Sono molte le canzoni dei Placebo che sono considerate dei veri e propri pilastri della musica rock alternativa, soprattutto se si prende in considerazione lo scenario musicale dei primi anni 2000.
I Placebo sono una band britannica in attività dal 1994, fondata dal cantante e chitarrista Brian Molko e dal bassista Stefan Olsdal. Il successo delle canzoni dei Placebo è dovuto soprattutto ai temi che queste trattano: sessualità, sanità mentale e anche l’utilizzo di droghe. Nel panorama musicale degli anni 2000, i temi trattati nei loro testi, la voce particolare del cantante e lo stile non convenzionale della band sono stati tutti elementi che hanno contribuito al loro successo. Gli album dei Placebo spaziano inoltre tra diversi generi: si va dal rock alternativo al punk rock, fino anche ad arrivare a diverse sperimentazioni con la musica elettronica. Nonostante questa mescolanza di generi, tutte le canzoni dei Placebo sono estremamente riconoscibili, caratterizzate da alcuni tratti unici che si ripresentano ad ogni album. Uno di questi è sicuramente la voce estremamente unica di Brian Molko, che rende molto semplice riconoscere una canzone dei Placebo quando la si ascolta.
In un repertorio così ampio è comunque semplice perdersi: ecco dunque cinque canzoni dei Placebo che ci aiutano a comprendere il loro percorso discografico attraverso gli anni.
1. Lady of the Flowers
Questa è una delle prime canzoni dei Placebo, appartenente al loro primo album che è stato pubblicato nel 1996 con il nome Placebo. La cosiddetta «lady of the flowers» è la protagonista di questa canzone; una donna che viene inevitabilmente usata dagli uomini che la circondano, una donna la cui bellezza è impossibile ignorare. È come se la donna in questione fosse dunque bloccata all’interno di questo circolo vizioso da cui non riesce a uscire, un circolo vizioso che lei stessa continua in qualche modo ad alimentare.
«This lady of the flowers
Her electronic haze
She wears her tears on her blouse
Confused and racked with self doubt
She stole the keys to my house
And then she locked herself out»
2. Every You Every Me
Questa è una delle canzoni dei Placebo pubblicate nel 1998, all’interno dell’album Without You I’m Nothing. Questa non è una classica canzone da dedicare a qualcuno che si ama; questo «sucker love» non è un amore sano, è un’infatuazione ricca di lussuria, un amore giovanile che ti fa sentire disposto a sacrificare ogni cosa per l’altra persona, anche se questo può significare dover sacrificare sé stessi.
«Carve your name into my arm
Instead of stressed I lie here charmed
‘Cause there’s nothing else to do
Every me and every you»
3. Special Needs
Special Needs è una delle più famose tra le canzoni dei Placebo. La canzone è stata pubblicata nel 2003 all’interno dell’album Sleeping With Ghosts. Come succede con molti dei testi della band, i versi qui possono avere tante interpretazioni molto diverse tra di loro. Ci sono, in ogni caso, diversi elementi che rimandano alla fine di una relazione che può essere ricondotta a diverse cause. Alcuni versi della canzone possono far pensare che gli «special needs» in questione possano far riferimento ad una disabilità; altri elementi potrebbero invece indicare che un tema centrale di questa canzone sia la dipendenza da droghe, nello specifico dalla cocaina. A prescindere dall’interpretazione che si voglia dare, questa canzone parla soprattutto della paura di essere lasciati indietro, di essere dimenticati.
«Remember me when you’re the one who’s silver screen
Remember me when you’re the one you always dreamed
Remember me when everyone’s noses start to bleed
Remember me, special needs»
4. Song to Say Goodbye
Questa canzone è stata pubblicata nel 2006 all’interno dell’album Meds. Ci troviamo di fronte ad un’altra tra le canzoni dei Placebo a trattare il tema della droga. Nello specifico, qui si fa probabilmente riferimento all’uso di eroina, a quanto sia semplice cadere all’interno di questa dipendenza anche quando si è estremamente fortunati e «blessed with lucky sevens». Questo brano fa inoltre probabilmente riferimento a un’overdose, rendendo questo avvenimento la scena principale raccontata attraverso il testo.
<<Now I’m trying to wake you up
To pull you from the liquid sky
‘Cause if I don’t we’ll both end up
With just your songs that say goodbye»
5. Try Better Next Time
Questo brano appartiene all’album più recente della band, Never Let Me Go, pubblicato nel 2022. Possiamo immediatamente notare, ascoltando questo brano, come questo sia estremamente diverso dalle altre canzoni dei Placebo che abbiamo analizzato all’interno di questo articolo. La differenza immediata che notiamo sta nei temi della canzone, temi che accomunano l’intero album: è una canzone che parla di nuovi inizi, delle fine del mondo per come lo conosciamo, la celebrazione di ciò che potrebbe venire dopo. Come afferma lo stesso Brian Molko, «Non parla della fine del mondo, semplicemente della fine dell’umanità. Una distinzione che nella nostra esagerata tracotanza siamo incapaci di capire. Madre Natura è si è ampiamente stancata di noi».
«Wake up, wake up
Try better next time»
Il viaggio che si compie attraverso la storia discografica di questa band è un viaggio che ha infinite fermate, tutte in luoghi estremamente diversi. Ci sono punti d’arresto, pause più lunghe di altre, numerose cadute lungo il percorso e altrettanti momenti in cui ci si costringe a rialzarsi. Le canzoni dei Placebo affrontano con questo spirito un’infinità di argomenti, spesso anche molto scomodi, con uno stile che li contraddistingue e li rende unici nel loro genere.
Fonte immagine per l’articolo “Canzoni dei Placebo: 5 da ascoltare”: Wikimedia Commons