I The Doors sono una band americana nata a Venice Beach nel 1965 diventata famosa grazie alle loro canzoni, considerate il manifesto del Rock psichedelico e dell’Acid rock. La band è inoltre celebre per il loro iconico leader e cantante Jim Morrison, personalità controversa nel corso degli anni ‘60/’70. Questa band californiana è stata capace di fondere insieme più elementi musicali, dal rock classico al jazz al blues, creando un sound unico, fonte di ispirazione per molte band future.
Scopriamo insieme i 4 brani più iconici dei The Doors:
1) People Are Strange
People Are Strange è indubbiamente una delle canzoni più iconiche dei The Doors ed è contenuta nell’album Strange Days, del 1967. Si tratta di uno dei brani che va a riflettere l’essenza ed il carattere del controverso frontman Jim Morrison. Nella traccia possiamo apprezzare un testo che tratta le tematiche dell’alienazione e del sentirsi diversi e isolati all’interno della società. L’idea di fondo in questo capolavoro è quella di farci comprendere che sentirsi diversi, incompresi, può portare automaticamente ad essere esclusi all’interno di un gruppo. Il tutto ovviamente corrisponde ad un impatto negativo sullo stato d’animo e sull’autostima di una persona che, non conforme alla società, viene etichettata come Strana, come la stessa canzone dice. Nella canzone è possibile riflettere sullo stato d’animo di Morrison, che si sente continuamente incompreso nel paragone con gli altri.
2) Riders on the Storm
Si tratta di una delle canzoni più sperimentali dei The Doors, ma di grande successo grazie alla grande efficacia e maestria nell’unire insieme una serie di generi differenti. Il brano è stato pubblicato nel 1971 come estratto del loro secondo album L.A. Woman ed è una canzone con una storia veramente interessante dietro; il brano è infatti nato da una improvvisazione in sala studio di Jim Morrison, con l’aggiunta di effetti sonori come la pioggia, che sarà una delle motivazioni dietro al nome del brano. Nonostante l’apparente sound calmo e sereno, il brano ci immerge in un immaginario simile ad un film country, dove il protagonista è un autostoppista assassino. questa canzone è infatti ispirata ad un killer realmente esistito di nome Billy Cook, che durante gli anni ’50 fu autore di numerosi omicidi, tra cui quello di una famiglia di 5 persone.
3) The End
The End è tra le canzoni più inquietanti dei The Doors, estratta dal loro album di debutto The Doors del 1967. Si tratta inoltre di uno dei brani più lunghi della band, con una durata di 11 minuti e 43 secondi. Questa canzone è una delle più rappresentative del rock psichedelico, grazie alle suggestive parti vocaliche di Morrison alternate ad oscure linee di tastiera di Ray Manzarek. Secondo molti The End è come se cercasse di rappresentare la continua lotta di Jim Morrison nelle sue problematiche comportamentali e i suoi problemi di dipendenza dalle droghe. L’intero brano è come se fosse un lungo viaggio, come se fossimo in uno percorso ignoto, tumultuoso e fatto di continui pericoli.
4) Roadhouse Blues
La traccia è sicuramente una delle canzoni più energiche e cariche dei The Doors. Contenuta nell’album del 1970 “Morrison Hotel”. Si tratta di un brano dal coinvolgente ritmo, con un riff di chitarra ripetuto e l’utilizzo di strumenti a fiato. Tutti questi elementi rimandano ad una canzone che cerca di unire tutti gli elementi essenziali del Blues e della musica country. Come in molti dei brani dei The Doors, anche Roadhouse Blues racconta di un viaggio; una vera e propria avventura fatta di energia e spirito ribelle. L’idea alla base è che la vita è come se fosse un viaggio a bordo di una macchina, viaggio nel quale non bisogna sempre controllare i propri impulsi, ma lasciarsi andare all’avventura. Il tutto è accompagnato dal vivace sound realizzato insieme dai due componenti della band Manzarek e Densmore, per rendere il mood del brano al meglio possibile.
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