Il 6 marzo 2025, il Teatro Marconi di Roma si trasforma in un vero e proprio salotto musicale per accogliere Bush, giovane talento della scena romana e voce della colonna sonora della fiction Onde del passato, andata in onda su Canale 5.
Classe 2001, l’artista porterà sul palco un‘esperienza unica nel suo genere: il pubblico verrà coinvolto dalla musica acustica in una calda atmosfera, tipica di una serata passata al bar con gli amici. Musicisti e ospiti guideranno lo spettatore in un emozionante viaggio tra brani inediti dell’artista e grandi canzoni del cantautorato italiano che hanno segnato la musica dal passato fino ai giorni nostri.
Intervista a Bush: un viaggio tra i pensieri dell’artista
Per approfondire il suo percorso artistico, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui, facendoci raccontare del suo legame con il pubblico e di ciò che vuole trasmettere attraverso la sua musica.
Il tuo percorso artistico è caratterizzato da una forte identità musicale. Ti andrebbe di raccontarmi come questa abbia preso forma e come hai scelto il nome d’arte Bush?
Il mio nome d’arte, Bush, ha radici in una caratteristica fisica che mi ha sempre contraddistinto: i miei capelli ricci e abbondanti. Fin da giovane, venivo spesso preso in giro e chiamato “cespuglio” da amici e conoscenti. Questo soprannome, sebbene inizialmente scherzoso, ha finito per ispirarmi, trasformandosi in un segno distintivo che ho scelto di adottare come nome d’arte. Così, “Bush” è diventato un simbolo del mio carattere e della mia identità, unendo in modo originale un aspetto fisico a una parte della mia storia personale.
Quali influenze, musicali e culturali, hanno segnato il tuo stile e il tuo modo di concepire la musica?
La mia musica è stata fortemente influenzata dal cantautorato italiano, un genere che ha fatto parte della mia crescita, grazie a mio padre, che è cresciuto ascoltando quelle canzoni. Il suo amore per quel tipo di musica mi ha trasmesso un legame profondo con quel mondo, che è diventato una parte integrante del mio percorso artistico. Nonostante questo però cerco anche di fondere queste radici con elementi del pop moderno, un genere che trovo altrettanto significativo e che riflette le sonorità e le emozioni di oggi. Così, il mio stile musicale è una fusione tra tradizione e innovazione, in cui il cantautorato italiano incontra le tendenze contemporanee.
Nei tuoi brani riesci a coniugare elementi tradizionali con sperimentazioni sonore più moderne, in particolare all’interno del format Bush Live Session Theatre. Qual è l’idea narrativa e sonora che guida questa fusione?
Il mio spettacolo “Bush Live Session Theatre” sarà una fusione tra i miei brani originali e alcune cover che ho selezionato con particolare cura. Ogni brano che interpreterò è stato scelto per una motivazione precisa, sia per il significato che ha avuto nella mia vita, sia per l’emozione che trasmette. Voglio creare un’atmosfera intima e coinvolgente, in cui il pubblico possa vivere un’esperienza unica, tra le mie canzoni e quelle di artisti che mi hanno ispirato.
Il titolo del tuo ultimo brano, Shotgun, evoca un’immagine potente e quasi immediata. Come nasce questa scelta e quale significato vuoi trasmettere attraverso il pezzo, sia dal punto di vista musicale che emotivo?
Shotgun è un brano molto importante per me. È nato da un’idea illusoria sull’amore. È stato preso come riferimento un uomo talmente esausto da questo sentimento da desiderare di liberarsene, sparandogli proprio con uno shotgun. Il brano tende ad esplorare tematiche di amore, disillusione e autoaffermazione. Nel complesso, il brano mescola elementi di ribellione e vulnerabilità, riflettendo una lotta interiore tra desiderio e realtà.
C’è un brano o un arrangiamento che per te ha rappresentato un punto di svolta nel tuo percorso musicale?
Sì, c’è stato un punto di svolta in un brano che considero il più riuscito tra tutti quelli che ho scritto. Uscirà prossimamente.
Il feedback del pubblico ha da sempre un ruolo piuttosto importante nel processo creativo di un’artista. In che modo interpreti le reazioni degli ascoltatori e come influenzano le tue scelte musicali?
Il pubblico per me è una componente fondamentale. Ricevere la loro approvazione è davvero tutto: è il momento in cui capisco che il messaggio che voglio trasmettere è arrivato, ed è in quel preciso istante che mi sento veramente realizzato. La connessione con le persone, il loro coinvolgimento e le emozioni che condividiamo insieme, sono ciò che rende ogni performance unica e significativa.
Quali emozioni o messaggi speri di trasmettere al pubblico durante i tuoi concerti?
Spero di renderli partecipi di ogni mia canzone, facendoli entrare perfettamente nei messaggi che voglio trasmettere. Scrivo di quello che sento, in fondo siamo tutti uguali, siamo esseri umani, le sensazioni sono le stesse. Siamo tutti una cosa sola.
I biglietti per Bush Live Session Theatre sono disponibili sul sito del Teatro Marconi. Una serata imperdibile per coloro che amano musica autentica, dove note e parole si intrecciano per raccontare storie capaci di toccare le corde dell’animo.
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