Se nascerai donna di Oriana Fallaci | Recensione

Se nascerai donna di Oriana Fallaci | Recensione

La giornalista fiorentina Oriana Fallaci, in questo libro intitolato Se nascerai donna e pubblicato da Rizzoli nel novembre del 2019, incontra le più importanti figure femminili della sua epoca: cantanti, modelle, personaggi di spicco del mondo della moda come Coco Chanel, ma anche attiviste politiche del calibro di Kate Millet e Indira Ghandi. Il risultato che l’autrice ottiene è un profilo inedito delle personalità femminili più influenti del ‘900. Se nascerai donna comprende numerose interviste, inchieste, vecchi articoli di giornale e incontri inediti. Sebbene possa sembrare un libro scritto da una donna per le donne, in realtà, quella della Fallaci è anche un’esortazione rivolta agli uomini affinché possano provare ad immedesimarsi in quella parte di storia in cui le donne hanno fatto la differenza.

I temi principali

I temi affrontati dalla Fallaci, in Se nascerai donna, sono diversi ma tutti presentano una grande urgenza di essere raccontati: dal divorzio all’indipendenza economica oppure all’aborto. Forse il suo modo di porsi un po’ provocatorio, tipico di una donna che non ha mai avuto peli sulla lingua, poteva lasciar credere che dietro il suo lavoro di intervistatrice si celasse anche l’intenzione di voler giudicare queste donne. L’intervista alla scrittrice e attivista italiana-statunitense Laura Fermi, moglie di Enrico Fermi, ne è un chiaro esempio. Enrico Fermi aveva aiutato gli americani a creare la bomba atomica e la Fallaci non ha mai visto di buon occhio un’invenzione del genere, trattandosi di un tipo di iniziativa che andava contro l’essere umano. Durante l’incontro con Laura Fermi, la nota giornalista coglie l’occasione per chiederle, con sincera curiosità, se non si senta in colpa per gli aiuti del marito riguardo alla creazione della bomba atomica. In questa densa raccolta di interviste l’interesse con il quale la Fallaci pone le domande alle sue varie interlocutrici è dettato dalla voglia di capire e approfondire la loro visione, provando a mettere in discussione anche il suo stesso pensiero se lo riteneva necessario. Lei stessa sembra mettersi alla prova per condividere più o meno gli ideali della persona con la quale si relaziona, giocando anche con quelle che potevano essere le sue più spontanee curiosità nel conoscere più da vicino queste donne.

Da Indira Ghandi a Lucia Bosé

Con Indira Ghandi, invece, decide di aprire una sorta di dibattito legato alla maternità chiedendole, senza troppi indugi, se fare da madre tutto il giorno sia stata davvero la sua aspirazione più grande, dal momento in cui la signora Ghandi aveva dichiarato di essersi sposata solo per avere figli. In questo affascinante viaggio ricco di incontri memorabili la giornalista fiorentina permette al lettore di conoscere queste celebri donne nel loro aspetto più vulnerabile e umano. Indubbiamente l’empatia della Fallaci ha consentito a molte di queste personalità di lasciarsi andare anche a qualche confidenza o commento più spudorato riguardo al mondo che le circondava. All’interno del capitolo La donna è immobile la scrittrice racconta del suo incontro con Lucia Bosé, una delle attrici più celebri della storia del cinema italiano. Se consideriamo l’idea di libertà che la Fallaci desidera per le donne, capiamo come l’intervista con Lucia Bosé, avvenuta nel 1965, possa risultarle impegnativa. L’attrice, del resto, ha sempre affermato di essere cresciuta in una famiglia all’antica, dove alla donna non veniva chiesto altro che fare la moglie e la madre. Questo era esattamente ciò a cui aspirava anche lei per il suo futuro, a costo persino di rinunciare alla carriera d’attrice e cambiare città per amore del famoso torero spagnolo Luis Miguel Dominguín. La Bosé, nel corso dell’intervista, dichiara con fermo orgoglio «Sapevo che gli uomini spagnoli sono prepotenti, possessivi gelosi: e mi andava benissimo. Sapevo che Lucia Bosé sarebbe morta, accanto a uno di loro: e mi andava benissimo.» La Fallaci, con la sua onesta impertinenza, prova ad aprirle gli occhi spiegandole che così come la morale ormai stava cambiando anche le donne, allo stesso modo, stavano iniziando a farlo poiché, in quel periodo, stavano realizzando quanto fosse importante lottare per i loro diritti. Il lettore assiste ad un crescendo di pareri contrastanti fra due donne appartenenti a due mondi ben distinti e separati. Da un lato vi è una Lucia Bosé, che riconosce e accetta di buon grado l’inferiorità della donna rispetto all’uomo e dall’altro c’è una Oriana Fallaci che, fino alle ultime domande dell’intervista, non demorde sul concetto di necessario cambiamento che quel periodo storico, ovvero il 1965, stava vivendo rispetto alla concezione della donna. Alla fine la scrittrice sfida provocatoriamente l’ex attrice esortandola a far leggere, a distanza di più di 20 anni, l’intervista alle sue figlie per sapere cosa avrebbero pensato delle dichiarazioni della madre e chi avrebbe avuto ragione. Se nascerai donna, dunque, incarna molto concretamente il femminismo della Fallaci anche nello scontro con opinioni ben diverse rispetto alle sue, ma soprattutto ritrae un ‘900 che ha visto nettamente cambiare il ruolo della donna e il merito è, senza dubbio, anche dell’irriverenza e del coraggio di una donna come Oriana Fallaci.

Fonte immagine: Archivio personale

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