Icone della scena metal globale, gli Slipknot si sono guadagnati un posto di rilievo nel panorama musicale grazie al loro sound aggressivo e alle loro performance energiche. La band, formatasi nel 1995 a Des Moines, Iowa, ha pubblicato 7 album in studio, 3 album dal vivo e 2 raccolte, collezionando numerosi successi e riconoscimenti. Questo articolo vuole essere una guida per chi desidera avvicinarsi alla musica degli Slipknot, presentando gli album più significativi della loro carriera.
Gli Slipknot: una carriera di successi e sperimentazioni
Durante la loro lunga carriera, scandita dalla pubblicazione di album di successo, hanno mantenuto sempre coerente il loro stile per amore dei fan, pur sperimentando e introducendo nuove sonorità. Andiamo a scoprire quali sono gli album degli Slipknot da ascoltare assolutamente per avere un assaggio della loro musica e comprendere l’evoluzione del loro sound.
Slipknot (1999): l’esordio esplosivo
L’album omonimo della band è il primo album ufficiale del gruppo statunitense, pubblicato il 29 giugno 1999 dalla Roadrunner Records. Il disco fu certificato disco d’oro negli Stati Uniti a sole due settimane dalla sua pubblicazione, e successivamente doppio disco di platino, riscuotendo ottimi risultati in termini di vendite anche a livello globale. Questo successo permise agli Slipknot di essere conosciuti da una platea più vasta e di partecipare ai concerti dell’Ozzfest, il festival più importante per la scena metal.
Tracce principali e riconoscimenti
Il disco riprende alcune tracce del primissimo album della band, un inedito dal titolo Mate. Feed. Kill. Repeat. Le sonorità delle composizioni sono notevolmente influenzate dal rap metal e dal nu metal delle origini, tipico di band come Korn e Deftones, riproposto dagli Slipknot però in salsa più aggressiva, piuttosto vicina al death metal di gruppi come Slayer e Sepultura. Il disco presenta un ampissimo utilizzo delle percussioni, fattore chiave in tutta la discografia della band, oltre ad influenze thrash metal e l’utilizzo di elementi di musica elettronica. L’album è composto da 14 tracce, le cui più famose nonché amate sono Wait and Bleed e Spit It Out, ed ha la lunghezza complessiva di 58 minuti. Nel 2021, l’album è stato inserito dalla rivista Kerrang! al quinto posto tra i migliori album Nu Metal di sempre.
Iowa (2001): la conferma del successo
Pubblicato il 28 agosto 2001, “Iowa” è il secondo album in studio degli Slipknot ed è considerato da molti il loro lavoro più duro e aggressivo. L’album, prodotto da Ross Robinson, raggiunse la prima posizione nelle classifiche di vendita in ben nove paesi, confermando il successo della band a livello internazionale. Brani come People = Shit, Disasterpiece e The Heretic Anthem sono diventati dei veri e propri inni per i fan, grazie alla loro potenza e alla loro carica emotiva.
Tracce principali e riconoscimenti
L’album è composto da 14 tracce, tra cui spiccano People = Shit, Disasterpiece, The Heretic Anthem, Left Behind e My Plague. “Iowa” ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui una nomination ai Grammy Awards come Best Metal Album.
Vol. 3: (The Subliminal Verses) (2004): la sperimentazione melodica
Conosciuto più semplicemente come The Subliminal Verses è il terzo tra gli album degli Slipknot registrati in studio, pubblicato il 25 maggio 2004. Il disco presenta tante affinità con i due lavori precedenti, Slipknot ed Iowa, come, vocals brutali e ritmici, riff di chitarra aggressivi ma semplici ed un massiccio uso della batteria, incorporando allo stesso tempo elementi più melodici. L’album presenta una marcata ispirazione a gruppi come Radiohead e soprattutto, Slayer.
Tracce principali e riconoscimenti
Il disco consta di 14 tracce e tra le più rilevanti troviamo Duality, Vermilion e Before I Forget, la quale ha vinto un Grammy Award per la miglior interpretazione metal. L’album ha raggiunto la seconda posizione nella classifica Billboard 200 e ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico.
