In questo articolo proporremo tre canzoni degli Iron Maiden, una delle band più iconiche e influenti nella storia del metal. Formatosi a Londra nel 1975, il gruppo è riuscito ad estendere la propria attività musicale per quasi mezzo secolo e, nella loro immensa discografia, è possibile trovare diverse gemme che magari non sono riuscite a raggiungere lo stesso livello di popolarità di brani come The Trooper, Fear of the Dark e Run to the Hills.
Vediamo allora quali sono tre canzoni degli Iron Maiden da non perdere!
The Man Who Would Be King
Con appena tre milioni di ascolti su Spotify, The Man Who Would Be King è sicuramente una delle canzoni degli Iron Maiden più sottovalutate. Tratto dall’ album The Final Frontier del 2010, il brano prende il suo nome dal racconto omonimo dello scrittore Rudyard Kipling anche se in realtà ha poco a che fare con quest’ultimo. Musicalmente, il brano inizia con una melodia che a moltissimi fan di lunga data della band ricorda molto l’intro di The Clansman, per poi evolversi nel classico sound più deciso del gruppo inglese. Il testo, invece, racconta di un individuo in cerca di redenzione per l’omicidio di un altro uomo. Nonostante le parole del brano lascino intendere che tale azione fosse in realtà un episodio di autodifesa, la figura errante inizia a chiedersi se fosse davvero necessario arrivare a tanto.
He’s taken someone’s life away
There’s not a day goes by he regrets what he’s done
He should have found another way
But the good book says, an eye for an eye
In reflecting on decisions that were made
On the judgments that will haunt him ‘til his grave
No one has the right to take another life
But in his mind he had no choice, so be it
Rainmaker
La seconda canzone degli Iron Maiden proposta è Rainmaker, brano tratto dall’album Dance of Death del 2003. Questo è sicuramente uno dei brani più melodici della band ed è costruito tutto attorno ad un riff di chitarra estremamente accattivante, in cui Dave Murray ha dato il meglio di sé. Ad accompagnare la chitarra di Murray, c’è l’immancabile e potentissima voce di Bruce Dickinson. Inoltre, la caratteristica che vede questo brano essere tra quelli del gruppo che più facilmente ti resta in testa è la ripetizione di poche strofe accompagnate da un ritornello che non ti abbandona più. Per quanto riguarda il significato della canzone, la band non ha mai rilasciato dichiarazioni in cui venisse spiegato per bene a cosa si riferisse, ma è facile immaginare come l’elemento della pioggia che lava via le lacrime sia in realtà una metafora per indicare il tempo che forse riesce a riportare insieme due amanti.
You tell me we can start the rain
You tell me that we all can change
You tell me we can find something to wash the tears away
You tell me we can start the rain
You tell me that we all can change
You tell me we can find something to wash the tears
Brave New World
L’ultima canzone degli Iron Maiden proposta è Brave New World, il brano che segna ufficialmente il ritorno nella band di Bruce Dickinson alla voce e Adrian Smith alla chitarra. Brave New World è anche la canzone che dà il titolo all’album che doveva essere per la band una sorta di nuovo inizio. Il titolo, oltre ad essere un richiamo ad un verso presente in The Tempest di Shakespeare, è anche ispirato al romanzo omonimo di Aldous Huxley scritto nel 1931, in cui c’è questa sorta di mondo immaginario dove azioni e sentimenti del popolo sono interamente controllati da un sistema totalitario.
Dying swans, twisted wings
Beauty not needed here
Lost my love, lost my life
In this garden of fear
I have seen many things
In a lifetime alone
Mother love is no more
Bring this savage back home
Fonte immagine in evidenza: Depositphotos