Solo uno stupido sabato sera è il primo romanzo dell’emergente Luca Puggioni, classe 1994. Il romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice Scatole Parlanti di Viterbo, che fa parte del gruppo editoriale Alter Ego e si propone la promozione della letteratura italiana, spaziando attraverso diversi generi e ponendo grande attenzione soprattutto alle realtà emergenti.
Questo romanzo, di 170 pagine, è strutturato come una pulp story che si svolge in sole 24 ore, densa di omicidi sanguinosi e scene splatter, di probabile derivazione tarantiniana, e apparentemente privi di senso. Protagonista di Solo uno stupido sabato sera è colui che si fa chiamare Salvatore Marianella. Dietro questo nome si nasconde un uomo dalle molteplici identità, una delle quali è quella di Ranedo, proprietario di una grande azienda informatica, che offre ad un ragazzo qualsiasi un’imbarazzante somma di denaro, senza un evidente motivo. Poco dopo, però, il giovane scopre che dietro questa misteriosa operazione si cela un motivo ben preciso: quello che lui conosce come signor Ranedo è un killer, un uomo che uccide con nonchalance, per il semplice gusto di farlo, e i soldi sarebbero dovuti essere il suo pagamento per smembrare e far sparire il cadavere di un uomo che si trovava nel bagagliaio della Porche dorata del suo “datore di lavoro”. Tuttavia, qualcosa, in quel sabato sera, va storto, e il ragazzo si ritrova con una pallottola in testa, morto stecchito. Per ripulire il disastro, Ranedo/Marianella chiama Sofia (che lo ha conosciuto quando si faceva chiamare Paolo), una specialista nel campo e sua ex moglie, incapace di dire di no a quest’uomo tanto irritante quanto brillante. Terzo ed ultimo personaggio centrale della storia è Nikolaj, potente e spietato come Ranedo e intenzionato a distruggerlo. Nel corso del romanzo si scoprirà che le vite di Nikolaj e Ranedo sono legate a doppio filo, a causa di un passato comune.
Solo uno stupido sabato sera. La noia di vivere 2.0
Solo uno stupido sabato sera potrebbe sembrare un romanzo pulp-noir in cui unici punti di interesse siano i fiumi di sangue (inutilmente versati) e le sagaci battute di Salvatore Marianella alias Ranedo alias Paolo. In realtà, questo lavoro poggia le sue fondamenta su qualcosa di più profondo: nucleo e motore delle azioni del protagonista è infatti la noia. Gli omicidi, i continui cambi di identità, appaiono come meri tentativi di sfuggire al senso di inedia che pervade l’animo di un uomo che, avendo già tutto, non ha più nulla da chiedere alla vita. Ranedo è la metafora della società odierna, o meglio, di una parte di essa. Quella parte che ottiene ogni cosa senza sforzo e senza fatica; quella parte che non ha più la reale capacità di desiderare qualcosa, che non sa più provare sensazioni autentiche. Anche per questa realtà quotidiana, come per l’esistenza del signor Ranedo, la noia si traduce in male di vivere, in pulsione autodistruttiva che spinge oltre i limiti consentiti. Eppure, anche il superare tale limite imposto, non produce quel senso di completezza e di ebbrezza che ci si aspetterebbe. Anzi: come accade a Ranedo, più ci si spinge oltre, più si sente l’esigenza di eccedere ancora. Come tendere una corda sempre di più, fino a spezzarla. Solo uno stupido sabato sera mostra cosa accade quando lasciamo che la corda si spezzi e il mal di vivere vinca.
L’autore; Luca Puggioni
Luca Puggioni è nato a Torino nel 1994. Nel 2016 si è diplomato al College Serialità & TV della Scuola Holden. Ex batterista di diverse band, la passione per le storie lo ha portato in seguito a creare un sito di recensioni, sceneggiare tre cortometraggi comici e scrivere due spettacoli teatrali per bambini. Questa è la sua prima pubblicazione.