Dal 4 aprile 2025 è in rotazione radiofonica il nuovo singolo 1+1=3 di Veronica del Vecchio in arte VDV 1+1=3. Il brano si fa spazio tra l’introspezione umana e l’intima realtà di VDV , infatti l’artista emergente attraverso il suo stile singolare riesce a raccontare di sé e del modo in cui percepisce il mondo. Il suo rap, con uno sguardo rivolto furtivamente al tradizionale cantautorato italiano, conferisce freschezza e contemporaneità a temi alla portata di tutti. Il testo lascia spazio alle emozioni di muoversi su di esso, raccontando la storia di un’anima in frantumi la quale però non esclude una rinascita.
Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare questa promettente artista cercando di entrare nello spirito della mente che c’è dietro questo intrigante pezzo.
Intervista a VDV
1+1=3 esplora temi profondi come la vulnerabilità e la ricerca dell’autenticità nelle relazioni. Cosa ti ha ispirata a scrivere su questi argomenti così intensi?
«Nasce da un’osservazione profonda delle dinamiche umane, dal mondo in cui viviamo. Ho voluto esplorare come questa vulnerabilità possa essere sia una fonte di dolore, quando non accolta o tradita, sia un potente motore di crescita e di unione, quando invece si incontra un’anima affine. Il vero scopo nel nostro viaggio è che 1+1=3, ovvero una sinergia che trascende la semplice somma delle individualità».
Nel ritornello della canzone canti: «Cercavo un sorriso sincero, me l’hai dipinto di nero». Come descriveresti il processo emotivo che ti ha portato a scrivere queste parole così forti?
«Cattura il momento in cui la speranza di un’autentica gioia si scontra con una realtà dolorosa, come se una folata di vento avesse spento la fiamma».
Il brano sembra partire da una posizione di dolore, ma evolve verso la speranza e la resilienza. Qual è stato il percorso personale che ti ha portata a scrivere una canzone con questo messaggio di rinascita?
«Più che un percorso strettamente personale, ho immaginato un cammino collettivo, in particolare per le donne. Sento forte la responsabilità di dare voce a una narrazione diversa nel rap, un genere dove troppo spesso la figura femminile è svilita. La mia intenzione è elevarla, portarla su un palmo di mano. La vera rinascita, per me, è conquistare la libertà di guardarsi allo specchio e riconoscere la propria perfezione proprio nelle unicità che ci rendono imperfette».
Il concetto di 1+1 fa 3 simboleggia un amore che supera le individualità. Puoi raccontarci come interpreti questo concetto nella tua vita e nel contesto delle tue relazioni personali?
«L’amore per me, in qualunque forma esso sia, deve portare valore aggiunto. Il 3 è autentico, non è semplice trovarlo, anche perché la matematica ci insegna un’altra cosa. Ma capisce che è un 3 quando quell’amica/o, tua mamma, tua sorella, il fidanzato/a, tuo padre etc. riescono ad insegnarti qualcosa, ti prendono la mano e ti mostrano un mondo nuovo. Ecco questo è il mio 3».
Come artista che ha radici nel rap e uno sguardo alla tradizione cantautorale italiana, come bilanci questi due mondi musicali nella tua produzione?
«Il mio obiettivo è quello di raccontare storie che abbiano radici nel presente, con un linguaggio diretto e consapevole, ma che allo stesso tempo sappiano toccare corde emotive profonde e universali, proprio come i grandi cantautori italiani hanno sempre fatto. Cerco una sintesi che possa parlare sia alla mia generazione cresciuta con il rap, sia a chi ama la ricchezza della nostra tradizione musicale. Non smetterò mai di ringraziare il mio maestro Lorenzo Cazzaniga per il lavoro di produzione che stiamo facendo insieme».
Nel videoclip di 1+1=3, ci sono momenti di vulnerabilità e forza. Qual è la tua visione artistica dietro a queste immagini evocative e come si collegano alla tua interpretazione della canzone?
«La mia visione artistica dietro le immagini evocative di vulnerabilità e forza nel videoclip è strettamente intrecciata con il cuore pulsante della canzone. Volevo che il video non fosse una semplice illustrazione del testo, ma un’esperienza visiva che ne amplificasse le emozioni e i significati più profondi».
La tua performance nel video è molto intensa, quasi come se la telecamera fosse uno specchio. Cosa significa per te quel momento finale, quando guardi direttamente l’obiettivo?
«La parte finale del video rappresenta la vera rinascita. Il momento di pura consapevolezza. Guardi lo specchio e sei proprio tu la perfezione delle tue imperfezioni».
La resilienza è un tema centrale nella tua canzone. Cosa significa per te “superare le difficoltà” e come ti ha aiutato la musica a farlo?
«La musica mi ha sempre aiutato ad affrontare il dolore, le gioie e a capire il mondo. La musica, come tutte le passioni penso, ti dà la possibilità di vedere i problemi da un’altra prospettiva. Il foglio si riempie di inchiostro ed io sto meglio».
In un’epoca dominata dalla superficialità, come cerchi di mantenere l’autenticità nelle tue canzoni e nella tua carriera musicale?
«Semplicemente viaggio controcorrente. Dipende sempre qual è l’obiettivo che uno si pone. Il mio obiettivo primario è e rimarrà fare musica di sostanza. Anche perché sarei molto in difficoltà a scrivere qualcosa di superficiale».
Il tuo percorso artistico, da “Spara bambina” a “1+1=3” sembra evolversi in una direzione sempre più introspettiva. Come pensi che la tua musica si stia sviluppando con il tempo?
«Sto scendendo sempre più in profondità, vorrei arrivare alle radici. Penso che la mia musica abbia un filo logico e la cosa che mi dà più emozioni è che sta nascendo tutto naturalmente».
Come pensi che l’ascoltatore possa connettersi con 1+1=3? C’è un messaggio che speri arrivi al pubblico in modo particolare?
«Bellissima domanda. Sì assolutamente, il messaggio più importante è che noi non siamo mai soli! Ci sarà sempre una persona disposta ad essere il tuo 3».
Il tuo stile musicale spazia dal rap alla canzone d’autore. Quali sono gli artisti o i generi che maggiormente ti hanno influenzata nel tuo percorso?
«Sono cresciuta ascoltando cantautorato e lo ascolto tutt’ora, parlo di Guccini, De André, Battisti etc. Insomma, i grandi nomi della musica italiana. Nel genere rap io ho una cotta per la penna di Caparezza».
In 1+1=3 parli di un amore che “illumina le tenebre più profonde”. Cosa significa per te il potere dell’amore, sia nella musica che nella vita?
«L’amore ha un potere enorme. Come disse Erich Fromm L’amore è arte. Bisogna imparare ad amare».
Il videoclip diretto da Alessandro Lenzolari amplifica il messaggio della canzone. Come descriveresti il processo collaborativo con il regista e come vi siete sincronizzati nel tradurre la tua visione artistica in immagini?
«Lui è veramente un fenomeno, abbiamo lavorato già insieme con lui c’è tantissima intesa. Abbiamo sentito il pezzo insieme e in un attimo lui ha colto subito il messaggio e l’ha tramutato in un video».
Infine, cosa ti auguri che accada nel futuro della tua carriera musicale? Hai qualche sogno o progetto che desideri realizzare nei prossimi anni?
«Mi auguro di continuare a fare musica e dedicare sempre del tempo alla mia più grande passione. Continuare a fare uscire singoli. E poi chissà, magari qualcosa di più importante».
Fonte immagine: ufficio stampa