Esce oggi in libreria, nella collana Le strade curata da Fazi Editore, il secondo volume dal titolo Voto di sangue appartenente al ciclo – che si compone di dodici romanzi – creato dall’autrice britannica di origini ungheresi Emma Orczy e che ha dato vita e fama al personaggio conosciuto come La Primula Rossa.
Siamo in Francia nel 1784 e il giovane e agiato borghese Paul Déroulède, dopo essere stato accolto – unicamente per le sue ricchezze – tra gli aristocratici, è costretto, per averne involontariamente offeso la dama, a sfidarsi a duello con il giovane Visconte De Marny. Quest’ultimo, accecato dall’ira e dall’alcool, ha la peggio e viene ucciso, senza colpe, dal rivale.
Il vecchio padre del ragazzo, affranto per il dolore ma incapace di poter vendicare la morte del suo unico erede perché malato, costringe la giovane figlia quattordicenne Juliette a giurare su Dio di portare a termine in qualsiasi modo la punizione contro l’assassino dell’amato fratello maggiore. Passano gli anni e nel Paese, dopo la Rivoluzione, domina il Terrore – un periodo sanguinario instaurato da Robespierre – durante il quale il popolo francese affamato e assetato di giustizia, mal sopporta gli “aristos”.
Tra questi vi è la giovane Juliette che, non più ragazzina ma giovane donna, riesce con un’abile stratagemma a essere accolta in casa del rispettato e stimato cittadino-deputato Déroulède con l’intenzione di onorare la promessa fatta al genitore. Trattata con amore e rispetto dai membri della famiglia dell’uomo contro il quale deve vendicarsi, la ragazza si trova a essere ogni giorno sempre più combattuta sul da farsi fino al prendere una decisione che, senza l’intervento del nobile inglese Sir Percy Blakeney e la lega de La Primula Rossa, potrebbe costare cara non soltanto a Déroulède ma anche a lei stessa.
Voto di sangue e il ritorno de La Primula Rossa
Con le avventure de La Primula Rossa – il cui primo romanzo che ne compone il ciclo, “La Primula Rossa”, apparve nel 1905 – la baronessa Emma Orczy ha creato un personaggio che è riuscito a entrare a pieno titolo nell’universo degli eroi letterari senza tempo. In ogni suo romanzo, come anche in Voto di sangue, questo eroe reazionario, perché incapace di sopportare gli eccessi di violenza nati dalla Rivoluzione e perpetrati negli anni a essa successivi, dà prova del suo incredibile ingegno – dote che gli consente di portare a termine con successo le missioni che lo vedono coinvolto.
La trama è costruita su un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena che lasciano il lettore con il fiato sospeso in quella che è una storia in cui l’amore sembra essere destinato a soccombere ai doveri legati a un onore di casta ormai morto ma che il cui spirito continua a perseguitare chi vive nel presente.
Un presente dove la delazione è all’ordine del giorno; dove gli stenti e la disperazione portano il popolo a invocare per i traditori del Paese e degli ideali rivoluzionari di essere condotti “à la lanterne” più vicina – i lampioni dove venivano impiccati gli aristocratici – per placare l’inestinguibile sete di sangue e vendetta di quegli anni.
Grazie a questi elementi che ne impreziosiscono le vicende che vedono coinvolti i personaggi principali, Voto di sangue si rivela essere un appassionante romanzo storico dalle forti tinte gialle e, al contempo, rosa dal quale lasciarsi trasportare in un crescendo continuo di emozioni.
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