Album di Ermal Meta: 3 da ascoltare

Album di Ermal Meta: 3 da ascoltare.

Ermal Meta è un cantautore nato in Albania il 20 aprile del 1981. Si fa ben presto strada nel panorama musicale italiano: suona inizialmente in una band, gli Ameba 4, per poi fondare il gruppo La fame di Camilla nell’anno 2007. Nel 2013 inizia la carriera da solista, e parallelamente comincia a farsi conoscere cimentandosi in un percorso dautore, scrivendo capolavori per artisti come Marco Mengoni, Emma, Francesco Renga, Annalisa, Francesca Michielin e molti altri, guadagnandosi un posto importante nel panorama autoriale italiano fino alla pubblicazione del suo primo album da solista nell’anno 2016. Calca il palco del Festival di Sanremo per ben 6 volte, prima tra i giovani e poi tra i big, vincendo nel 2018. Ad oggi Ermal Meta conta ben 5 album in studio: l’ultimo è Buona Fortuna, pubblicato il 3 maggio 2024 e che porta il nome della figlia prossima alla nascita.

Ma quali sono gli album di Ermal Meta maggiormente apprezzati dal pubblico? Vediamone alcuni.

1. Umano

Esce il 12 febbraio 2016, ed è il primo progetto da solista di Ermal Meta. In questo album c’è spazio per raccontare diverse facce della sua storia personale: Ermal scrive di amori finiti e di amori eterni, di perdite e delle cicatrici che ci lascia il passato, mettendo in primo piano le emozioni cantando con rabbia, nostalgia, serenità ed esplorando più generi musicali.
Si apre con la traccia Odio le favole, brano presentato tra le nuove proposte del festival di Sanremo 2016, ed è il racconto di una relazione finita a causa di un ostacolo che sembrava troppo grande da superare. Ermal canta del ricordo di questo amore e descrive con nostalgia i momenti di quotidianità vissuti insieme.
A parte te è uno dei brani più apprezzati dell’album e in particolare della carriera di Ermal Meta: racconta di una persona cara che non c’è più, e che Ermal ricorda con malinconia e promette di portarla sempre nel cuore e in ogni passo che farà.
In Lettera a mio padre racconta della violenta figura paterna, prendendone le distanze. Afferma che le uniche cose che lo legano a quest’uomo, che definisce come “mostro” o “bestia”,  sono solo dei tratti fisici e il cognome che porta. Il brano termina con un messaggio di speranza, dove il cantautore dice di non avere più paura del passato: ne restano solo le cicatrici e un insegnamento di vita da dare ai suoi futuri figli.
In questo album c’è anche spazio per pezzi più ritmici come Bionda, Pezzi di Paradiso e Volevo dirti, e si lascia spazio all’elettronica con Gravita con me per poi concludersi con Schegge, una dedica d’amore alla musica.

2. Vietato Morire

Tra gli album di Ermal Meta, questo è quello che probabilmente contiene i suoi pezzi più celebri. È una continuazione del precedente album, siccome ogni brano presenta una correlazione con un altro brano dell’album precedente. La title track Vietato morire, classificata terza al festival di Sanremo 2018, racconta di un bambino, della sua violenta figura paterna e di sua madre, che subisce da lui violenze ma che continua nonostante tutto ad insegnare al figlio cosa sia l’amore vero.
C’è spazio per canzoni come Ragazza paradiso, una dichiarazione di amore eterno, e per la bellissima ballad Piccola anima, un duetto con Elisa in cui si descrive un amore sano, sincero e comprensivo. Troviamo anche brani dalla vena malinconica come Voodoo Love, che ci trascina in un’atmosfera misteriosa attraverso una melodia che incanta, e New York, un bellissimo pezzo suonato con la chitarra e che descrive la città americana in cui si trova la persona amata dall’autore. Ancora una volta, Ermal esplora l’elettronica con Bob Marley e Rien ne va plus, il racconto di una storia ormai finita.

3. Non abbiamo armi

È il terzo album in studio di Ermal Meta, uscito nel 2018. Lo apre il brano Non mi avete fatto niente, duetto con Fabrizio Moro che si è aggiudicato la vittoria al festival di Sanremo. Il testo si ispira ad una lettera del giornalista Antoine Leiris, che ha perso la moglie durante un attentato terroristico. Questo brano è un invito alla vita, a restare in piedi nonostante tutto e a combattere il male senza odio.
Le successive tracce, come 9 primavere e Le luci di Roma, raccontano della fine di una lunga storia d’amore e di momenti di vita quotidiana ormai finiti, ma con l’auspicio di una rinascita personale. L’amore finito descritto da Ermal si converte in un ricordo prezioso e in un bene che durerà per sempre.
Ermal scrive un brano per Antonello Venditti intitolato caro Antonello, una lettera al cantautore scritta dopo uno scambio di chiacchiere tra i due. L’album si conclude con la bellissima Si salvi chi può, una canzone divisa in due parti: la prima parte, estremamente sognante, è spezzata dal suono di un pianoforte che introduce la seconda parte, una richiesta d’aiuto non udita.

Fonte dell’immagine: Wikipedia 

A proposito di Valeria Esposito

Studentessa presso la facoltà di lingue e culture comparate

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