Una Corte di Spine e Rose di Sarah J. Maas | Recensione

Una Corte di Spine e Rose di Sarah J. Maas | Recensione

Cardine del fantasy contemporaneo, Una Corte di Spine e Rose di Sarah J. Maas vede come protagonista la giovane Feyre e le sue disavventure a partire dalla Corte della Primavera, nella magica regione di Prythian. Quest’ultima è divisa, infatti, tra gli umani ed i fae, creature fatate ed apparentemente immortali dotate di poteri magici, secondo un patto che punisce ogni mortale che uccide con successo un membro dell’altra fazione. Ebbene, la fanciulla si rende colpevole proprio di questo reato e ben presto viene reclamata da Tamlin, governatore della Corte della Primavera stessa.
La sanzione è semplice: Feyre dovrà trascorrere la sua esistenza lì, lontana dal suo mondo. Tuttavia, scoprirà pian piano quanto quel mondo – e Tamlin stesso – possa piacerle, trasformando quello che era un esilio in un incontro del destino.

Punti di forza del romanzo

La regione di Prythian, descritta visivamente tramite un’immagine, risulta ben sviluppata e disegnata; nel corso della trilogia principale verranno infatti esplorate tutte le corti, stagionali e solari, che verranno descritte dall’autrice in maniera assai dettagliata, consentendo ai lettori di riuscire a visualizzare nella loro mente quanto si sta leggendo. Sebbene il genere possa inevitabilmente risultare a prima vista troppo giovanile, “ACOTAR” – così ribattezzato dai fan della saga – si presenta come un romanzo che mostra scene esplicite sia dal punto di vista romantico che violento. Dunque è senz’altro una storia di amore, ma che sorprenderà i lettori coi suoi colpi di scena e li farà restare incollati alle pagine per sapere cosa farà in seguito la nostra giovane protagonista. La scrittura è fluida e, sebbene le prime pagine del romanzo possano risultare lente a causa del contesto da spiegare, una volta apertosi rivela una scorrevolezza sorprendente che fa in modo che anche le descrizioni così dettagliate risultino essere ben misurate piuttosto che eccessive, vista la necessità di visualizzare il nuovo mondo di Prythian.

Ai personaggi viene riservato lo stesso trattamento descrittivo. Sono tutti perfettamente visualizzabili, sin dalle prime apparizioni che compiono nel romanzo; i loro particolari, le loro fattezze e le loro attitudini vengono descritti in maniera minuziosa. Ne consegue che, sfogliando le pagine, è raro arrivare a confondere un personaggio con un altro, punto di forza assolutamente non trascurabile. Durante la narrazione, infatti, si conosceranno una mole ingente di personaggi appartenenti a tutte le regioni della fantastica nazione. È un fattore che senz’altro arricchisce la densità dell’opera ma che rischia di mettere in seria difficoltà la memoria del lettore. Fortunatamente, l’autrice è riuscita a marchiare a fuoco nella mente dei lettori le caratteristiche peculiari dei luoghi e delle figure principali del personaggio, rendendo possibile un grado di immersione nella vicenda molto alto e facendo in modo che ci si possa quasi sentire nel mondo fittizio del racconto.

Una corte di spine e rose ha dei punti deboli

Se il racconto gode di un ottimo grado di immersione, di una mappatura geografica ben pensata e strutturata e di personaggi identificabili, ci sono dei punti a sfavore da dover necessariamente evidenziare. Una Corte di Spine e Rose è indiscutibilmente una storia che merita, per il suo apparato descrittivo e la sua corposità, di occupare il posto che occupa nella rosa dei fantasy ma la vicenda narrativa, pur così ricca, risulta banale agli occhi di un lettore stanco delle solite dinamiche young-adult che vengono continuamente inserite nei fantasy. Il filo narrativo è, a scapito delle bellissime descrizioni, fin troppo semplice: una ragazza che da esiliata si innamora e vive la sua avventura. Il nucleo narrativo non trova, almeno nel primo romanzo della saga, un altro sbocco che possa dare spessore al cuore della vicenda trattata, riducendo inevitabilmente il romanzo ad un fantasy che non è mai completamente adulto. Se ritroviamo infatti il tema della guerra nella trama, questo non viene mai esplicitato come prioritario all’interno della storia – che di conseguenza si muove quasi sempre soltanto sul cardine del sentimentalismo – appiattendo inevitabilmente le potenzialità che la struttura narrativa poteva avere.

Una Corte di Spine e Rose rappresenta un lavoro senza dubbio mastodontico da parte dell’autrice, ben costruito ed arricchito, ma che un estimatore del fantasy più di nicchia non riesce a trovare del tutto gradevole. Una storia non è fatta solo di descrizioni, ma anche di sostanza nuda e cruda ed a volte, poche parole riescono ad essere più efficaci di immense descrizioni.

Fonte immagine: generata con IA.

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