Romanzi tedeschi: 4 da non perdere

Romanzi tedeschi, 4 da non perdere

I romanzi tedeschi compaiono nella letteratura europea e globale, nell’affermarsi della Germania come Stato culturalmente attivo e al pari delle altre potenze europee, dal diciannovesimo secolo in poi. Alcuni molti celebri, altri meno conosciuti: forse è proprio in questi che si nascondono perle rare per il pubblico di lettori interessati, che permettono di vedere la letteratura tedesca anche sotto un’altra ottica. Dunque, eccone alcune  da avere come chicche nella propria libreria personale.

Ecco 4 romanzi tedeschi da non perdere

1. I dolori del giovane Werther di J. W. von Goethe

I dolori del giovane Werther, romanzo epistolare del famigerato scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, si afferma fin da subito come classico della letteratura tedesca. Subito diventa molto celebre in madrepatria, ma poi il suo successo si espande in tutta Europa, lanciando una vera e propria “moda alla Werther”. Pubblicato nel 1774, quest’opera composta da lettere che il giovane Werther invia al caro amico Wilhelm, è suddivisa in due parti: ciascuna rappresenta un preciso momento di vita del protagonista sturmeriano, la prima più classicheggiante e felice, la seconda più cupa e tenebrosa, tendente alla poesia crepuscolare emergente in quegli anni, e già iniziata nella letteratura inglese con il poeta Macpherson. Difatti, il Werther speranzoso e pieno d’amore per la bella Lotte del primo libro, amante dei passi di Omero, si perde nel secondo libro, ormai in piena crisi e sofferente per l’impossibilità di stare con la sua amata. Nonostante l’inatteso epilogo, I dolori del giovane Werther regala ai lettori la spiegazione della costruzione del mito dell’uomo borghese, e la sua completa e inevitabile dissoluzione.

2. Effi Briest di T. Fontane

Theodor Fontane si muove in tutt’altra epoca e movimento letterario. Composto tra il 1894 e il 1895, il romanzo realista più celebre tedesco, Effi Briest, uscì a puntate su una rivista letteraria dell’epoca. Quest’opera, completamente incentrata sulla protagonista Effi, come riporta anche il titolo, si pone a cavallo tra lo spiccato realismo di Fontane e la volontà di formazione dello scrittore sul modello di altri artisti europei, nella forma romanzesca. Il matrimonio della giovane ragazza, anzi, adolescente, di soli 17 anni, la quale è costretta a sposare il barone von Instetten, inizia subito con il piede sbagliato: Effi va a vivere in un’altra città, Kessin, lontana da tutti i suoi più cari affetti, e si ritrova in una casa sconosciuta, quasi terrificante per lei, dove un fantasma di un vecchio cinese la tormenta. La storia assumerà tutto un altro sapore all’arrivo di un maggiore dell’esercito di nome Crampas, il quale mostrerà ad Effi un po’ di compagnia e passione nelle sue giornate solitarie e nella sua tristezza. Al pari di Anna Karenina, sulle orme di Madame Bovary, Effi Briest si annovera tra i romanzi che vogliono far fuoriuscire, per una volta, la volontà libera e senza costrizioni di amare delle donne.

3. La psicologia di massa nei romanzi tedeschi: Il sortilegio di H. Broch

Hermann Broch, scrittore austriaco, poi naturalizzato statunitense, scrive nel 1935 il romanzo Die Verzauberung (in lingua originale). In un piccolo paesino di montagna sulle alpi, vive ormai da un po’ di anni un medico di città, il quale trascorre le sue giornate nella spensieratezza di una vita lenta e immersa nella natura, in completo contrasto con i ritmi frenetici della città. Arriva però nel paese un viaggiatore anomalo, pronto a cambiare per sempre la storia e le sorti della popolazione montanara, un certo Marius Ratti. Questa figura, poi accompagnata nel racconto da altre persone del villaggio alpino, riuscirà ad ammaliare tutti e, proprio come un mago, con incantesimi e sortilegi, alla fine porterà a termine il suo piano. Con un’analisi impeccabile della crescente psicologia di massa, come riflesso degli anni in cui Broch redige il romanzo, nel personaggio di Marius Ratti le assonanze con i leader novecenteschi, ecco l’opera che fa riflettere più di tutte su quello che è stato il passato delle “folle”, quello che è, e che deve ancora venire.

4. Il testimone oculare di E. Weiss

Il testimone oculare è il diretto racconto dell’esperienza del medico-scrittore austriaco di origine ebrea, Ernst Weiss, in un istituto psichiatrico e nel suo restante pezzo di vita. Questa grande storia, scritta poco prima che Weiss si togliesse la vita nel 1940, è tornata in auge solo negli ultimi venti anni del secolo scorso, ma è ricca di spunti di riflessione e analisi, nella storia europea coperta dal nazismo e dalla figura di Adolf Hitler. Quest’ultimo, infatti, designato nel libro con le iniziali A.H., è in cura presso l’istituto dove il medico Weiss lavora, poiché diventato cieco a seguito di un trauma di guerra. Riacquistando la vista, lo scrittore racconterà di come A.H. sia riuscito poi ad ottenere sempre più consenso di massa, e arrivare al vertice assoluto di potere, il quale porterà alla Seconda guerra mondiale e alla costruzione dei campi di concentramento, dove stesso Weiss verrà internato. Pieno di verità crude, specchio di una vita povera e difficile per molti anni, portata all’estremo dal suo internamento nel campo, l’opera è il perfetto racconto chiarificatore dell’agghiacciante crisi, buio passato tedesco, che deve fare i conti con un preciso e dettagliato testimone oculare.

Romanzi tedeschi, in conclusione

Di ogni genere e con un’offerta di autori formidabili, il panorama della letteratura tedesca concernente la scrittura prosastica può essere considerato un qualcosa che arricchisce sempre di più il proprio bagaglio culturale\umano. La storia, la società, le forme d’amore, l’analisi dell’Io, sono tutti gli aspetti interpellati nelle opere, e che riguardano l’uomo in ogni sua fase di vita, in ogni sua epoca storica, in ogni scrittore con la sua penna magica che possa trasmetterli per sempre.

Fonte immagine: Pixabay (voltamax – Pixabay)

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