Altarboy: “Vertigine”, il featuring con Levante
Lo scorso 17 settembre è uscito “Vertigine”, il nuovo brano della cantautrice Levante, in collaborazione con il duo di producer “elettronici” Altarboy. Il brano fa parte della colonna sonora della stagione finale di “Baby”, la serie italiana di Netflix, che aveva già precedentemente utilizzato quattro brani (“You on Me”, “Blow”, “Tonight” e “Keep it on your mind”) del duo romano, formato da Attilio Tucci e Sergio Picciaredda, per la colonna sonora,
Il duo – nato nelle cantine dei Parioli, quartiere di Roma dove Attilio Tucci e Sergio Picciaredda sono cresciuti -, negli anni si è consolidato sulla scena dell’elettronica internazionale, sia attraverso le proprie produzioni, sia esibendosi nei club più importanti di riferimento. YouTube Music li considera tra i 50 artisti che hanno dettato il suono del 2019.
Intervista agli Altarboy
Per conoscerli meglio, Eroica Fenice li ha intervistati. Buona lettura!
Quando e come è nato il vostro progetto musicale e perché Altarboy?
Il nostro progetto musicale è nato quando da adolescenti improvvisavamo brani sperimentali synth e chitarra nelle nostre camerette, mentre sulla carta quasi dieci anni fa all’interno di uno degli studi più importanti che abbiamo in Europa: il Forum Music Village, dove ci siamo incontrati mentre lavoravamo a due diverse produzioni. Durante un momento di pausa, mentre prendevamo un caffè decidemmo fosse arrivata l’ora di iniziare un progetto discografico insieme.
Il nome Altarboy uscì per caso, la figura del chierichetto è curiosa, aiuta il prete nella funzione, ma è solo un bambino ed in fondo è un po’ come se la chiesa rappresenti il primo “palcoscenico”.
Ci piaceva l’dea che la parola fosse composta da due parole altare e bambino, un po’ come dire che nella vita bisogna rimanere un po’ bambini, ma comunque animati da una grande consapevolezza e determinazione.
Come ha avuto origine la collaborazione con la serie Netflix “Baby” e con la cantante Levante per il singolo ‘Vertigine’? Lei ha scritto il testo e voi la base?
L’origine della collaborazione è nata per caso, la serie è stata girata nello stesso stabile in cui si trova il nostro studio, per cui abbiamo chiesto al direttore di produzione un incontro con il produttore Marco De Angelis, il quale dopo aver sentito i nostri brani – allora avevamo appena finito di lavorare al nostro primo album “Way Beyond” – impazzì letteralmente per il nostro suono. La collaborazione con Levante nacque invece negli uffici di Fabula Pictures dove, sempre insieme a Marco De Angelis, produttore della serie Baby Netflix, decidemmo di produrre una base per farla cantare ad una voce italiana che potesse interpretare al meglio il nostro suono ed inserirla nella stagione finale della serie, uscì il nome di Levante e noi la trovammo un’idea molto fica.
Esattamente, noi abbiamo scritto e prodotto la base e lei il testo e la linea melodica della voce.
Come nasce una colonna sonora?
Lavorare ad una colonna sonora è un’opportunità incredibile, perché puoi dare un senso visivo alle tue note. La possibilità di unire le immagini alla musica rafforza notevolmente la capacità espressiva di un brano. Ci sono diversi modi di lavorare ad una colonna sonora, sicuramente è meglio farlo avendo a disposizione il girato da sonorizzare per quanto riguarda la fase compositiva. Quando non si lavora alle musiche originali è comunque un’operazione di selezione che comprende sempre un gioco di squadra e un continuo confronto tra addetti ai lavori.
YouTube Music vi considera tra i 50 artisti che hanno dettato il suono del 2019 e il vostro ultimo album in una settimana ha raggiunto 500000 streaming su Spotify, niente male per degli “artisti di nicchia”.
Dobbiamo dire che siamo rimasti sorpresi anche noi ma fino ad un certo punto, la ricerca del suono fa parte delle nostre “ossessioni”, per cui gli ottimi risultati sono un’ulteriore conferma del fatto che abbiamo lavorato bene. Ovviamente avere sei brani spalmati su tre stagioni di Baby Netflix ci ha dato una spinta mediatica non indifferente per cui diciamo che i conti tornano.
Cosa significa fare musica elettronica oggi?
Il mondo è cambiato tanto rispetto al passato, negli anni addietro produrre un brano era molto più complesso in ogni fase: composizione, registrazione, editing e mix (senza contare che per fare ricerca ed ascoltare un disco oltre alla radio, dovevi possederlo in vinile o in cassetta, dopo anche in compact disk e i dischi costavano parecchio di più, per cui la musica era considerata di nicchia). Oggi è tutto un po’ più semplice e basta avere un computer con una scheda per sentirsi produttori, è inoltre più facile fare ricerca.
Il progresso però oltre ad aver reso le cose più snelle e, quindi, aver allargato la sfera dei compositori, tra cui molti dilettanti, ha sicuramente migliorato e reso possibile un trattamento del suono più chirurgico e, attraverso l’uso di molti software, anche più creativo. La musica elettronica oggi è secondo noi una miscela di composizione e creatività che trova spazio, ove finisce la tecnica personale, nella fantasia, nell’estro e nella curiosità di chi la compone. Noi, per concludere, utilizziamo una tecnica che miscela il concetto di passato, fatto di macchine analogiche e soprattutto di potenziometri e tasti attraverso cui vive un rapporto diretto con lo strumento e la tecnica contemporanea che il virtuale ci ha concesso.
Progetti futuri?
Sicuramente continuare a comporre e produrre nuova musica, siamo chiusi in studio a registrare ed ordinare idee che faranno parte del nostro secondo album. Cercheremo nuove collaborazioni e featuring, mantenendo il nostro suono e cercando nuove contaminazioni. Il nostro motto recita infatti ‘This Tape Should Roll Forever’.
[fonte foto: ufficio stampa]