“Stanze”: l’antologia di racconti dell’Università Federico II di Napoli.

Stanze

Pubblicata da Dante & Descartes con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici  Federico II di Napoli, Stanze è un’antologia di racconti nati all’interno del seminario Scritture in Transito, tra Letteratura e Cinema, un progetto guidato dalla professoressa Silvia Acocella, docente di Letteratura Moderna e contemporanea), e coordinato da Francesco Amoruso, scrittore e cantautore.

Stanze, struttura della raccolta

L’antologia si apre con una sorta di “lettera” a chi legge e che funge da prefazione, dove la professoressa Acocella rivolge al lettore le sue parole chiarifiche e sincere. Il suo scritto, che precede quello degli autori, rappresenta l’antipasto per le prelibate vivande letterarie che di lì a poco imbandiranno le pagine.

In L’attesa del vuoto c’è una descrizione quasi macabra di eventi veloci. L’incarnazione di un male sconosciuto, sembra fare da sfondo a tutta la storia. È presente una disperazione umana e disumana e una trasfigurazione irreale dell’uomo. Diverse metafore si fanno spazio all’interno della narrazione: l’uomo che diventa animale, l’uomo che nasce animale, e l’uomo che decide di essere animale.

La stanza delle necessità è uno di quei racconti piuttosto avvincenti. Infatti sono presenti diverse storie che sembrano intrecciarsi in un solo punto. L’amore, diverso per ogni esperienza umana, viene incarnato da ognuno dei  personaggi. Il professor Gionata rappresenta un amore contaminato dal pregiudizio. L’uomo, omosessuale, non riesce a vivere la sua natura e i suoi sentimenti in modo espansivo. Giulia, invece, darà voce all’amore impossibile, quello verso un uomo che non si può avere e proiettato verso altre mete. Giancarlo, infatti, l’uomo irraggiungibile, racconterà invece un tipo di amore definibile come illecito. Infatti egli continuerà ad amare un sogno, che alla fine si rivelerà essere solo un capriccio.

Argomento de La stanza dell’ospite è invece la maternità. Il racconto non costituisce la spiegazione emozionale di una vita che sta per nascere, quanto piuttosto un diario di bordo di qualcosa che la protagonista non saprà spiegarsi. In più punti il racconto sembrerà dipingersi di note paranormali ricongiungendo, di fatto, la realtà circostante e alla donna e al proprio intricato mondo interno che solo chi mette alla luce un altro essere umano può spiegare. Il racconto è emozionante e rapido, nel suo apparire sotto forma di parole chiaroscure.

Salva Illum è uno scritto enigmatico. Le parti latine forniscono al racconto una patina antica che non disturba. Ci saranno descrizioni di luoghi, eventi, oggetti e persone, in modo sublime. Fino alla fine il suo climax narrativo tiene il lettore incollato alle pagine.

Stanze, il racconto che sembra dà il nome all’intera raccolta, è quasi una poesia. Il testo è caratterizzato da una musicalità affine alle canzoni. Le descrizioni leggere e fresche scivolano sulla lingua di chi legge in modo quasi cantilenante. Una boccata d’aria che lascia riprendere tempo alla lettura più sprezzante dei racconti successivi.

Nel racconto La grotta si viene catapultati in una storia dai toni distopici. Il mondo dei tre protagonisti, scosso da eventi drammatici, sembra essere solo un ricordo di quello che conosciamo. All’interno di esso troveremo la disperazione dell’adattamento, la nostalgia per le persone ormai perse, i nuovi modi di vita e gli svaghi alternativi. Il racconto, che quasi si veste d’avventura, lascia in bocca un gusto selvaggio che regala note wild agli appassionati di sopravvivenza.

In Brighton, 1901 Beatrix sarà vittima di un evento si potrebbe dire paranormale. Si assisterà ad una fuga lontana da sé stessi, all’ansia di diventare donna, e a un susseguirsi di eventi spaventosi che solo sul finale riveleranno essere punti di svolta.

Il racconto Insetti porta con sé tutta la disperazione e la malinconia rabbiosa dei «finti ritorni». Le descrizioni strutturali del luogo e degli eventi forniscono una realtà solida a tutta la narrazione. È una storia di illusioni e attese, che vengono disilluse ad ogni respiro.

In Reticoli amorfi il lettore sarà testimone di uno scritto surreale. Il tutto ruota sulla figura dello specchio e della sua vita. La scrittrice, si interroga sulle immagini che esso è costretto a vedere, su quali cose custodisce e quali sembra mettere da parte per il futuro. Il racconto è ricco di significati nascosti e di fatto sembra essere unico nel suo genere.

Riaprire, rientrare, ricordare sembra seguire il filone del precedente, ma si colora di note più realistiche. A differenza della storia precedente, in questo racconto lo scrittore intende raccontare una vicenda di vita vera, soffermandosi su come uno specchio potrebbe raccontare «l’incedere del tempo».

Disorientati al buio è un racconto crudo, che attira in modo particolare il lettore. È la storia pura di un tentativo di suicidio, la voglia di rinascita e la fuga sostanziale da sé stessi. Il racconto parla di una gabbia mentale, evoca immagini crude, vere e spietate. È la storia di una prigioniera che pensa quasi che la prigionia sia meglio della lotta. Il finale, inatteso, schiude ogni dubbio.

In Lievitazione intellettuale n°1 tornerà nuovamente una sorta di poesia -spezza prosa-. In questo caso nello scritto, saranno presenti terminologie più liriche. Le righe appassionate ed incalzanti risultano vivaci fino alla fine.

Proche d’elle racconta di un amore alternativo. I sentimenti della protagonista sono enigmatici e fugaci. Di fatto l’intera narrazione ricalca questi toni.

Nel racconto che chiude la schiera narrativa, sotto il nome di Tre occhi azzurro mare, è presente la corsa verso una nuova vita. Il passato sembra mescolarsi col presente. I ricordi e gli oggetti, balzano dal niente, e scuotono un presente ormai consolidato. Si è spettatori di una nuova vita che si sta per abbracciare, assaporando però al contempo il gusto nostalgico tipico del passato.

Tanti generi per un solo tema

Tutti i racconti sembrano essere connessi al titolo dell’antologia. Per quanto si parli di luoghi esistenti, sconosciuti, veri, fittizi o mentali, ogni racconto si rifà ad un posto chiuso e definito. Le stanze dei personaggi, sono luoghi dove succedono cose, o dove i loro sentimenti vorrebbero giungere. Le stanze dell’antologia si trovano sparse per il mondo, e talvolta non esistono neppure, poiché collegate a schemi mentali e non a costrutti fisici e geologici. Le stanze del libro sembrano quasi ricongiungersi alla personalità di ogni scrittore che ha preso parte al progetto.

Gli autori, con uno stile narrativo del tutto diverso, sembrano mescolarsi nei punti d’ombra. Si susseguono la fantascienza, la poesia, l’amore, la vita quotidiana, il buio e la luce. L’antologia Stanze è un progetto di scrittura creativa che ha permesso alla punta di tante penne di unirsi in un coro unico. Si tratta di un libro adatto a chiunque voglia imbattersi in un menù variegato di scrittori in erba e di professionisti che raccontano su carta mettendoci il cuore. E come solo una raccolta di racconti riesce a fare, fornisce al lettore quattordici possibilità per sentirsi connessi al mondo.

Miriana Kuntz

Fonte immagine copertina: Ufficio stampa

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