi 4 dei più celebri romanzi e racconti partigiani della letteratura italiana.
1. Il sentiero dei nidi di ragno
Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino è solo uno dei tanti romanzi e racconti partigiani che l’autore scrive durante la sua carriera letteraria. Il tema della Resistenza è centrale nella sua bibliografia, viene infatti trattato in molteplici opere. Il romanzo che prendiamo qui in analisi è un racconto che vede come protagonista un bambino di nome Pin. Orfano di madre e abbandonato dal padre, Pin vive con la sorella maggiore, una prostituta i cui clienti sono spesso e volentieri militari tedeschi. A causa di una scommessa fatta da alcuni abitanti del paese che hanno convinto Pin a rubare un’arma ai nemici, Pin finisce in una prigione controllata dai tedeschi; questo però non prima di essere riuscito nascondere la pistola in una buca scavata nella terra, dove “i ragni fanno il nido”. A farlo uscire dalla prigione sarà un partigiano comunista, Lupo Rosso, ragazzo ribelle e attivo nella lotta che rappresenta l’idea miticizzata del tipico partigiano. Pin però verrà presto abbandonato dal suo amico, e si ritroverà a stare tra le file di un altro gruppo di partigiani molto più deboli e fiacchi, segnati dalla sofferenza, che rispecchia ciò che più si avvicina alla vera realtà del mondo partigiano.
2. Una questione privata
Una questione privata rientra invece nella raccolta di romanzi e racconti partigiani del famoso scrittore Beppe Fenoglio. Questo romanzo è particolarmente conosciuto per la commistione della sfera privata e quella collettiva, che è stata spunto di riflessione e oggetto di critica positiva da parte dell’opinione pubblica. Nella storia, infatti, più che concentrarsi su quella che è stata la vera e propria lotta partigiana, con le due parti schierate in una continua azione di guerriglia, Fenoglio ci propone una visione più introspettiva degli eventi. La guerra, infatti, fa da sfondo a quella che è la questione privata del protagonista, che è completamente preso da una situazione irrisolta profondamente personale, piuttosto che dalla guerra in sé.
3. Diario partigiano
Diario partigiano fa parte delle raccolte di romanzi e racconti partigiani della letteratura italiana, con la differenza che, in questo caso, le esperienze della guerra vengono raccontate dal punto di vista di una donna. Questo diario è infatti opera di Ada Gobetti, attivista partigiana nella lotta alla Resistenza. Come forse non tutti sanno, sono molte le figure femminili che hanno contribuito, molte volte attivamente, alla lotta contro l’occupazione tedesca e fascista. Ada è una di queste, e fu Benedetto Croce a convincerla a mettere per iscritto la sua esperienza. Nel suo Diario partigiano la scrittrice ci racconta di come ha deciso di unirsi al figlio nella ribellione, aiutando a creare una rete antifascista, portando alla nascita del Partito d’Azione clandestino.
4. Prima che tu dica “Pronto”
Tra i romanzi e racconti partigiani scritti da Calvino, parliamo di Prima che tu dica “Pronto”, che è in questo caso una raccolta di racconti non tutti partigiani, ma solo in parte, nonostante siano comunque degni di nota. Questo perché l’idea dell’autore è di raccontare sé stesso tramite storie che collegano i vari periodi della sua vita. Lui stesso scrive: «Faccio racconti di partigiani, di contadini, di contrabbandieri in cui partigiani, contadini, contrabbandieri non sono che pretesti a storie piene di colore, d’accorgimenti narrativi e d’acutezze psicologiche: in fondo non studio che me stesso, non cerco che di esprimere me stesso, non cerco di rappresentare che dei simboli di me stesso nei personaggi e nelle immagini e nella lingua e nella tecnica narrativa. Non sono in fin dei conti che uno dei vecchi scrittori individualisti che però s’esteriorizza in “simboli” d’interesse attuale e collettivo.»
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