All Hope Is Gone (2008): l’ultimo album con Paul Gray e Joey Jordison
All Hope Is Gone è il quarto album registrato in studio, nonché, l’ultimo album degli Slipknot registrato assieme al bassista Paul Gray ed al batterista Joey Jordison. Musicalmente il disco si allontana dal sound nu metal, in favore di sonorità molto più vicine all’heavy metal, al thrash ed al groove Metal. L’album fu rilasciato nel 2008 in diverse versioni, CD, doppio LP, download digitale ed edizione speciale, quest’ultima contenente tre bonus track ed un DVD in cui è mostrato il making off dell’album.
Tracce principali e riconoscimenti
Le tracce più conosciute ed amate dell’album sono: Sulfur, Psychosocial, Dead Memories, Snuff e la traccia omonima all’album All Hope Is Gone. Liricamente l’intero album è incentrato su tematiche come rabbia, ossessione e ribellione oltre che, su tematiche politiche con Dead Memories e Snuff che fanno eccezione, essendo portatrici di significati e temi più cupi e tristi. “All Hope Is Gone” ha debuttato al primo posto nella classifica Billboard 200, diventando il primo album degli Slipknot a raggiungere tale posizione.
.5: The Gray Chapter (2014): un nuovo capitolo
Pubblicato il 21 ottobre 2014, “.5: The Gray Chapter” è il quinto album in studio degli Slipknot ed è il primo senza Paul Gray, scomparso nel 2010, e Joey Jordison, uscito dal gruppo nel 2013. L’album segna un nuovo capitolo nella storia della band, con l’ingresso di Alessandro Venturella al basso e Jay Weinberg alla batteria. Il sound di “.5: The Gray Chapter” è un mix di elementi classici degli Slipknot e nuove sperimentazioni, con brani aggressivi e melodici allo stesso tempo. Tra le tracce più significative troviamo The Negative One, The Devil in I e Custer.
Tracce principali e riconoscimenti
L’album è composto da 14 tracce (16 nella versione deluxe), tra cui spiccano The Negative One, The Devil in I, Custer, Killpop e Skeptic. “.5: The Gray Chapter” ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha raggiunto la prima posizione in classifica in diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Canada e Australia.
We Are Not Your Kind (2019): un ritorno alle origini con un tocco di novità
Sesto tra gli album degli Slipknot è We Are Not Your Kind, pubblicato il 9 agosto 2019. A detta del gruppo, questo è stato il primo album registrato come blocco monolitico piuttosto che un insieme di canzoni separate tra loro e unite forzatamente. A detta di Corey Taylor, ciò ha portato il gruppo a realizzare un disco più vario e sperimentale, senza però intaccare l’identità del gruppo. Il titolo dell’album deriva da una frase del brano della band All Out Life. L’intero album è stato pubblicizzato attraverso il singolo Unsainted, con il relativo videoclip e svariate tournée dedicate proprio alla promozione dell’imminente uscita. L’album inizialmente contava 30 pezzi, di cui però, solo 14 brani sono stati completati e compaiono nella versione finale.
Tracce principali e riconoscimenti
Tra i brani di cartello del disco troviamo Unsainted, Birth of the Cruel e Solway Firth, ma, menzione speciale meritano anche Nero Forte e Critical Darling. “We Are Not Your Kind” ha ricevuto il plauso della critica ed è stato definito da molti come un ritorno alle origini per la band, pur mantenendo un’evoluzione e una maturità compositiva evidenti. L’album ha raggiunto la prima posizione in classifica in diversi paesi, confermando ancora una volta il successo e l’influenza degli Slipknot nella scena metal mondiale.
Conclusione: un percorso musicale in continua evoluzione
Gli album degli Slipknot rappresentano un viaggio attraverso un universo musicale estremo, aggressivo e a tratti sperimentale. La band è riuscita a creare un sound unico e riconoscibile, pur evolvendosi e sperimentando nuove soluzioni nel corso degli anni. Ascoltare questi album significa immergersi completamente nel mondo degli Slipknot, fatto di maschere, di energia pura e di una rabbia catartica che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo.
Fonte Immagine in evidenza: Spotify, copertina ufficiale di All Hope is Gone