La casa editrice N.N. ha recentemente dato alle stampe una riedizione di Sotto la falce, il romanzo-memoriale scritto da Jesmyn Ward.
Sotto la falce. Di cosa parla
Dal 2000 al 2004, tra DeLisle e altre cittadine del delta del Mississippi, Jesmyn Ward ha visto morire cinque persone care, cinque amici tra cui suo fratello Joshua: morti per overdose, per incidenti connessi all’alcol, per omicidio o suicidio. Nel tentativo di combattere il dolore e dare un senso all’accaduto, Jesmyn Ward decide di raccontare la loro storia, segnata dall’amore profondo della comunità ma avvelenata dal razzismo endemico e soffocante di quelle terre, dalla mancanza di un’istruzione adeguata e dalla disoccupazione, dalla povertà che alimenta una sfortuna implacabile. Le vite dei cinque amici si legano a quella dell’autrice, che torna indietro nel tempo in cerca delle origini della famiglia e della gente di DeLisle. La verità che porta alla luce è feroce: in Mississippi il destino degli uomini è determinato dall’identità, dal colore della pelle, dalla classe sociale, senza possibilità di riscatto.
Il dolore del ricordo e la rabbia della disperazione
Pubblicato originariamente nel 2013, questa nuova edizione si inserisce, provvidenzialmente, nella scia del movimento del Black Lives Matter. In un periodo storico in cui il tema delle discriminazioni razziali è tornato prepotentemente alla ribalta, la Ward ci ricorda che uguaglianza non è solo una parola, né un concetto astratto, ma un diritto che, purtroppo, ad alcuni è precluso. Ricordando i tristi destini di suo fratello Joshua e di alcuni suoi amici di infanzia, Sotto la falce sbatte in faccia al lettore una verità universale, cioè che il destino degli uomini è ancora determinato dal colore della pelle, dalla classe sociale, dal luogo di nascita. Non c’è possibilità di riscatto e non si sfugge al destino, soprattutto se nasci nero e povero. Jesmyn Ward lo sa bene, lei che ha visto morire suo fratello e quattro dei suoi migliori amici: morti violente, legate alla droga, alla microcriminalità, alla povertà e, soprattutto, all’indifferenza. Sotto la falce non è solo un tentativo di celebrare e ricordare queste vite spezzate, ma si può anche considerare un atto di accusa nei confronti della società americana e del suo razzismo nascosto dietro una facciata perbenista e moralista che da sempre la caratterizza.
Sotto la falce è un libro duro, un vero pugno allo stomaco. Urla rabbia e dolore e porta con sé un carico emotivo enorme. È un libro difficile da affrontare ma, proprio per questo, destinato a restare nel cuore.