In occasione della settima edizione della grande fiera del libro, sabato 25 e domenica 26 settembre, nell’affascinante location della Galleria del Principe, si svolge l’evento Ricomincio dai Libri-La fiera del libro di Napoli con reading, presentazioni e ospiti imperdibili.
Sabato 25 alle ore 11.00 nella Sala Napulitanata si inizia con la presentazione di “Sputtanapoli“, il nuovo libro di Maurizio Zaccone a cura di Edizioni Mea.
Maurizio Zacconr, nato a Napoli nel 1974, si affaccia al giornalismo, sua vera passione, senza percorrere la trafila tipica, ma sfruttando le potenzialità del web, prima scrivendo sulla sua pagina Facebook e poi sul suo blog ‘mauriziozaccone.it’. Blogger divenuto in seguito giornalista pubblicista, ha collaborato con il quotidiano online ‘Identità Insorgenti’ e con il free press partenopeo ‘Quotidiano Napoli’. Scrive prevalentemente della città di Napoli e del Napoli Calcio, cercando di offrire una narrazione più ricercata e approfondita, spesso nell’intento di riequilibrare quella corrente.
Sputtanapoli, un viaggio nella narrazione viziata e stereotipata di Napoli attraverso articoli ed episodi di cronaca degli ultimi tempi raccontati dai media
Maurizio Zaccone comincia la presentazione del suo libro parlando della narrazione “viziata“, costantemente presente nei confronti di Napoli: senza mai negare le criticità è un rischio in cui si incappa sempre. L’autore sente l’esigenza di scrivere questo libro percorrendo una via alternativa a quella classica della maggior parte degli scrittori.
Dopo aver scoperto la sua passione per il giornalismo, ha pubblicato vari articoli, a volte degli approfondimenti, altre quasi delle vere e proprie inchieste, in cui contestava articoli, narrazioni, programmi televisivi di altri che parlavano della città di Napoli in quanto in tutto ciò ci trovava clamorosi buchi d’informazione.
Le sue prime contestazioni hanno avuto origine sul web, ottenendo un discreto successo e seguito di molte persone. Anche se nella maggior parte dei suoi seguaci Zaccone ha notato la loro mancanza di punti di riferimento in difesa della propria città e degli stereotipi dei luoghi comuni che spesso affliggono i napoletani. Non è stato tanto difficile per Zaccone smontare questi luoghi comuni uno ad uno, solo alcuni hanno richiesto indagini più approfondite.
Tutto ciò ha portato ad osservare un problema d’informazione che coinvolge il nostro paese e anche un problema di divario Nord-Sud: di risorse e di potere. Poiché il potere mediatico dalla Tv ai giornali, ai grandi gruppi di informazione, hanno tutti sede dal Sud di Roma in poi, a salire. Infatti i pochi quotidiani cittadini del Sud spesso sono sovvenzionati da gruppi imprenditoriali del Nord. Questo si traduce in una differenza di risorse e in particolare d’informazione, che molte volte risulta sottile da cogliere. E quindi la situazione diventa complessa da interpretare. Quello che Zaccone evidenzia in Sputtanapoli è un percorso di sfacciata disinformazione, senza mai avere un confronto reale. Quello che manca a Napoli è una forma di controllo e di rispetto delle regole. Questa città vive una piaga tremenda sui servizi e sul controllo del territorio. Si tratta di una situazione di degrado in cui manca il controllo e c’è una percezione della legalità diversa. Una comunità è una sovrastruttura complessa che ha bisogno di varie componenti, e per averle servono risorse e qui si arriva al tema principale in quanto le risorse non ci sono. Il libro è composto da un collage di episodi, anche se all’inizio ci sono alcuni approfondimenti su temi sempreverdi: l’immondizia e il colera. In questi episodi Zaccone confuta punto per punto i dati e le ricerche da lui svolti su dei luoghi comuni. Per esempio tutto quello che si è detto e scritto su Napoli al tempo del colera, nello specifico nel 1973, non è del tutto vero e ci sono altre verità. Le piaghe che affliggono Napoli vengono risolte politicamente con il concetto della colpa.
Sputtanapoli, l’orgoglio dimenticato
Il filo principale che lega tutti gli episodi tra loro, e su cui Zaccone ha insistito molto anche durante la presentazione riguarda la questione dell’orgoglio napoletano dimenticato. Oggi molti napoletani conducono la propria esistenza vergognandosi di tutti i luoghi comuni a cui vengono associati e meravigliandosi quando gli stranieri o persone estranee a Napoli trovano dei motivi o delle occasioni per lodare la città. Spesso ci si dimentica di tutti gli aspetti più genuini e positivi, come il dialetto che rischia di essere dimenticato nonostante la sua grande storia letteraria; la costante presenza di Napoli in ogni piatto della cucina mediterranea, la saggezza degli antichi proverbi. C’è Napoli nella medicina, nella scienza, nell’architettura e nelle grandi scoperte. Napoli ha dei primati in ogni campo, ogni aspetto della cultura e della civiltà. I napoletani devono ricordare di essere napoletani con orgoglio, come afferma in Sputtanapoli Zaccone, concludendo con una bellissima poesia di Raffaele Viviani.
Talento ne tenimmo, avimmo ingegno: nu poco sulo ca ce sustenimmo, cunquistarrammo chillu posto degno ca, pè mullezza nosta, nun tenimmo. Quanno na cosa è bbona e è nata ccà, nu milione ‘e gente l’ha da dì. E vedarraie po’ Napule addò va, cu tutto ca è ‘o paese d’ ‘o ddurmì.
(Raffaele Viviani-Campanilismo)