Variazioni senza tema di Mario Santanelli

Variazioni senza tema

Il 18 novembre nel foyer del Teatro San Ferdinando di Napoli, è stato presentato il nuovo libro di Manlio Santanelli, drammaturgo e scrittore di importanza imprescindibile nella cultura teatrale napoletana. Il libro ha come titolo Variazioni senza tema, edito da Caracò, e consiste in una raccolta di dieci racconti, con la prefazione di Maria Teresa Chialant e con le illustrazioni, ironiche ed esemplificative del senso di ciascun racconto di Carmine Luino, che resteranno esposte fino al 6 gennaio.

Variazioni senza tema: presentazione

Variazioni senza tema è stato presentato e reso nella sua idea grazie alla moderazione della giornalista, attrice e autrice Katia Ippaso e grazie alle letture di Federica Aiello, Stefano Jotti e Fabio Cocifoglia.

Variazioni senza tema è descritta come un’antologia dal sapore grottesco tipico della penna di Santanelli, dedicata «alla luna ed ai lunatici». Santanelli non si vuole definire un autore che tutto sa e tutto fa convergere nell’atto di scrive, anzi, per lui il foglio bianco è una possibilità di accedere a nuovi mondi che vadano oltre la realtà stessa. Variazioni senza tema fa proprio questo: con il suo inconfondibile stile che sconfina nel surreale, accoglie la realtà per poi scomporla e deformarla fino al punto da non riuscire più a distinguere ciò che convenzionalmente si ritiene vero e ciò che invece si reputa fantastico.

Dieci racconti come dieci strade, appunto, intraprese dai personaggi che animano Variazioni senza tema, che partono da un punto ma non si sa dove arrivano, dei quali si conosce l’inizio ma non la fine. Pertanto, Variazioni senza tema sembra essere un’antologia di racconti all’apparenza sconnessi, racconti che pare non si incrocino mai e che siano inglobati in un vortice di immagini assurde, deformati e deformanti allo stesso tempo. A collegarli come un lungo filo sottile vi è un certo guizzo ironico, che si manifesta nella scrittura di Santanelli ricca di giochi linguistici talvolta paradossali, coniugando scrittura teatrale e scrittura narrativa, ma si ripresenta anche nelle illustrazioni di Luino che combinano immagini solo tradizionalmente percepite inaccostabili tra loro.

In questo flusso di creatività ironico fino a diventare grottesco, Variazioni senza tema accoglie enunciati e frasi idiomatiche, convenzioni e luoghi comuni imposti come assoluti e li pone contemporaneamente in contraddizione, mettendoli in continua discussione davanti al lettore. Variazioni senza tema, dunque, si ripropone di essere un varco verso tante altre possibilità oltre a quelle convenzionalmente ritenute comuni: parte ma non arriva, inizia ma non finisce, parla ma non spiega, prova a spiegare ma si contraddice, è un continuo procedere e ritornare sui propri passi per poi cambiare ancora direzione. A questo punto, la scrittura diventa un atto creativo in cui si presenta la possibilità di giocare ed è attraverso il gioco che il lettore può riflettere e amare le contraddizioni umane

Fonte immagine di copertina: Teatro di Napoli  

Leggi anche:

Il Teatro cerca Casa bussa alla porta: presentata la nuova stagione della rassegna in appartamento ideata da Manlio Santanelli

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

Vedi tutti gli articoli di Francesca Hasson

Commenta