Le origini di Siddhartha
Siddhartha è un romanzo di Hermann Hesse pubblicato nel 1922 in Germania. L’opera fu scritta dopo un periodo di profonda crisi personale dell’autore. Nel 1911, infatti, Hesse decise di intraprendere un viaggio in India, attratto dalle filosofie e tradizioni orientali, nel tentativo di trovare risposte e nuovi stimoli. Hesse non trovò le risposte che cercava nei luoghi fisici, ma nelle sensazioni e nelle emozioni che quei luoghi riuscirono a trasmettergli.
Questi nuovi impulsi confluirono nel romanzo Siddhartha, un’opera che, pur essendo stata ben accolta in Germania sin dai primi anni della sua pubblicazione, ottenne un successo internazionale solo dopo che a Hesse fu attribuito il Premio Nobel nel 1946. Il riconoscimento crebbe ulteriormente dopo la sua morte, trasformando il romanzo in un testo manifesto della ricerca di spiritualità e individualità.
Trama
Il romanzo segue le vicende di Siddharta, un giovane ragazzo indiano in cerca dell’illuminazione e della propria spiritualità. Le vicende prendono ispirazione dalla vita del Buddha storico, Siddhartha Gautama (Sakyamuni), che appare nel romanzo come un personaggio secondario. Seguiamo passo passo la vita di Siddhartha, a partire dalla giovinezza fino all’ età adulta. All’inizio del romanzo, Siddhartha è un asceta, formato da dogmi e da una cultura rigida. Durante il suo viaggio di formazione, si confronta con diverse realtà, e attraverso errori, inciampi ed esperienze, riesce infine a raggiungere l’apice della spiritualità e della consapevolezza.
Le due vite di Siddhartha ed Hesse
Nonostante quest’opera non possa essere considerata del tutto autobiografica, il viaggio del protagonista rispecchia le sensazioni vissute da Hesse durante la stesura del romanzo. Hesse scrive la prima parte dell’opera , incentrata sull’apprendistato religioso di Siddhartha, durante un periodo di forte avvicinamento alle religioni dogmatiche orientali. La seconda parte dell’opera, che tratta dell’allontanamento di Siddhartha dagli schemi rigidi imposti dall’ascetismo, è stata scritta da Hesse in un momento di apprezzamento per la vita quotidiana, probabilmente ispirato dai valori delle tradizioni orientali.
Manifesto della spiritualità individuale
Il viaggio di Siddhartha rappresenta un vero e proprio inno alla libertà, una celebrazione della spiritualità. Il giovane Siddhartha si confronta sia con il mondo religioso che con quello libertino, riuscendo a discernere gli aspetti positivi e negativi di entrambe le realtà. Nonostante gli errori, riesce ad apprezzare ogni momento della sua vita. Solo in età adulta riesce a riassumere tutti gli impulsi ricevuti dalle sue esperienze, raggiungendo una piena accettazione della propria individualità. Questo percorso all’interno della spiritualità sottolinea il messaggio di vivere la propria esperienza personale, senza seguire dogmi imposti, ma ascoltando gli impulsi che la realtà ci offre.
Conclusione
È un romanzo che si legge con piacere. Lo stile narrativo unico, con una prosa permeata da uno spirito arcaico e magico, rende la lettura veloce e intensa .La storia di Siddhartha non è stantia, ma un racconto che a quasi 100 anni dalla sua pubblicazione, continua a catturare l’attenzione. In un’epoca in cui dominano l’apparenza e l’ipocrisia, questo romanzo si distingue come un invito a liberarsi da tali schemi, sottolineando il valore dell’autenticità e dell’accettazione di sé.
Fonte immagine: Adelphi