Canzoni di Bob Dylan: 6 da ascoltare

Canzoni di Bob Dylan: 6 da ascoltare

Bob Dylan, acclamato come lo Shakespeare della sua generazione, iniziò la sua carriera negli anni’60 distinguendosi immediatamente come cantante folk americano dallo stile musicale eclettico, passante dal folk al rock. I testi delle canzoni di Dylan sono caratterizzate non solo dal riferimento a tematiche romantiche, abbastanza comuni nei brani di molti artisti della sua generazione, ma anche da un forte intellettualismo della letteratura classica e della poesia.

Dylan ha venduto decine di milioni di album, ha scritto più di 500 canzoni ed è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 2016. Questo è ciò che la commissione del prestigiosissimo premio scrisse a proposito delle sue doti liriche: «Per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana».

In questo articolo, vi presentiamo sei canzoni imperdibili dell’artista, un semplice assaggio del vastissimo repertorio di Dylan e del suo acclamato talento.

  1. The Times They Are A-Changin’

La prima delle canzoni di Bob Dylan che analizziamo fu scritta deliberatamente come inno per promuovere il cambiamento, questa canzone venne registrata nel settembre 1965 e pubblicato tre mesi dopo, con una risposta estremamente positiva da parte di fan e critici. Dylan denuncia molti problemi che affliggevano il mondo in quel periodo, dalla politica al sociale: non si possono non citare i movimenti per i diritti civili negli USA, la guerra del Vietnam e la crescente opposizione, così come la rivoluzione culturale (nonché musicale) data dall’ascesa di nuovi generi, di cui anche Dylan divenne un pioniere. La canzone è diventata un inno per tali questioni mondiali. Dylan eseguì questa canzone ad un concerto la notte dopo che il presidente Kennedy fu assassinato, per cui la folla rispose con tonnellate di applausi di sostegno.

  1. Tambourine Man

Tra le canzoni di Dylan di maggior successo, al di fuori della speculazione secondo cui la canzone trattava la tematica relativa alle droghe, il brano è stato poi interpretato come un richiamo allo spirito del cantante, o semplicemente come una ricerca di trascendenza. In particolare, il biografo John Hinchey ha suggerito nel suo libro Like a Complete Unknown che il cantante fu intravisto pregare una musa affinché lo ispirasse nella composizione dei suoi brani; Hinchey nota che ironicamente la canzone stessa è la prova che la musa abbia già fornito l’ispirazione ricercata.

La figura dello stesso Mr. Tambourine Man è stata talvolta interpretata come un simbolo ad indicazione di Gesù o anche del pifferaio di Hamelin

Anche Bruce Langhorne, che suona la chitarra nella traccia in studio, è stato citato come elemento di ispirazione per la figura dell’uomo del tamburello. Langhorne suonava un gigantesco “tamburello”, profondo quattro pollici (un tamburo turco, per l’esattezza), e aveva portato lo strumento ad una precedente sessione di registrazione di Dylan.

  1. Blowin’ in the Wind

Uscita nel 1963, Blowin’ In the Wind è un inno di protesta che ci fa riflettere su temi rintracciabili in molte canzoni di Dylan come la pace, la guerra e la libertà umana – «E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone prima che vengano bandite per sempre?», si domanda il cantante – ma anche su ciò che ciascuno personalmente è intento a fare per risolvere alcuni problemi nel mondo.

«La risposta, amico mio, aleggia nel vento», molto spesso equivale a “niente”. Blowin’ In The Wind è stata inserita nella Grammy Hall of Fame nel 1994 e nominata come uno dei Rolling Stones “500 Greatest Songs of All Time” dieci anni dopo.

  1. All Along the Watchtower

Tra le canzoni di Dylan annovera una in particolare che è stata “coverizzata“’ da numerosi artisti, e in particolare da Jimi Hendrix. All Along the Watchtower comparve nell’album del 1967 John Wesley Harding, ed è fondamentalmente un’ode alla fine dei tempi. Dylan eseguì diverse variazioni di questo brano, mixandole e mischiandole a suo piacimento in numerose pubblicazioni e raccolte, pubblicando persino un singolo “Hendrix style” dopo essere rimasto sorprendentemente colpito dalla cover della canzone da parte di Hendrix.

  1. Knockin’ on Heaven’s Door

Non è difficile comprendere che il significato della canzone si riferisca alla tematica della morte. «It’s getting dark, too dark to see», canta Dylan. Il biografo del cantante Clinton Heylin descrisse il brano come “un esercizio di splendida semplicità.” Eppure, data la sua brevità e il suo “finale aperto” in dissolvenza, viene da chiedersi se Dylan abbia semplicemente dimenticato di finire di scrivere il pezzo. Magari è semplicemente tutto voluto, il cantante lascia l’effetto sospeso per creare un’incidenza ancora più drammatica al pezzo.

Knockin’ On Heaven’s DoorBussare alla porta del cielo” fu scritta per la colonna sonora del 1973 del film Pat Garrett e Billy the Kid. Tuttavia, fu rilasciata come singolo radiofonico due mesi dopo la première del film. La canzone divenne un successo globale, occupando i primi 10 posti nelle classifiche di tutto il mondo. Da quel momento, il brano è diventato una delle canzoni di Bob Dylan più popolari e più “coverizzate”. Musicisti come Eric Clapton e Guns N’Roses hanno reso onore al musicista con le loro versioni (quella dei Guns in particolare gode di ottima fama).

  1. Like a Rolling Stone

L’ultima delle canzoni di Bob Dylan che vi presentiamo è una delle più importanti nella storia del rock and roll e una delle migliori della musica leggera. Essa è la definitiva e perfetta fusione di folk, rock, pop, blues, accompagnata da versi lirici come quelli di una delle migliori delle poesie. I suoi riferimenti e le sue allusioni hanno occupato i “dylanologi” per decenni soprattutto per la combinazione di parole mistiche e misteriose.

Tra gli artisti presenti nella registrazione dell’epoca c’erano il bluesman di Chicago Mike Bloomfield e il giovane Al Kooper, il cui assolo all’organo Hammond, uno strumento visto davvero poche volte in uno studio di registrazione per incidere un disco di un artista rock n’roll, convinse poco il produttore Tom Wilson ma rese Bob assolutamente entusiasta.

Immagine in evidenza: wikimediacommons

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